tag:blogger.com,1999:blog-4054916354398637282024-02-07T15:21:38.604+01:00L'ARTE DELLA FUGAil futuro ha radici anticheDomenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.comBlogger65125tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-58933286055085513392021-06-04T15:54:00.010+02:002021-06-05T00:20:35.689+02:00La chiesa di San Gregorio di Neocesarea, il Taumaturgo, nel villaggio siberiano di Vorobyevo<div style="text-align: justify;"><b>Memoria della consacrazione della chiesa (1865) e della visita del vescovo Evgenij (1913), oggi venerato come martire dalla Chiesa Ortodossa Russa. Negli anni 1974-1977, la chiesa e il villaggio sono stati sommersi dal bacino idrico di Ust'-Ilimsk, realizzato per fornire una centrale idroelettrica. </b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito</i></div><div style="text-align: center;"><b> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrGMoNLGAM3Y84E4a6My_2IxORkWE_tMLemEdHKzgGdX6eHoBBax2mut2sOsss4U1vg2HaDoQe8Z9zGIH3npyJwgqb1u32_67enldLLuLjLJoLwvNL3R1es268sSJKlaxvs4qpA0RSw/s900/1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="596" data-original-width="900" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrGMoNLGAM3Y84E4a6My_2IxORkWE_tMLemEdHKzgGdX6eHoBBax2mut2sOsss4U1vg2HaDoQe8Z9zGIH3npyJwgqb1u32_67enldLLuLjLJoLwvNL3R1es268sSJKlaxvs4qpA0RSw/w640-h424/1.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La chiesa di San Gregorio di Neocesarea, il Taumaturgo, a Vorobyevo, durante la visita del vescovo Evgenij, avvenuta il 10 giugno 1913 (il vescovo è il quarto da sinistra).</i></td></tr></tbody></table><br /></b></div><div style="text-align: justify;">Nelle mie ricerche sulla storia del culto e dell’iconografia di San Gregorio Taumaturgo, dedico un’attenzione speciale alle testimonianze perdute o dimenticate, come chiese o cappelle scomparse, preghiere antiche, dipinti dispersi, memorie cancellate. Talvolta, ne ricompaiono le tracce in vecchi documenti o tradizioni orali, libretti devozionali o lettere di prelati, eccetera. Ho vissuto ognuna di queste “riemersioni” come un dono prezioso. Qualche volta, per le circostanze in cui sono maturati certi ritrovamenti, ho avuto quasi l’impressione che fossero loro a intercettare me, e non il contrario. È il caso di una <b>chiesa dedicata a San Gregorio di Neocesarea</b> nel villaggio di <b>Vorobyevo</b>, ch'era una delle località più remote della <b>Siberia suborientale</b>, a circa <b>8oo km a nord di Irkutsk</b>. La chiesa fu <b>costruita tra il 1863 e il 1865</b>, dopo una petizione rivolta dagli abitanti di Vorobyevo a <b>S. E. Parfeny, arcivescovo di Irkutsk</b>, e venne <b>consacrata il 17 gennaio 1865</b>. Fu dedicata a San Gregorio di Neocesarea in ricordo di un miracolo ottenuto dagli abitanti del vicino villaggio di Ershov, che in occasione di un’alluvione devastante si erano rivolti al Santo per supplicarne la protezione. Il villaggio di Ershov fu preservato dall’alluvione, e gli abitanti ne attribuirono il merito all’intercessione di San Gregorio. </div><div style="text-align: center;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA1Tem2S8RU_5sgRICiFHpix8PVT6-MzvvQbp_8OIKpPTg54nh3vLumo9xEiNTiOWnBWO_XTarz0SOQW_CLb3AIy0xuCs0T_Bp46jDCEMzr0Cf7SkeWJxVMTJLYeRcNZ5SbjlqJ7sqFw/s623/%25D0%2590%25D1%2580%25D1%2585%25D0%25B8%25D0%25B5%25D0%25BF%25D0%25B8%25D1%2581%25D0%25BA%25D0%25BE%25D0%25BF_%25D0%2598%25D1%2580%25D0%25BA%25D1%2583%25D1%2582%25D1%2581%25D0%25BA%25D0%25B8%25D0%25B9_%25D0%259F%25D0%25B0%25D1%2580%25D1%2584%25D0%25B5%25D0%25BD%25D0%25B8%25D0%25B9_%2528%25D0%259F%25D0%25BE%25D0%25BF%25D0%25BE%25D0%25B2%2529.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="623" data-original-width="397" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA1Tem2S8RU_5sgRICiFHpix8PVT6-MzvvQbp_8OIKpPTg54nh3vLumo9xEiNTiOWnBWO_XTarz0SOQW_CLb3AIy0xuCs0T_Bp46jDCEMzr0Cf7SkeWJxVMTJLYeRcNZ5SbjlqJ7sqFw/w408-h640/%25D0%2590%25D1%2580%25D1%2585%25D0%25B8%25D0%25B5%25D0%25BF%25D0%25B8%25D1%2581%25D0%25BA%25D0%25BE%25D0%25BF_%25D0%2598%25D1%2580%25D0%25BA%25D1%2583%25D1%2582%25D1%2581%25D0%25BA%25D0%25B8%25D0%25B9_%25D0%259F%25D0%25B0%25D1%2580%25D1%2584%25D0%25B5%25D0%25BD%25D0%25B8%25D0%25B9_%2528%25D0%259F%25D0%25BE%25D0%25BF%25D0%25BE%25D0%25B2%2529.jpg" width="408" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>S. E. Parfeny, arcivescovo di Irkutsk, che accolse la petizione degli abitanti di Vorobyevo per la costruzione di una chiesa nel loro villaggio. La chiesa fu dedicata a San Gregorio di Neocesarea e venne consacrata il 17 gennaio 1865.</i></td></tr></tbody></table> </div><div style="text-align: justify;">All’epoca, costruire e fondare nuove chiese in questa regione era estremamente difficile, e non solo per il numero insufficiente di sacerdoti, ma anche per le difficoltà di raggiungere i villaggi. Non c’erano strade e attraversare certi territori così estremi e inospitali era un’impresa eroica. Oggi, il villaggio di Vorobyevo e la chiesa dedicata al Santo vescovo di Neocesarea non esistono più. Sono stati <b>sommersi dal bacino idrico di Ust'-Ilimsk</b>, realizzato per rifornire una centrale idroelettrica. La costruzione dell’impianto è iniziata nel 1963, e il bacino idrico è stato riempito <b>negli anni 1974-1977</b>. La diga della centrale è alta 110 metri. In quegli anni furono reinsediate 15-20 mila persone. </div><div style="text-align: center;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixUURauNTa_eWiqpolNwdgPhgqNE-dTGrTkl9jOz_9dYUDxHw91FLGHQ5jMY1gdVFZ4dxFWrLTn7_heJ1F6DSlToH3lzbAiUR8TxYI_a36wRHJIj4QV3pY6mLLod6dVI6OfeqjMQT8yA/s1600/2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixUURauNTa_eWiqpolNwdgPhgqNE-dTGrTkl9jOz_9dYUDxHw91FLGHQ5jMY1gdVFZ4dxFWrLTn7_heJ1F6DSlToH3lzbAiUR8TxYI_a36wRHJIj4QV3pY6mLLod6dVI6OfeqjMQT8yA/w640-h480/2.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il bacino idrico di Ust'-Ilimsk che ha ricoperto il villaggio di Vorobyevo e la chiesa di San Gregorio di Neocesarea negli anni 1974-1977.</i></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Si tramandano la memoria e una foto della chiesa di San Gregorio di Neocesarea, del villaggio di Vorobyevo, in un documento conservato nella <b>Biblioteca Scientifica Regionale di Irkutsk</b>. Si tratta di uno scritto di <b>Nikolai Alexandrovich Ponomarev</b>, il rettore della Chiesa della Santa Croce di Irkutsk, intitolato <b><i>Il viaggio di Sua Grazie il Vescovo Evgenij al distretto di Kirensk nel giugno - luglio 1913</i></b>. Il sacerdote della Chiesa Ortodossa Russa aveva accompagnato il vescovo Evgenij nella visita alle chiese del distretto che gli era stato assegnato, e aveva curato il diario di quel lungo viaggio pastorale.
<b>Kirensk</b> è una delle città più remote della Siberia suborientale. Dal 1833 al 1928 fu sede di un <b>vicariato della diocesi di Irkutsk</b> della <b>Chiesa Ortodossa Russa</b>. All’epoca, il territorio del vicariato comprendeva diversi villaggi parrocchiali, e Vorobyevo era il più grande villaggio della parrocchia di Karapchansky. </div><div style="text-align: justify;">Il <b>vescovo Evgenij</b>, al secolo Semyon Alekseevich Zernov, era nato nel 1877 a Mosca, dove fu ordinato sacerdote nel 1902. <b>Il 20 gennaio del 1913 fu consacrato vescovo e assegnato proprio alla sede di Kirensk</b>. Al tempo della nomina risiedeva già a Irkutsk, dove ricopriva l’incarico di <b>rettore del Seminario teologico</b>, ed era molto conosciuto e apprezzato per la sua spiritualità fortemente ascetica e carismatica e per le grandi doti di predicatore. Le sue celebrazioni religiose, nella chiesa del seminario, attiravano sempre un folto numero di studenti, intellettuali e fedeli di ogni estrazione.
Dopo la nomina a vescovo, Evgenij intraprese il <b>viaggio da Irkutsk verso Kirensk</b>, situata a circa <b>900 km più a nord.</b> All’epoca, si trattava di un’impresa molto ardua, a rischio anche della stessa vita, e non tanto per la grande distanza da coprire, ma per le condizioni proibitive del percorso, considerate le caratteristiche geografiche e climatiche estreme delle regioni da attraversare. Per il viaggio si utilizzavano piccole carrozze, ma in alcuni tratti era necessario procedere a cavallo, in altri a piedi, o in piccole imbarcazioni lungo corsi d’acqua con correnti molti forti. Le vie di comunicazione erano scarse, e i territori da percorrere erano prevalentemente aspri e selvaggi. In quei luoghi, d’inverno, nevicate abbondanti si alternano a forti uragani, con temperature che possono raggiungere i - 45˚ ; mentre d’estate, le fitte foreste da attraversare si rianimano e, all’epoca, il pericolo non era rappresentato solo dagli orsi usciti dal lungo letargo. Era possibile imbattersi in enormi sciami di moscerini e zanzare, capaci di sequestrare i viaggiatori in nuvole soffocanti, fino a provocarne la morte. Tuttavia, dopo la nomina a vescovo di Kirensk, Evgenij non esitò a raggiungere la sede che gli era stata assegnata, e nei <b>mesi di giugno e luglio del 1913</b>, volle visitare tutte le chiese del vicariato. Non riuscì a raggiungere solo due villaggi parrocchiali. </div><div style="text-align: justify;">Nel manoscritto di Ponomarev si legge che il vescovo Evgenij raggiunse la chiesa di San Gregorio di Neocesarea il <b>10 giugno 1913</b>. Ad attenderlo c’erano circa trecento persone, in prevalenza contadini. Il vescovo celebrò un servizio di preghiera a San Gregorio e a Sant’Innocenzo, con l’aggiunta di una “ektenia” in cui s’invocavano la fine della siccità e la pioggia. Dopo la preghiera, il vescovo Evgenij pronunciò un breve discorso, poi impartì la benedizione, invocando la protezione e la grazia del Signore sui fedeli e sul loro duro lavoro nei campi. Dopo la cerimonia, furono distribuiti in grande quantità croci, icone, testi religiosi e morali. Al termine della giornata, il vescovo trascorse la notte in una capanna di contadini. Riprese il viaggio il giorno seguente, dopo aver visitato la scuola del villaggio. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy_A24PvlAXYPu1nc4esrgvGQ39c4X3pAtZsXk4T-zSas1ZCLUpdpStln_plfiarFonLyYvlwbUadsvfQbWMKigeMfCZ0_RJVcjKDpVdRUM_aMwVjG_eAt1JdpqGKgDjG47Cp41rTNIA/s569/3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="569" data-original-width="400" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy_A24PvlAXYPu1nc4esrgvGQ39c4X3pAtZsXk4T-zSas1ZCLUpdpStln_plfiarFonLyYvlwbUadsvfQbWMKigeMfCZ0_RJVcjKDpVdRUM_aMwVjG_eAt1JdpqGKgDjG47Cp41rTNIA/w450-h640/3.jpg" width="450" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il vescovo Evgenij quand’era ancora rettore del Seminario teologico di Irkutsk (1906-1913).</i></td></tr></tbody></table> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk7tutn8qMxAfgmGxQREhUzo5PzRNoPKkpy_jwHYZ-dD2-7tPrf0h-GSZKJeh0bf0lUjQpIaNZraEnvW2U8flZTnWUJ1M-zddjqhiFF4OoBYBmTLFN8jJGgONOysyhRA6C5U3yukECqw/s569/4.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="569" data-original-width="400" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk7tutn8qMxAfgmGxQREhUzo5PzRNoPKkpy_jwHYZ-dD2-7tPrf0h-GSZKJeh0bf0lUjQpIaNZraEnvW2U8flZTnWUJ1M-zddjqhiFF4OoBYBmTLFN8jJGgONOysyhRA6C5U3yukECqw/w450-h640/4.jpg" width="450" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>S. E. Evgenij quand’era vescovo Vescovo di Kirensk (20 gennaio 1913 - 14 luglio 1914).</i></td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel mese di agosto del 2000, <b>il vescovo Evgenij è stato canonizzato come martire</b> dal Consiglio dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa. Il vescovo, infatti, era stato lungamente perseguitato dal regime comunista e fu imprigionato più volte. Scontò anche una condanna di tre anni alle <b>isole Solovki</b>, nel mar Baltico, nel primo campo di lavoro sovietico (quello utilizzato da Aleksandr Solzhenicyn in “Arcipelago Gulag” per descrivere l'intero sistema dei gulag sovietici). Decisivo fu l’arresto del 7 settembre 1937, avvenuto all’interno del <b>gulag di Karlag</b>, uno dei più grandi campi di lavoro dell'Unione Sovietica. Il vescovo Evgenij fu accusato di sistematiche agitazioni controrivoluzionarie tra i prigionieri, per aver pregato più volte con loro e per aver organizzato servizi funebri all’interno del gulag. Le autorità del campo dichiararono che queste attività del vescovo “avevano intaccato in modo distruttivo la disciplina di lavoro dei prigionieri”. Il vescovo si dichiarò colpevole e fu condannato alla fucilazione. La sentenza fu eseguita nello stesso giorno del suo arresto. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifq1tHptn0Ymhj9AS80u_uPklqyUtfaXhYfIYe7c_sshLsft1G5Rrvandl5PNVX6eizYeyKAKrN1fkOpOD0lZa31ujV8KipiRphSzA3MXmSEWyPdSATgaQa2Zaav4mUy0iFwDhqw88kA/s1600/6.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1303" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifq1tHptn0Ymhj9AS80u_uPklqyUtfaXhYfIYe7c_sshLsft1G5Rrvandl5PNVX6eizYeyKAKrN1fkOpOD0lZa31ujV8KipiRphSzA3MXmSEWyPdSATgaQa2Zaav4mUy0iFwDhqw88kA/w522-h640/6.JPG" width="522" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Icona raffigurante il santo martire Evgenij (Zernov).</i></td></tr></tbody></table><br /></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-82516991479819806042021-05-29T00:52:00.004+02:002021-05-29T09:41:30.224+02:00Stalettì - Il ninfeo greco-romano in località Chillino<div style="text-align: justify;"><b>La cronaca rigorosa della segnalazione di un sito archeologico di straordinario interesse, abbandonato da trent'anni dal Ministero della Cultura, dalla Soprintendenza calabrese e dagli studiosi di professione.</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito<br /><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGDV3SoBn0fVB4r4MU0UVfMpiZe5F2JRJT0eXQmAtprKpjMpAGHJ3txXeLA1TKKrPWWQxn_uPBuqwJaN9WDhtDWDDbJAaU221Ha5eicQjBXYfVpzVNFk0cY2LKB5nd17XbO3wERypJIg/s1798/00.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1187" data-original-width="1798" height="422" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGDV3SoBn0fVB4r4MU0UVfMpiZe5F2JRJT0eXQmAtprKpjMpAGHJ3txXeLA1TKKrPWWQxn_uPBuqwJaN9WDhtDWDDbJAaU221Ha5eicQjBXYfVpzVNFk0cY2LKB5nd17XbO3wERypJIg/w640-h422/00.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Alcuni dei reperti recuperati a Chillino dal gruppo Condito-Froio-Piane il 26/08/1991<br /></i></td></tr></tbody></table><br />Alla fine degli anni ’80, si costituì a <b>Stalettì (Catanzaro)</b> un <b>gruppo di studio</b> con l’obiettivo di indagare e censire le risorse storiche e archeologiche del territorio, quest’ultime individuate attraverso perlustrazioni di superfice. Il gruppo era composto dall’ingegnere <b>Antonio Froio</b>, da <b>Sergio Piane</b>, all’epoca laureando in Topografia Antica all’Università di Pisa, e dal sottoscritto, <b>Domenico Condito</b>, da poco nominato Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali del Comune di Stalettì. Insieme realizzammo ricognizioni a tappeto sul territorio stalettese, con l’obiettivo di individuare persistenze storico-archeologiche non ancora segnalate o indagate dagli studiosi. <br />Nel 1991, “una parte” consistente del nostro lavoro confluì nell’analisi storico-territoriale del comprensorio di Stalettì, affidata dal Comune alla <b>prof.ssa Emilia Zinzi</b> e finalizzata alla redazione del nuovo PRG (fummo noi ad accompagnare la prof.ssa Zinzi alla scoperta delle <b>unità rupestri di origine monastica</b> disseminate nel comprensorio comunale).
A quel tempo, il nostro “trio” aveva già perlustrato un complesso e articolato <b>sistema di cunicoli</b> che attraversa il territorio a monte del <b>“Castrum bizantino” di Santa Maria del Mare</b>, per raggiungere il sito dell’antico insediamento, e poi convogliare il ventre del<b> monte Moscius</b> verso il mare. E di queste <b>ricognizioni sotterranee</b> esiste una documentazione fotografica ancora inedita, con alcuni cunicoli che sembrerebbero risalire all’epoca classica. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA3SBhv4z4hxzRauYRbm0ohZmzCbVqVkPc607y6QZZsLmnaHsP9rJdRo1eBPIeAHbUkQIKw_Lf816gr8w0TuiCIrOGKBLDuZawp2Kr8doTAh4aLphk6YNa_KHkaAzMPidi4ytiNhPfdw/s2048/grotte.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1259" data-original-width="2048" height="394" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA3SBhv4z4hxzRauYRbm0ohZmzCbVqVkPc607y6QZZsLmnaHsP9rJdRo1eBPIeAHbUkQIKw_Lf816gr8w0TuiCIrOGKBLDuZawp2Kr8doTAh4aLphk6YNa_KHkaAzMPidi4ytiNhPfdw/w640-h394/grotte.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Alcune delle grotte del ninfeo greco-romano di Chillino</i><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Il <b>26 agosto del 1991</b>, si verificò l’evento più avvincente e inatteso, quando Antonio, Sergio ed io fummo catapultati improvvisamente in un <b>sito archeologico risalente al V secolo a. C.</b>, grazie al coinvolgimento di un nostro concittadino, il <b>signor Fernando Callegari</b>. Fernando aveva invitato il nostro <b>gruppo di studio (Condito, Froio, Piane)</b> a visitare il fondo di sua proprietà denominato <b>“Chillino”</b>, situato a sud-est del centro abitato di Stalettì, perché a detta dello stesso risultava d'interesse archeologico. Giunti sul posto, ci mostrava materiale ceramico affiorato in superfice durante i lavori di sbancamento effettuati per realizzare una vasca destinata all’ittiocoltura. Capimmo immediatamente che si trattava di materiale di alto interesse archeologico, e tra i frammenti di ceramica a vernice nera, databili alcuni al V secolo a. C., notammo <b>frammenti di terrecotte architettoniche</b>, <b>puntali d’anfore</b>, <b>frammenti di lucerne a disco</b>, <b>figurine fittili</b> e una <b>notevole antefissa a palmette</b>.
Il terreno appariva ricco di frammenti ceramici sparsi un po’ su tutta l’area, ed erano riconoscibili <b>strutture murarie realizzate in grossi blocchi</b>, mentre nelle pareti rocciose del sito potevamo osservare la presenza di <b>grotte e cunicoli</b> scavati nelle stesse pareti. Il signor Callegari ci permise di recuperare i reperti affioranti, ormai a rischio di dispersione, e subito dopo segnalammo la scoperta del sito alla <b>dott.ssa Elena Lattanzi, all’epoca Soprintendente per i beni archeologici della Calabria</b>.
Nel verbale di segnalazione, oltre a riportare l’elenco dettagliato dei reperti recuperati, avanzammo l’ipotesi che il sito potesse riferirsi a una <b>necropoli</b> o a un’<b>area cultuale</b>, probabilmente un <b>ninfeo</b>, di <b>età greco-romana</b>. La segnalazione fu inviata via fax e i reperti furono momentaneamente depositati e messi in sicurezza nel palazzo municipale di Stalettì. Era il tardo pomeriggio di quel 26 agosto del '91.
Due giorni dopo, il 28 agosto, la Soprintendenza archeologica inviò <b>l’archeologa Agnese Racheli</b> per un primo sopralluogo ufficiale. Era accompagnata dal funzionario <b>Espedito Macrì</b>, che prese in consegna i reperti per la Soprintendenza archeologica, depositandoli subito dopo al Parco Archeologico della Roccelletta.</div><div style="text-align: justify;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdwy8dIOkzsFZm_VScRMb3Qm21D2Ji0DPKN28SLL0PwQwqwB_3Hvvluc_683rYMVyYFPK0sRtwu0hNDaoEO0kxdZxCKM5LXeWXuJwZcR7tSE4rQkqJY2YFNSRHWj6yKBSysU2o-RrSvw/s1800/sopralluogo+Chillino.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1222" data-original-width="1800" height="434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdwy8dIOkzsFZm_VScRMb3Qm21D2Ji0DPKN28SLL0PwQwqwB_3Hvvluc_683rYMVyYFPK0sRtwu0hNDaoEO0kxdZxCKM5LXeWXuJwZcR7tSE4rQkqJY2YFNSRHWj6yKBSysU2o-RrSvw/w640-h434/sopralluogo+Chillino.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il sopralluogo della Soprintendenza archeologica a Chillino il 28 agosto 1991</i><br /></td></tr></tbody></table><br />Ecco quanto annotò la<b> dott.ssa Agnese Racheli</b> sul sopralluogo in località “Chillino” (o “Canalicchio”):<br />
<br />“L’area esaminata è situata sulle pendici sottostanti un pianoro, in parte coltivato a uliveto ed in parte a seminativo, in cui ad una sommaria ricognizione sono evidenti vaste aree di frr. fittili.
Il sito si colloca su una terrazza che si affaccia sul torrente Vulcano; il piano è stato approfondito in epoca recente per la realizzazione di un laghetto artificiale.
Il complesso è caratterizzato dalla presenza di abbondante acqua sorgiva e si articola a NO in una serie di grotticelle (attualmente ne sono visibili tre) ricavate nella parete rocciosa inferiormente tagliata; le grotticelle sono in parte delimitate da muri di blocchi (cm 50x42x42), alcuni dei quali asportati in epoca recente.
A Est la parete rocciosa appare tagliata verticalmente in antico; più ad Est si notano una canaletta dal profilo semicircolare, ricavata nella roccia stessa, con pendenza NO-SE, e seminascosti tra la fitta vegetazione, una serie di muri obliqui in blocchi di grandi dimensioni (cm 140x50) e di gradini ricavati nella roccia viva. Nella stessa parete è visibile un cunicolo che è stato riempito (a detta del proprietario in epoca recente) con materiale anforario e laterizi di età classica ed ellenistica.
Una stratigrafia in cui si notano soprattutto frr. di embrici è riconoscibile nella parte soprastante.
È difficile stabilire la quota di frequentazione antica del complesso; essa non sembra essere di molto inferiore a quella ottenuta con lo sbancamento moderno, che ha senz’altro asportato gli strati di distruzione e di abbandono.
Dall’area provengono frr. di statuine fittili votive (offerenti, “tanagrine”, satiri), di ceramica che dal V sec. a.C. giunge fino al I sec. d. C. (lucerna a volute tipo Bailey A) ed una notevole antefissa a palmette. Le caratteristiche morfologiche del complesso inducono all’identificazione con un santuario delle Ninfe connesso alla sorgente e forse ad un culto di Afrodite, come è documentato a Locri e sulle pendici dell’Acropoli di Atene, in siti aventi tutti un’analoga conformazione geografica (Cfr. P.E. Arias, <i>Scavi archeologici in contrada Caruso-Polisà (aprile-maggio 1940)</i>, in Notizie degli Scavi di Antichità, 1946, pp. 138-161).”</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj04DNsQXwwIcNdoxYYteoI5i-3u54JdzH__ttP5LKB3cqRDrddPiCs2MOR4XWV_8Miyv4vlreDVkdpzninXesVwYOqdICE4zDiDaziwFDuFVSBADEk5N4ny_FFh8A2wF6JWJuMuqymVQ/s530/01.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="482" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj04DNsQXwwIcNdoxYYteoI5i-3u54JdzH__ttP5LKB3cqRDrddPiCs2MOR4XWV_8Miyv4vlreDVkdpzninXesVwYOqdICE4zDiDaziwFDuFVSBADEk5N4ny_FFh8A2wF6JWJuMuqymVQ/w582-h640/01.jpg" width="582" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La notevole antefissa a palmette recuperata a Chillino</i><br /></td></tr></tbody></table><br />Dopo l’entusiasmo iniziale suscitato dalla straordinaria importanza della scoperta, il sito è stato abbandonato sia dalla Soprintendenza che dagli studiosi di professione. L’unico provvedimento adottato fu quello del vincolo archeologico dell’area, che però non è stata sottoposta alle ricognizioni necessarie per recensire tutte le emergenze. Così come non è stato impostato uno scavo stratigrafico estensivo mirato, per chiarire le varie fasi di evoluzione del complesso. Allo stesso tempo, l’area non è stata acquisita al patrimonio pubblico, e pertanto non è fruibile. Tutto questo ha penalizzato molto la Comunità, ma anche la famiglia Callegari, proprietaria del fondo, che in ragione del vincolo archeologico, e delle conseguenti prescrizioni, non ha potuto usufruire della proprietà come avrebbe voluto, senza riceverne un adeguato risarcimento. Nel frattempo, le emergenze archeologiche hanno subito un grave deterioramento, e noi tutti abbiamo perso l’occasione di riscoprire una delle pagine di storia più sorprendenti di tutto il comprensorio che fu della <i><b>Skilletion</b></i> greca e poi della <b><i>Scolacium</i></b> romana.
</div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-80961589241221064922021-04-30T12:25:00.006+02:002021-04-30T20:06:54.449+02:00Gregorio Pepe (Squillace, 1740 – Squillace, 1824)<p style="text-align: justify;"><b>Padre dei patrioti <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Pepe" target="_blank">Guglielmo</a> e <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Florestano_Pepe" target="_blank">Florestano</a>. Secondo una fonte anonima, attorno al 1785, fu tra i fondatori della loggia massonica di Squillace, con sede a Palazzo Pepe, nata su iniziativa dei fratelli Gregorio e Saverio Aracri di Stalettì. Un breve profilo tracciato da Ruggiero di Castiglione (2013), in “La Massoneria delle Due Sicilie e i «Fratelli» meridionali del ’700”, vol. IV, Roma, Gangemi Editore, pp. 322-23. </b></p><p style="text-align: justify;">“Il gentiluomo Gregorio Pepe, figlio di Giovanni Battista e di Rosa Soriano, nacque, nel 1740, a Squillace, in Calabria Ulteriore (Ultra). La sua famiglia era originaria di Messina e vantava nobili ascendenti. Ricco possidente terriero, sposò, il 21 maggio 1761, Irene Assanti, dalla quale ebbe ben ventidue figli (quindici uomini e sette donne). I più noti sono il primogenito <b>Stefano</b>, un cavaliere gerosolimitano dotato di vasta cultura, <b>Giovanni Battista</b>,<b> Ferdinando</b>,<b> Florestano </b>e<b> Guglielmo,</b> tutti valorosi uomini d’arme. Malgrado avesse subito, durante i devastamenti sismici che si susseguirono dal 5 febbraio al 29 marzo 1783, gravissimi danni alle sue proprietà, mantenne sempre un elevato <i>status</i> di vita. Riservò, alla numerosa prole, un’ottima educazione, dapprima a Catanzaro e poi a Napoli, presso i migliori collegi e i più bravi docenti. <b>Guglielmo</b>, nelle pagine delle sue famose <b><i>Memorie</i></b>, presenta un garbato profilo del padre: “il mio buon genitore era un modello degli antichi padri di famiglia; avea co’ pregiudizi de’ nobili residenti in provincia, i modi schietti e la franchezza degli uomini di un’altra età, pieno di austera ed incorrotta probità. Studiavasi di essere economico senza offendere però mai la decenza, poiché in tutti gli usi del vivere civile e per bene educare i suoi figliuoli spendeva profusamente. E’ largì copiosi soccorsi a tre di essi, or tratti in prigione, or cacciati in esilio, a cagion delle loro opinioni liberali, quantunque egli fosse affezionato al governo de’ Borboni. Culto, ma non sempre filosofo, benché abbastanza ricco, dolevasi spesso di aver perduto alcune terre e più recentemente un feudo, né mai ristava dal ripetere con certa alterigia il suo patriziato… Accorgendosi essere io male istruito nelle nostre cose domestiche, mi costrinse a leggere alcune cronache, le quali accennavano il vigore dai nostri antenati adoperato con varia fortuna nelle guerre di parte che succedettero al Vespro Siciliano. Cosiffatti pregiudizi non toglievano che le più belle massime di morale fossero nella sua bocca né indebolivano la sua inclinazione a fare elemosina”. </p><p style="text-align: justify;">Con profondo affetto paterno attivò, infatti, tutti i propri mezzi, familiari e finanziari, per tutelare la salvezza dei figli: spedì, più volte, il figlio Stefano a Napoli e a Palermo, per cautelarne l’incolumità, avvalendosi, per ogni necessità economica, dell’intervento di noti banchieri, come Falconnet di Napoli e Venuti di Trapani. Non si sottrasse, infine, dall’inviare accorati appelli a Ferdinando IV di Borbone e ai rappresentanti del governo per alleviare il peso delle condanne da scontare nelle peggiori carceri del regno. Folle di dolore per le vicissitudini del giovanissimo Guglielmo, avrebbe, tra l’altro, esclamato: «Vendete tutte le mie sostanze, vendete me stesso, e salvate mio figlio» (<i>Memorie</i>). </p><p style="text-align: justify;">Secondo una fonte anonima, fu tra i fondatori, nella seconda metà degli anni ’80, della <b>loggia di Squillace</b>. Malgrado rivestisse, dal 1801, l’alto incarico di sindaco dei Nobili di Squillace, il suo palazzo nobiliare subì le attenzioni della soldatesca borbonica: circa trecento albanesi, nel 1802, irruppero per perquisirla militarmente alla ricerca di compromettenti documenti. Questo storico edificio (oggi sede del municipio di Squillace) ebbe illustri ospiti: dal generale francese <b>Jean Louis Reynier</b>, <b><i>comte de l’Empire</i></b>, al generale inglese <b>sir John Stuart</b>, <b>conte di Maida</b>, fino a <b>Giuseppe Bonaparte</b>, <b>re di Napoli</b>. Quest’ultimo avrebbe, nella sua qualità di <i><b>Grand Maître</b></i> del <i><b>Grand Orient de France</b></i>, presieduto, il 20 aprile 1806, ad una «tornata» della loggia di Squillace, riunitasi in un’ala di <b>palazzo Pepe</b>. <b>Gregorio</b> ricopriva, infatti, la dignità di <b>Maestro Venerabile</b> e il luogo dei travagli era la propria abitazione, <b>come attesterebbe un simbolo libero-muratorio scolpito su un gradino che portava al Tempio (ora coperto da una lastra di marmo)</b>. Gregorio morì il 5 agosto 1824. Sopravvisse a ben undici figli, compreso il primogenito”.</p><p style="text-align: justify;"> <b> </b><i>Ruggiero di Castiglione</i></p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpQcOeJhcNdxCWGMh4OTow9cgTKallO0Or6WJmEww1b-_7iaeDLSKTXNfHOB5ToMdU9c0GNhGrGQsgH-nN4AzQI5e-PCrf-3MeSrsnYFjsv0AdI5irh8TJM0XmIuG6LwKskMjCnVRAQ/s960/municipio-squillace.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="642" data-original-width="960" height="428" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpQcOeJhcNdxCWGMh4OTow9cgTKallO0Or6WJmEww1b-_7iaeDLSKTXNfHOB5ToMdU9c0GNhGrGQsgH-nN4AzQI5e-PCrf-3MeSrsnYFjsv0AdI5irh8TJM0XmIuG6LwKskMjCnVRAQ/w640-h428/municipio-squillace.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Palazzo appartenuto alla famiglia Pepe.<br />Oggi è la sede del Municipio di Squillace.</i><br /></td></tr></tbody></table><br /> <p></p><p></p>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-87339648571539293352021-04-26T15:11:00.016+02:002021-05-03T08:43:11.577+02:00La diffusione del culto di San Gregorio Taumaturgo nel Nuovo Mondo: il Vicereame della Nuova Spagna<div style="text-align: justify;"><b>Fin dal 1607, San Gregorio Taumaturgo era venerato come uno dei patroni di Città del Messico, con l'invocazione di proteggere la città dalle inondazioni. Documentato il ruolo dei Padri Gesuiti e il legame con Stalettì, in Calabria, che ne custodisce le reliquie e lo venera come santo patrono. Qualche anticipazione prima della pubblicazione integrale di una lunga ricerca d'archivio svolta in Italia, Spagna e Portogallo.<br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito </i><br /><br />Se in Italia, a partire dalla Controriforma cattolica, furono soprattutto i <b>Padri Teatini </b>a promuovere la conoscenza di <b>San Gregorio Taumaturgo</b>, divulgandone al contempo il culto, in Europa e nelle colonie del Nuovo Mondo quest'azione fu svolta primariamente dai <b>Padri Gesuiti</b>.
Condivido un brano significativo estratto dal <b>"Diario di Viaggio"</b> di un padre gesuita italiano, che fu anche un importante cartografo ed esploratore.
Era il <b>17 novembre 1697</b>, sul confine tra il <b>Messico</b> e gli attuali <b>Stati Uniti d'America</b>, in una regione compresa <b>fra i monti Florida e il fiume Gila</b>:<br /><br /><i>“Il 17 di novembre partecipammo alla messa come da consuetudine domenicale. Lasciammo la calda navigazione con la barca lungo verdeggianti rive, la campagna ed i pantani del fiume, per proseguire verso ponente, e scrutando dalla cima di un monte vedemmo a oriente la catena montuosa denominata Florida. Qui sono soliti risiedere i nemici Apaches, con i quali si lottò in varie occasioni. A ponente vedemmo inoltre delle grandi case che essendo a una distanza di sole 17 miglia ci sembravano castelli. Proseguendo il cammino sui monti della pianta medicinale di jojoba, dopo 8 miglia arrivammo ad un colle verde simile ad un frutteto, con un ruscello di acqua cristallina e fredda che scendeva con delle cascatelle dal suo fianco.
Lo abbiamo nominato <b>San Gregorio Taumaturgo</b>, ci siamo rinfrescati, ed infine (siamo) scesi nella pianeggiante campagna (vicino) al fiume, dove, dopo due miglia, abbiamo dormito protetti”.
</i><br /><br />Ho divulgato questo brano, per la prima volta, nella conferenza su<b> <a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2016/11/il-culto-di-san-gregorio-taumaturgo.html" target="_blank">“</a><a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2016/11/il-culto-di-san-gregorio-taumaturgo.html" target="_blank">Il culto di San Gregorio Taumaturgo a Lisbona nell’età di Filippo II</a></b><a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2016/11/il-culto-di-san-gregorio-taumaturgo.html"><b>”</b></a>, che ho tenuto a <b>Stalettì</b>, in Calabria, il <b>7 giugno 2008</b>, con il Patrocinio Culturale del <b>“Museu de São Roque”</b> <b>di Lisbona</b> e del <b>Comune di Stalettì</b> <b>(Catanzaro)</b>. Durante la conferenza, ho aperto anche una finestra sulla diffusione del culto del Taumaturgo nel <b>Nuovo Mondo</b>, dovuta soprattutto all'azione missionaria dei <b>Gesuiti</b>. </div><div style="text-align: justify;">In quell’occasione, nella chiesa dedicata al Santo, ho documentato le relazioni esistenti tra l'espansione del culto del Taumaturgo nelle Americhe e la presenza delle sue reliquie a Stalettì, presentando i primi risultati di una lunga ricerca svolta in Italia, Spagna e Portogallo. Come ebbi modo di argomentare, i Padri Gesuiti erano entrati in contatto con il culto di San Gregorio Taumaturgo proprio a Stalettì, nella diocesi di Squillace, durante le loro missioni in Calabria. Lo stesso <b>padre Nicolás Bobadilla</b>, tra i fondatori con Sant’Ignazio di Loyola della Compagnia di Gesù, aveva soggiornato per qualche tempo a Squillace, sede vescovile dell’antica diocesi. </div><div style="text-align: justify;">I gesuiti erano arrivati a Napoli nel 1548, e quattro anni dopo erano stati inviati in missione in Calabria, nelle cosiddette <b>“Indie di quaggiù”</b>, per contribuire alla rinascita religiosa della regione, appena sfiorata dall'evangelizzazione cristiana in alcuni territori, al punto che i suoi abitanti, nella definizione di alcuni missionari Gesuiti, sembravano <b>“tutti del bosco”</b>. Da qui, la definizione di “Indie di quaggiù”, che era estesa a larghe zone del Sud ritenute ancora terra di missione. </div><div style="text-align: justify;">Fra i compiti assegnati alla missione, capeggiata da Padre Bobadilla, la lotta alle eresie e la creazione del <b>Collegio dei Gesuiti di Catanzaro</b>. Durante la sua attività in Calabria, la presenza di Bodabilla è stata segnalata più volte a Squillace, e non gli sfuggì il particolare della presenza in questo territorio dell’antica <b>abbazia di San Gregorio Taumaturgo,</b> dove si custodivano le <b>reliquie</b> del Santo. I padri gesuiti delle origini conoscevano molto bene il racconto della traslazione miracolosa delle reliquie del Taumaturgo in Calabria. Questa narrazione è contenuta, in una delle sue numerose varianti, nella <b>“Legenda aurea” di Iacopo da Varagine</b>. Fu proprio la lettura di questo libro, insieme all’altro, la “<b>Vita Christi” di Ludolfo di Sassonia</b>, a determinare la conversione di <b>Ignazio</b>, convalescente nel <b>castello di Loyola</b> per le ferite riportate in battaglia. È noto che dopo la guarigione Ignazio deporrà le armi e fonderà la <b>Compagnia di Gesù</b>.<br />
Risale alla <b>prima metà del Settecento</b> un <b>quadretto</b>, realizzato nello <b>stile dell’arte coloniale spagnola</b>, e proveniente dal Messico, dove <b>San Gregorio Taumaturgo</b> è raffigurato insieme a <b>San Luigi Gonzaga</b>, un religioso italiano della Compagnia di Gesù. Questa associazione dei due santi costituisce un’importante testimonianza iconografica della diffusione del culto di San Gregorio Taumaturgo nelle colonie americane, e soprattutto in Messico, a opera dei Padri Gesuiti. <br />L'azione dei Gesuiti fu così incisiva che, fin dal<b> 15 novembre del 1607</b>,<b> San Gregorio Taumaturgo era già venerato come patrono di Città del Messico</b>, con l'invocazione di proteggere la città dalle inondazioni, così come risulta da alcuni atti conservati negli archivi storici della città. Gli stessi documenti attestano che la festa del Santo era fra le più solenni celebrate nella capitale del <b>Vicereame della Nuova Spagna</b> dove, nella grande cattedrale, erano già stati realizzati una splendida cappella e un altare dedicati al Taumaturgo. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpVJaJmDbMJ7ll4gKlwB6CQiaWZePQmtAexW2ZwdTHy80buU8taBHjlqaDtzCcs71spdIxpJTohuqEVzTKHaigF-1ZSeJWOu6KiJO5TNZQ2p_LBS5jlVcYKrYIIFwsEg0_nCseJMsYvw/s850/1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="850" data-original-width="711" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpVJaJmDbMJ7ll4gKlwB6CQiaWZePQmtAexW2ZwdTHy80buU8taBHjlqaDtzCcs71spdIxpJTohuqEVzTKHaigF-1ZSeJWOu6KiJO5TNZQ2p_LBS5jlVcYKrYIIFwsEg0_nCseJMsYvw/w536-h640/1.jpg" width="536" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Anonimo, San Gregorio Taumaturgo e San Luigi Gonzaga<br />Arte coloniale spagnola della prima metà del Settecento <br />Provenienza: Messico - Collezione privata</i><br /></td></tr></tbody></table> </div><div style="text-align: justify;"><b>© Copyright</b> - Il contenuto di questo articolo (testo e immagine) è protetto da copyright, e non può essere replicato, neanche parzialmente, su altri siti web, mailing list, newsletter, riviste cartacee e CD - ROM senza la preventiva autorizzazione dell'autore Domenico Condito, indipendentemente dalle finalità di lucro. È consentita la condivisione mediante link sui <span class="aCOpRe"><span>social network.</span></span></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-72445445399744496952021-03-20T08:46:00.005+01:002021-09-11T00:06:20.137+02:00Cassiodoro, nelle vesti di diacono, nel più celebre mosaico della Basilica di San Vitale di Ravenna<div style="text-align: justify;"><b>La scoperta è del prof. Fabio Troncarelli, che ha individuato la figura del grande politico, letterato e religioso calabrese nel mosaico che celebra l'imperatore Giustiniano con il suo seguito a Ravenna.<br /></b></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito<br /><br /></i></div><div style="text-align: justify;"><b></b></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidGPiBukYzYlzDQFZQwwk7VPZK9QYIXFV4DF7LFGn49VN6a3F7_xqrd9PLvsPrv0QsUovF7S6mY8A7I85rCN1gd5To8EHlqKMKlkvSZPz1jjhz-JpidhK6YZsJxI04PlOLGhMEchlwSQ/s2048/Sanvitale03.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1277" data-original-width="2048" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidGPiBukYzYlzDQFZQwwk7VPZK9QYIXFV4DF7LFGn49VN6a3F7_xqrd9PLvsPrv0QsUovF7S6mY8A7I85rCN1gd5To8EHlqKMKlkvSZPz1jjhz-JpidhK6YZsJxI04PlOLGhMEchlwSQ/w640-h400/Sanvitale03.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il mosaico bizantino del VI secolo raffigurante l’imperatore Giustiniano e il suo seguito <br />nella basilica di San Vitale a Ravenna.</i></td></tr></tbody></table><br />Qualche giorno fa, il <b>prof. Fabio Troncarelli</b>, <b>uno dei maggiori conoscitori al mondo dei codici delle opere di Cassiodoro e della storia del</b> monastero di <i><b>Vivarium</b></i>, mi ha gentilmente reso partecipe del suo ultimo lavoro sul grande politico, letterato e religioso calabrese: <i><b>Corpus intellegi sine loco non potest. La biblioteca della memoria di Cassiodoro e la basilica di San Vitale a Ravenna</b></i>, pubblicato nella prestigiosa <b>Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte (RIASA): XLIII, 75, 2020, 183-204. </b>
<br /><br />Lo studio, che mi ha letteralmente rapito, riprende e approfondisce una questione già trattata dallo studioso in pubblicazioni precedenti, ovvero la presenza nei codici più autorevoli delle <b><i>Institutiones</i></b> di <b>Cassiodoro</b> di una serie di illustrazioni di carattere mnemotecnico, ispirate alle regole dell’<b>Arte della Memoria</b>. Lo scopo di queste <b><i>imagines</i></b> era quello di permettere ai monaci del <i><b>Vivariense</b></i> di memorizzare con facilità la successione delle <b>Arti del Trivio e del Quadrivio</b> e le sottodivisioni presenti in ciascuna arte. In questo studio, Troncarelli conferma, con argomenti fortissimi, che questo apparato iconografico deriva direttamente da Cassiodoro. Al contempo, individua anche un <i><b>locus</b></i> dove è possibile ritrovare contemporaneamente, ancora oggi, tutte le quarantasette <b><i>imagines</i></b> presenti nelle copie più autorevoli delle <b><i>Institutiones</i></b>: la <b>Basilica di San Vitale a Ravenna</b>, i cui mosaici, pavimenti e rilievi marmorei risalgono a un periodo in cui Cassiodoro fu presente e attivo nella città.<br /><br />
“La prima cosa da osservare – <i>scrive Troncarelli</i> - è che la maggior parte delle figure utilizzate vengono dalla volta della basilica, che tradizionalmente è il simbolo dell’universo che canta la gloria di Dio, popolato di animali che hanno un risvolto simbolico nell’arte cristiana, al cui centro c’è l’Agnello Mistico. (…) Si conferma in questo modo la rete di allusioni e relazioni simboliche, che l’autore del De Anima sottolinea insistentemente attraverso le illustrazioni dei suoi manoscritti”.
<br /><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">A <b>Ravenna</b>, alla <b>corte dei Goti</b>, Cassiodoro aveva ricoperto incarichi di altissimo prestigio, fino a quando, attorno al 540, crollato il suo sogno di conciliare la latinità e il germanesimo, rinunciò a tutte le cariche e agli onori. Secondo Troncarelli, che attinge direttamente dagli scritti di Cassiodoro, l’antico segretario dei sovrani Goti non abbandonò subito Ravenna, ma vi rimase ancora qualche anno, portando a termine la composizione del <i><b>De anima</b></i> e avviando quella della <b><i>Expositio Psalmorum</i></b>. Sono gli anni della <b>“conversio”</b>, che porteranno Cassiodoro a diventare un <b>“vir religiosus”</b>, come lo definisce lo stesso papa Vigilio. E qui, nella città liberata dal generale <b>Belisario</b> nel 540, continuò a coltivare scambi e relazioni con l’élite culturale e religiosa ravennate. Secondo Troncarelli, questa posizione avrebbe consentito a Cassiodoro di favorire l’accettazione dell’<b>arcivescovo Massimiano</b> da parte del clero di Ravenna, che lo considerava un rappresentante del potere imperiale. Massimiano, il primo arcivescovo ravennate, era stato inviato dall’<b>imperatore Giustiniano</b>, quando decise di elevare la sede di Ravenna da vescovile ad arcivescovile. Proprio per ricordare l’opera meritoria di Cassiodoro, il vescovo Massimiano avrebbe deciso di immortalare l’ex segretario dei sovrani goti nel mosaico bizantino raffigurante l’imperatore Giustiniano e il suo seguito nella <b>Basilica di San Vitale di Ravenna</b>.
L’inserimento della figura di Cassiodoro sarebbe avvenuta, secondo Troncarelli, “aggiungendo al mosaico l’immagine della testa dell’antico segretario dei re goti, che ora si professava «conversus», sul corpo di quella di un diacono preesistente, così come aggiunse l’immagine della sua testa al posto di quella del vescovo preesistente. In questo modo, nella nuova basilica inaugurata nel 547, traspariva chiaramente la presenza degli uomini che rappresentavano il nuovo corso della chiesa ravennate…”.<br /><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOi2rz1kgb_eZTUaeVM981xewIsyyPUzA4MogPmPzKMP-DG_83ReEGUaET2o5qGNKnhTsnUpzpT_FbxdU4ija8BVNDaWZUcBQc-B8kfEOipAyLoTgGPXzwSQUlWv7E2DRE7vHJc0Ab9A/s3507/2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3507" data-original-width="897" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOi2rz1kgb_eZTUaeVM981xewIsyyPUzA4MogPmPzKMP-DG_83ReEGUaET2o5qGNKnhTsnUpzpT_FbxdU4ija8BVNDaWZUcBQc-B8kfEOipAyLoTgGPXzwSQUlWv7E2DRE7vHJc0Ab9A/w163-h640/2.jpg" width="163" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cassiodoro, raffigurato nelle vesti di diacono, nel mosaico bizantino del VI secolo <br />che celebra l’imperatore Giustiniano e il suo seguito nella basilica di San Vitale a Ravenna. </i><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br />Troncarelli ha individuato il <b>volto di Cassiodoro</b> comparandolo con quello dell’illustre grammatico <b>Donato</b> presente nel <i><b>codex archetypus</b></i> delle <i><b>Institutiones</b></i> (<b>Bamberg Patr. 61, f. 41v</b>). L’immagine del grammatico appartiene a quel corredo iconografico derivante da Cassiodoro, che avrebbe lasciato un compendio del suo nome fra i riccioli della figura di Donato, e che in realtà rappresenterebbe lo stesso Cassiodoro. Sempre secondo Troncarelli, il volto del diacono del mosaico sarebbe stato ricalcato proprio su questa immagine, ripresa molti secoli dopo anche per il ritratto di Cassiodoro presente nel codice delle <i><b>Institutiones</b></i> posseduto da <b>Petrarca</b> (di quest’ultimo codice e della miniatura raffigurante Cassiodoro ho avuto modo di scrivere lo scorso anno: <a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2020/08/petrarca-possedeva-un-codice-riccamente.html">https://domenicocondito.blogspot.com/2020/08/petrarca-possedeva-un-codice-riccamente.html</a>
).
Sappiamo che Cassiodoro si definiva semplicemente <b>“conversus”</b>, e il papa lo chiamava <b>“vir religiosus”</b>, ma Troncarelli ricorda che tali qualifiche non escludevano affatto che potesse essere anche un <b>diacono o un suddiacono</b>, riportando a conferma esempi molto significativi in tal senso. Nel caso di Cassiodoro, riferisce che a definirlo <i><b>Senator diaconus</b></i> è <b>“il più antico catalogo della biblioteca di Lorsch del IX/X secolo”</b>, e che tale notizia è stata ripresa e avvalorata da autorevolissimi studiosi (Wilmanns, Mommsen, Halporn, Häse).
<br /><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd-fvehXCPorrAsBxT9IHEruC2j577uFf4Hqirxe5ofadSeCe28uYiyEEov3zunbi107vWiC-SiOx1qJ7TbpNzBj_2Jc2bSw6NLXAhAcwDOkX4zj67RDapq2rkqBQdUmnMwLKE2DCG4A/s1225/3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1225" data-original-width="1112" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd-fvehXCPorrAsBxT9IHEruC2j577uFf4Hqirxe5ofadSeCe28uYiyEEov3zunbi107vWiC-SiOx1qJ7TbpNzBj_2Jc2bSw6NLXAhAcwDOkX4zj67RDapq2rkqBQdUmnMwLKE2DCG4A/s320/3.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il volto di Cassiodoro nel più celebre mosaico di Ravenna.<br /></i></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br />La figura di <b>Cassiodoro</b>, <b>nelle vesti di diacono che regge un evangeliario</b>, individuata da Troncarelli nel mosaico dell’<b>imperatore Giustiniano con il suo seguito a Ravenna</b>, è collocata a destra del vescovo Massimiano, indicato da una epigrafe posta sopra il suo capo. Il vescovo stringe nelle mani una croce decorata da gemme. A sinistra, l’imperatore Giustiniano, che sostiene una patena con il pane eucaristico offerto a Cristo Cosmocrator, che si trova al centro del catino absidale. La figura anziana, che s’intravede appena dietro di loro, è Belisario.
<br /><br /><b>La scoperta del prof. Troncarelli è davvero straordinaria</b>, perché si tratterebbe del <b>più antico e veritiero ritratto di Cassiodoro a noi pervenuto</b>. Una testimonianza preziosissima che lo rappresenta in “un momento di gloria religiosa e culturale, ben diverso da quella delle cariche pubbliche del passato”. Una fase che precede il suo soggiorno a Costantinopoli, che lo studioso non ritiene probabile prima del 546; e che precede soprattutto il suo rientro definitivo in Calabria. Qui, a <i><b>Scillacium</b></i>, fonderà il monastero <i><b>Vivariense</b></i> con la sua ricca biblioteca, scrivendo una delle pagine più significative della cristianità e della cultura europea. Un nuovo mondo compariva all’orizzonte, e Cassiodoro ne era il precursore.</div></div></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-11084300308729649932021-03-19T09:37:00.004+01:002021-10-22T21:37:03.739+02:00Il babelismo di certa teologia contemporanea<div style="text-align: justify;"><b>Il cosiddetto "principio di realtà", ovvero il primato del reale sull'ideale, dell'esperienza sulla Scrittura, è l'origine di ogni forma di relativismo.</b><br /><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito</i><br /><br />Quando si teorizza la Verità come opinabile, tutte le opinioni rivendicano la parvenza di Verità. È le “nouveau babélisme” di certa teologia contemporanea di area cattolica.
<br />Il magistero della Chiesa ha definito la teologia morale come «la scienza procedente dalla divina Rivelazione che ordina gli atti umani alla beatitudine soprannaturale», in relazione, cioè, al fine ultimo ed eterno dell’uomo che è la comunione con Dio. Al contrario, alcuni teologi contemporanei pretendono di reinterpretare la Rivelazione per riformulare la teologia morale a uso e consumo degli orientamenti del “mondo”, destinato prima o poi a finire. “Dimenticano”, cioè, che la missione della Chiesa non è di assecondare il mondo, ma di ricapitolare ogni cosa in Cristo.
<br /><br />E provate a leggere questi <b>teologi della postmodernità</b>, dove la prospettiva cristocentrica sparisce, in nome di una “sistematica giuridica” che parte dai “diritti dei soggetti” a essere riconosciuti per il “bene” che loro sono in grado di vivere, o che loro stessi reputano tale. Questo tipo di teologia morale non punta a elevare l’uomo verso un bene ideale da raggiungere, ma teorizza limiti e fragilità della condizione umana come il bene possibile. È la logica del cosiddetto "principio di realtà", o del primato del reale sull’ideale, dell'esperienza sulla Scrittura, l'origine di ogni forma di relativismo.
Ne scaturisce una legge morale costruita sulla persona, o meglio sul “diritto soggettivo”, e non ispirata dai contenuti della Rivelazione, che è la comunicazione all’uomo dell’eterno disegno di Dio. È il modello culturale dominante che pretende di riscrivere l’eterna legge di Dio, e non il contrario.
Questo radicale capovolgimento di prospettiva, così diffuso nella teologia contemporanea, è una novità assoluta del nostro tempo. Si tratta di una teologia rasoterra, orizzontale, appiattita sull’uomo e non ispirata da Dio.
Ma l'Apostolo ci ammonisce: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono” (Ebrei 13, 8-9).
<br /><br />Qual è la ragione principale di questa deriva teologica e spirituale? <br /><b>Nei teologi postmoderni è assente lo spirito contemplativo.
</b><br /><br />Nel 2006, in una omelia pronunciata nel giorno della festa di San Bruno, fondatore dell’Ordine Certosino, Papa Benedetto XVI affermò che “Silenzio e contemplazione - caratteristica di San Bruno - servono per poter trovare nella dispersione di ogni giorno questa profonda, continua, unione con Dio. Silenzio e contemplazione: la bella vocazione del teologo è parlare. Questa è la sua missione: nella loquacità del nostro tempo, e di altri tempi, nell’inflazione delle parole, rendere presenti le parole essenziali. Nelle parole rendere presente la Parola, la Parola che viene da Dio, la Parola che è Dio”.
<br />E la potenza santificante della Parola, la sua intrinseca fecondità, ci conduce alla Verità tutta intera, senza fingimenti e compromessi.<br /><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFb4uRaZ28n0TK-tEhipwNG3oDW8rJukE1J4oMVAA30aFG4VFjMIFAfgf3f-U7JuqAl8IzrKTU00I1bzK3NbolMR8JHYFr381axqNGcJ6QSKdRNK0VYZ1xy1bVB3Q44yjx7nRdQtsaQA/s1170/Guido-Reni-Gloria-di-San-Domenico-Cappella-di-San-Domenico.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1170" height="582" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFb4uRaZ28n0TK-tEhipwNG3oDW8rJukE1J4oMVAA30aFG4VFjMIFAfgf3f-U7JuqAl8IzrKTU00I1bzK3NbolMR8JHYFr381axqNGcJ6QSKdRNK0VYZ1xy1bVB3Q44yjx7nRdQtsaQA/w640-h582/Guido-Reni-Gloria-di-San-Domenico-Cappella-di-San-Domenico.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Guido Reni, Gloria di San Domenico,
primo quarto del sec. XVII, <br />Basilica di S. Domenico, Bologna.<br />"La sua parola bruciava come fiaccola..."<br /></i></td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-55988630221422171182021-03-14T19:24:00.011+01:002022-03-08T10:43:02.391+01:00Diego Fusaro, Aleksandr Dugin e l'apostasia di certo sovranismo cattolico<div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito</i><br /><br /><b>La storia è sempre pronta a dare il peggio di sé. Basterà aprirgli solo uno spiraglio, e il “grande impostore” ricomparirà sul proscenio del mondo, facendolo precipitare in un abisso di orrore. </b></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Un serio pericolo in tal senso è rappresentato dal pensiero antioccidentale, antiglobalista e anticattolico del filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin, che di recente ha espresso il suo sperticato sostegno al nuovo partito di Diego Fusaro, “Ancora Italia - Per la sovranità democratica”. Spiace che certo sovranismo di area cattolica, prevalentemente di matrice salviniana, creda di aver individuato in Dugin un riferimento teorico certo a sostegno delle proprie battaglie sovraniste. La posizione di questi cattolici è in netto contrasto con la dottrina tradizionale della Chiesa, e vi spiego perché. <br /><br />Aleksandr Dugin è il teorizzatore del nazionalbolscevismo, da intendersi come “comunismo di destra”, il cui obiettivo è quello d’instaurare un "impero euro-asiatico" capace di contrastare e combattere il capitalismo e l’occidente ateo, modernista e culla dell’ideologia LGBT. Il nuovo ordine post occidentale così costituito dovrebbe ristabilire il legame con la tradizione cristiana antica, che l’Occidente e in particolare l’Europa avrebbero ormai perduto. Tale missione restauratrice, secondo Dugin, spetta alla Russia di Putin e all’Ortodossia cristiana russa, e cioè alla “identità russa”, ultima e sola erede della tradizione romana, greca e bizantina. Una profonda opera di restaurazione da attuarsi anche nell'Unione Europea, in contrapposizione al protestantesimo e allo stesso cattolicesimo, ormai corrotti e decomposti dal modernismo e incapaci, secondo il filosofo russo, di restaurare in Europa il primato dei valori spirituali.</div><div style="text-align: justify;"> <br />Questo progetto giustificherebbe le mire espansionistiche di Putin nei paesi dell’ex Unione Sovietica, dalle regioni baltiche fino al Mar Nero, stabilendo anche una sorta di protettorato nell'Europa occidentale. Tuttavia, il riferimento di Dugin al cristianesimo è puramente strumentale, giusto per coinvolgere nel progetto del nuovo ordine post-occidentale la Chiesa Ortodossa Russa, in considerazione del suo ruolo centrale nel mondo slavo orientale. In realtà, non c’è nulla di cristiano, e tantomeno di cattolico, nel suo pensiero. Se da un lato Dugin sviluppa l’ontologia esistenziale di Martin Heidegger, del tutto estranea al cattolicesimo (con buona pace del prof. Philippe Capelle-Dumont), dall’altro s’ispira alle dottrine delle antiche società iniziatiche, gnostiche ed esoteriche di carattere politeista, e si dichiara anche seguace di René Guenon. Il filosofo russo, infatti, ritiene che le religioni “pagane”, al contrario delle tre religioni monoteiste, siano più adatte a realizzare la sua idea di impero.</div><div style="text-align: justify;"> <br />Dugin ha denominato questa idea di impero "quarta teoria politica" (abbreviato "4pt"). “Quarta”, perché si propone di superare le tre teorie politiche che, a suo avviso, hanno delineato il mondo moderno: fascismo, comunismo e liberalismo; “quarta”, in quanto il quattro è il numero sacro di Giove, il pianeta dell'ordine e della monarchia, e al contempo un simbolo indo-europeo patriarcale del Dio del Cielo — Dyaus, Zeus, Deus, padre di tutti gli Dei conosciuti nell’era pagana. </div><div style="text-align: justify;">Scrive Dugin che «Il regno del nazional-bolscevismo, il Regnum, l'Impero della Fine (...) è il ritorno degli angeli, la resurrezione degli eroi, l'insurrezione del cuore contro la dittatura della ragione. Questa “Ultima Rivoluzione” è compito dell'acefalo, il portatore senza testa di croce, falce e martello, coronato dal sole dello svastika eterno».</div><div style="text-align: justify;"> <br />E «La Quarta Teoria – scrive ancora Dugin - è un recupero del nazional-bolscevismo che rappresenta il socialismo senza materialismo, ateismo, modernismo e progressivismo». Ma è altresì «un recupero della Tradizione spirituale gnostica ed esoterica originaria e un invito al dialogo costruttivo fra la sinistra radicale e la Nuova Destra debenostiana, oltre che con i vari movimenti Verdi ed ecologisti, superando vecchi steccati ideologici ed approdando a nuove sintesi ideali». <br />Secondo il filosofo russo come si arriverà a questa nuova era segnata dall’affermazione dell’Impero della Fine? Per rispondere a questa domanda, Dugin attinge alla mistica escatologica indo-aria tramandata in India, prefigurando una <b>guerra globale</b>. Ecco le sue parole: «Nella tradizione indo-aria la fine dell'era corrente assisterà al ritorno di Dio sulla Terra. Una nuova gloriosa Età dell'Oro sorgerà. La Sua venuta inizierà una Grande Guerra, dopo la quale Egli fonderà il suo regno millenario. Questa sarà l'era descritta come Krita Yuga negli antichi testi hindu — un'età di giustizia, dovere, virtù e felicità; un tempo nel quale il "Grande Dio Bianco" del Cielo regnerà supremo sulla Terra. Nella religione hindu sarà il decimo e finale avatāra del Signore Visnu: Kalki il Distruttore».</div><div style="text-align: justify;"> <br />Non credo sia necessario aggiungere altro, per sostenere che la dottrina di Dugin sia profondamente anticristiana e anticattolica. Sorprende, quindi, che alcuni sovranisti cattolici aderiscano al suo pensiero per sostenere le proprie battaglie antiglobaliste, e magari in nome dei valori spirituali in cui credono. È vero, l’Occidente ha eletto a proprio dio il “mercato”, il vitello d’oro del nostro tempo, affermando il primato del profitto sull’Uomo e sulla sua dimensione spirituale, e rinnegando le proprie radici cristiane. Da cattolico, la mia personale opposizione a questo sistema è radicale e definitiva. Ma la "via" per uscire da questo disastro della storia non può essere quella indicata da Fusaro o dal suo pericolosissimo mentore Aleksandr Gel'evič Dugin.
<br /><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcB6IMCzNEhMckbFqI7ELEJxNkgDz_roLlQNDUw9PsA_XeLs-q6kdwTu77y6pbAHK5hdUpN6eoH76DstOwoFko36EjmAIBq1zADQ1pf6IhNrqV3SUM7B781uVJW8g-81fEyge3mrhpQw/s1239/Immagine-per-Commento-al-Vangelo.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1239" data-original-width="800" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcB6IMCzNEhMckbFqI7ELEJxNkgDz_roLlQNDUw9PsA_XeLs-q6kdwTu77y6pbAHK5hdUpN6eoH76DstOwoFko36EjmAIBq1zADQ1pf6IhNrqV3SUM7B781uVJW8g-81fEyge3mrhpQw/w414-h640/Immagine-per-Commento-al-Vangelo.png" width="414" /></a></div><br />Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-40129551964571183772021-02-28T19:56:00.000+01:002021-02-28T19:56:24.705+01:00Helmut Hoping, Il mio corpo dato per voi. Storia e teologia dell'eucaristia, Queriniana Edizioni.<p><b>Uno dei più importanti testi di teologia pubblicati negli ultimi anni. </b></p><p><i>Domenico Condito</i><br /></p><p style="text-align: justify;">L’autore, il teologo tedesco Helmut Hoping, analizza il sacramento dell’eucarestia associando la trattazione dogmatica alle diverse forme della celebrazione eucaristica nel corso dei secoli. Un percorso di approfondimento che parte dall’ultima Cena di Gesù con i discepoli, e dalla celebrazione eucaristica delle origini, passando poi in rassegna lo sviluppo della Messa nelle diverse epoche, fino alla riforma del Messale romano voluta dal Concilio Vaticano II. <br />Sono trattate, inoltre, le controversie teologiche del passato sull’eucarestia (Medioevo, Lutero, Concilio di Trento), come anche le questioni attuali che contrappongono la forma della celebrazione tradizionale, rito tridentino, a quella moderna, post-conciliare. Sempre inquadrando il significato dell’eucarestia nel contesto di una fenomenologia del dono. <br />Friedrich Nietzsche, nel suo <i>Anticristo</i> (1888), sosteneva che il sacrificio di Cristo rappresentava una ricaduta nel paganesimo. Helmut Hoping, al contrario, argomenta che il dono della vita, fino alla morte, che Gesù anticipò nei segni dell’ultima cena, ne rappresenta il definitivo superamento: “Il sacrifico della croce è l’unico sacrificio divino che supera tutti i sacrifici che gli uomini possono offrire a Dio. È il sacrifico nel quale il suo Figlio dà la propria vita fino alla morte (sacrificium), il dono più grande possibile di Dio a noi essere umani – un capovolgimento, una rivoluzione non compresa dalla “teoria del capro espiatorio” di René Girard che vede l’essenza del sacrificio nella vittimizzazione. L’essenza del sacrificio non si trova nella violenza, ma nel dono”.
<br />Un volume prezioso, quindi, uno squarcio di luce in questi tempi bui, in cui la stessa Chiesa cattolica, colpita da una crisi durissima, è chiamata a superare una prova terribile.
<br /><br />Helmut Hoping, <i>Il mio corpo dato per voi. Storia e teologia dell'eucaristia</i> (Biblioteca di teologia contemporanea 173), Queriniana Edizioni 2015, pagine 416.<br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC4wsqe0rIhIX1o8cEmxP4_Pq-XfuVHg7Iv6iuBmFYtIqBZoVhvV2VlSIuQN_pkDDZWTfQpjV9BY3_PBIamcmLlwmAk1gEEwPCs5w6BcNJ7XzyJm_fWLILlYEBiJHzWTO3G4pWXA9oig/s1488/btc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1488" data-original-width="843" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC4wsqe0rIhIX1o8cEmxP4_Pq-XfuVHg7Iv6iuBmFYtIqBZoVhvV2VlSIuQN_pkDDZWTfQpjV9BY3_PBIamcmLlwmAk1gEEwPCs5w6BcNJ7XzyJm_fWLILlYEBiJHzWTO3G4pWXA9oig/w226-h400/btc.jpg" width="226" /></a></div><br />Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-50660670089351620772020-11-19T11:38:00.011+01:002020-11-21T16:34:27.716+01:00Vito Mancuso confonde i Sacramenti con i Baci Perugina<div style="text-align: justify;"><b>Il vizio originario del Mancuso-pensiero.</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b><i>Domenico Condito</i></div><div style="text-align: justify;"><br />Vito Mancuso, è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini nel Duomo di Milano il 7 giugno del 1986. Successivamente, ricevuta la dispensa papale dal celibato ed essendo dimesso dallo stato clericale, ha chiesto e ottenuto di sposarsi in chiesa con il rito cattolico. Da allora, attraverso i suoi libri, conduce un attacco sistematico e sempre più violento alle verità della fede cattolica. Forse, il termine “violento” sembrerà eccessivo, ma non bisogna lasciarsi ingannare dalla mitezza apparente, dai toni suadenti e dalla soavità del sorriso, perché Mancuso colpisce con una clava rivestita d’ovatta per mascherarne l'impatto. </div><div style="text-align: justify;">L’elaborazione del Mancuso-pensiero procede attraverso il tentativo di scardinare il <i>depositum fidei</i>, di delegittimare la Chiesa cattolica, vero Corpo mistico di Cristo. È la classica “uccisione del padre” (o dei "Padri", in questo caso), che in quanto tale risponde più a un bisogno personale di "distacco", che non a una naturale e libera progressione del pensiero. Questo è il vizio originario che rende poco credibile la sua narrazione teologica: in fondo, Mancuso continua a parlarci più di se stesso che di Dio. Nei suoi libri sembra voler razionalizzare la propria personale delusione, la crisi dell'abbandono, trasformandola in una nuova teologia. Eppure, “questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: attraverso la folla avanzav(a) tra i primi fino alla casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia di una moltitudine in festa” [Salmo 42 (41), 5].
<br />Nei giorni scorsi, riproponendo un vecchio post su Facebook, ha negato la verità dei Sacramenti, confondendoli forse con i Baci Perugina: "... <span style="text-align: left;">non
è il divino a stabilire il bene, ma è il bene a stabilire il divino.
Primato della vita sui libri sacri, sui dogmi, sulle gerarchie
ecclesiastiche. Una parola gentile, uno sguardo affettuoso, un
abbraccio, una carezza... ecco i veri sacramenti."<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Una teologia </span><span style="text-align: left;">sacramentaria</span> accomodante, facile facile, per anime flaccide e imborghesite, capace di narcotizzare le coscienze.
È il "cristianesimo senza sforzo", buono per la pubblicità della Coca-Cola a Natale.
Eppure, Mancuso dovrebbe ricordare: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!” (Lc 12, 49-50). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt8gDqTG8H89aaVFmET3zpbUtJjDay0Qx02FpiTgITrB-YF70ji3qfwb7Ao-kraruepJGqiKq2D1Q1WEyHDcRmDq-eiWuh57RaUx8KPi1TidmbkDEmYvoVfY5RPJ5IT-sumvUNF99QfA/s851/mancuso.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="579" data-original-width="851" height="435" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt8gDqTG8H89aaVFmET3zpbUtJjDay0Qx02FpiTgITrB-YF70ji3qfwb7Ao-kraruepJGqiKq2D1Q1WEyHDcRmDq-eiWuh57RaUx8KPi1TidmbkDEmYvoVfY5RPJ5IT-sumvUNF99QfA/w640-h435/mancuso.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-35106671722200408632020-09-22T16:13:00.004+02:002020-09-22T16:45:35.475+02:00Cristianesimo arabo: la chiesa di Jubail in Arabia Saudita<div style="text-align: justify;"><b>La storia e la letteratura del cristianesimo arabo sono poco conosciute, e spesso in alcuni paesi i siti arabo-cristiani più antichi vengono occultati o vandalizzati.
Il caso emblematico della chiesa di Jubail, in Arabia Saudita, una delle più antiche chiese cristiane del pianeta, nascosta dal regime e vandalizzata dalla gente del posto. </b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"> <i>Domenico Condito</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci fu un tempo in cui una parte significativa del mondo cristiano parlava e scriveva in arabo, producendo una <b>letteratura arabo-cristiana</b> oggi quasi sconosciuta. D’altronde, <b>la presenza dei cristiani arabi in Medio Oriente precede l’avvento dell’Islam</b>, e ha dato un contributo decisivo allo sviluppo culturale, sociale ed economico di quella regione. </div><div style="text-align: justify;">Il cristianesimo arabo si caratterizza per la ricchezza e la varietà delle forme attraverso le quali si è espresso: varie comunità ognuna rifacentesi a una propria Chiesa, ciascuna con tradizione e liturgia proprie. Erano le Chiese dell’Iraq, dell’Egitto, della Siria (che all’epoca comprendeva anche la Palestina e il Libano). A partire dall’VIII secolo, l’arabo fu la lingua abituale dei cristiani di quelle Chiese, che spesso erano bilingui: siriaci-arabi o copti-arabi, e divenne presto la loro lingua ufficiale, sia nell’amministrazione pubblica, che nelle varie espressioni della loro cultura: da allora i cristiani di quelle regioni cominciarono a scrivere e pensare in arabo. </div><div style="text-align: justify;">Esiste una letteratura sia profana che religiosa scritta da cristiani in lingua araba. Si tratta di antichi manoscritti di teologia, liturgia, spiritualità, diritto, morale, esegesi e altre discipline, conservati oggi nelle più prestigiose biblioteche del mondo. Nei secoli IX e X, fu avviata la traduzione in arabo dei Padri della Chiesa a partire dal greco, dal siriaco oppure dal copto, e successivamente si compose direttamente in arabo. Fu anche il tentativo di presentare la fede cristiana ai musulmani nella loro lingua.
Si tratta di un patrimonio immenso, in massima parte inedito e sconosciuto, quello del cristianesimo arabo, che tanto ha significato nella storia delle culture e delle religioni del Medio Oriente. Un tesoro prezioso di conoscenze ed esperienze spirituali e religiose, un percorso luminoso che ha attraversato le diverse tradizioni dell’Oriente cristiano: le Chiese siriache (caldea, siriana, maronita), la Chiesa bizantina, la Chiesa copta e quella Chiesa armena; come anche la Chiesa latina. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una delle chiese cristiane più antiche del pianeta si trova proprio in <b>Arabia Saudita</b>, a poco distanza dalla città di <b>Jubail </b>(foto in basso), sulla costa saudita del golfo Persico. Risale al <b>IV secolo</b> e apparteneva alla <b>Chiesa assira d'Oriente</b>, che era di rito siriaco orientale. Il sito fu scoperto casualmente nel 1986, ma il regime saudita ne impedisce l’accesso ai turisti e persino agli archeologi, trattandosi di un antico luogo di culto cristiano. Com’è noto, le chiese e i simboli cristiani sono ufficialmente banditi in Arabia Saudita. Di recente il sito è stata anche recintato, ma ciò non ha impedito alla gente del posto di entrare nell'area e vandalizzare la chiesa. <br />A proposito, la penisola arabica una volta era un'area a maggioranza ebraico-cristiana di lingua aramaica!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnI9GpANAmQgp_XVs4ZoYrMrl363U842vcosxxwQp5LYmq-o4TzI_7AkFW79UfJDVT1lAltpbQ_zwCoGAcWe0k1r3HN6xee1YNoE0S-LBzyDDz5fuobzxXdS0AybGFdKLzXc8h9aTtKQ/s2048/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1360" data-original-width="2048" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnI9GpANAmQgp_XVs4ZoYrMrl363U842vcosxxwQp5LYmq-o4TzI_7AkFW79UfJDVT1lAltpbQ_zwCoGAcWe0k1r3HN6xee1YNoE0S-LBzyDDz5fuobzxXdS0AybGFdKLzXc8h9aTtKQ/w400-h265/1.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9unVJoQxUcFKe1t2sR_sK5mhcOgLQBPtoy6UhsDmRCM8J24BT-aGBgYZH13oAVY01RsUqoB8y-lFOZkWrpV8931GY6pt0xhRgm9TE3YVcR8En0KXHQvVPju6mmfbXklotDdoW7pCdWw/s1116/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="699" data-original-width="1116" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9unVJoQxUcFKe1t2sR_sK5mhcOgLQBPtoy6UhsDmRCM8J24BT-aGBgYZH13oAVY01RsUqoB8y-lFOZkWrpV8931GY6pt0xhRgm9TE3YVcR8En0KXHQvVPju6mmfbXklotDdoW7pCdWw/w400-h250/2.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDZyDjvO8-Nzg5rW7j-I0EkA5H4QnhNkaF-3d2UUw96UAJqhYDCF9QpUVixAmvXsMwjEzWrPwn66j3W2Jv0NbFiuFkOqS1KbcI2hh1aDWthg1_undLywOzG7ncTtPGJWL7TqL6aBdPmg/s2048/3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1360" data-original-width="2048" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDZyDjvO8-Nzg5rW7j-I0EkA5H4QnhNkaF-3d2UUw96UAJqhYDCF9QpUVixAmvXsMwjEzWrPwn66j3W2Jv0NbFiuFkOqS1KbcI2hh1aDWthg1_undLywOzG7ncTtPGJWL7TqL6aBdPmg/w400-h265/3.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3zosBw2gKyEKyH7uTHkxCVvNPojEIzN-opRhXwE7lqTnTP8iV4Ux7XVkuPlxIF6-faG1fnQoznLoa3EV_TEZ-jpy7P887Mpp9wfBO8-rMxK04W5Ys3s1U1ky7nET9NM90y7w1hZJMIA/s2000/4.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="2000" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3zosBw2gKyEKyH7uTHkxCVvNPojEIzN-opRhXwE7lqTnTP8iV4Ux7XVkuPlxIF6-faG1fnQoznLoa3EV_TEZ-jpy7P887Mpp9wfBO8-rMxK04W5Ys3s1U1ky7nET9NM90y7w1hZJMIA/w400-h300/4.webp" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfKeV1bqN5WJGqWzTBBBQN7yDyuRaamirMJ-KIoOuv7Sv3y8hBD0UJDEvy_jhvnLVhVwVSiZxggBzKfxNvRCL9u4pobRNGs-JLr9Hh20SqOYk4JPIKMv3UzbTrvGnFgV7G_f9LkhFuIw/s1280/5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfKeV1bqN5WJGqWzTBBBQN7yDyuRaamirMJ-KIoOuv7Sv3y8hBD0UJDEvy_jhvnLVhVwVSiZxggBzKfxNvRCL9u4pobRNGs-JLr9Hh20SqOYk4JPIKMv3UzbTrvGnFgV7G_f9LkhFuIw/w400-h225/5.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg402a5NH-KJVXiJwYWorwoXse7n7zvHX1f7aYuJdvu0pgpZNzJBr6o2f3bj3szf0Tw9PlEqcPjlq7mK4ZtFEGZF5XU3OV2wStVF3JESHOUqS12Qy1yV2W-Y51pGw7AOhMxODtKqW_-RA/s787/6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="787" data-original-width="770" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg402a5NH-KJVXiJwYWorwoXse7n7zvHX1f7aYuJdvu0pgpZNzJBr6o2f3bj3szf0Tw9PlEqcPjlq7mK4ZtFEGZF5XU3OV2wStVF3JESHOUqS12Qy1yV2W-Y51pGw7AOhMxODtKqW_-RA/w391-h400/6.jpg" width="391" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIXzMa3FgonYMBRf1nUTDq5gOPH6OSQBbM6Kmfm42UMfb4nyL8itsic7mFUHa00dRcdOJrwz41V3bvyvtjkNJnaEVyxDIg1oTqsFMYXTNJQVdSI5AC0vIaNSZQNHtkM0vFQDDV1zolzg/s959/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="959" data-original-width="750" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIXzMa3FgonYMBRf1nUTDq5gOPH6OSQBbM6Kmfm42UMfb4nyL8itsic7mFUHa00dRcdOJrwz41V3bvyvtjkNJnaEVyxDIg1oTqsFMYXTNJQVdSI5AC0vIaNSZQNHtkM0vFQDDV1zolzg/w313-h400/7.jpg" width="313" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWUxT73uXNvbNMQTHTj2uahfgbIfp2yI6ZmC_58nppK9oeVAZ1_R5Ihszqycit54hk86NSkKE86qdNV64m0yWxfGAKkshuBmA1Et34nrpLDaOhB_fxKNMnxGf4CqLT72ol-o-4UDsGug/s1152/8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="828" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWUxT73uXNvbNMQTHTj2uahfgbIfp2yI6ZmC_58nppK9oeVAZ1_R5Ihszqycit54hk86NSkKE86qdNV64m0yWxfGAKkshuBmA1Et34nrpLDaOhB_fxKNMnxGf4CqLT72ol-o-4UDsGug/w288-h400/8.jpg" width="288" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyVYkQZnJxHpf1-39pjpoJVW7wBgN5HYMzlbPMOHPz3AGOdPftwrfnFe4wthkl8KVXmaXTBQJcXLXe3xakL-8UH6USdbhTBl-CiX2HxcFMdh9V3dx9qsllmlVXdcWCpmcg7VRGMToYmw/s987/9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="987" data-original-width="749" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyVYkQZnJxHpf1-39pjpoJVW7wBgN5HYMzlbPMOHPz3AGOdPftwrfnFe4wthkl8KVXmaXTBQJcXLXe3xakL-8UH6USdbhTBl-CiX2HxcFMdh9V3dx9qsllmlVXdcWCpmcg7VRGMToYmw/w304-h400/9.jpg" width="304" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdUVrsDsJPNVAYDwJRrducfQkee7HPV5V66HkR18a7OHpzZqe6I1GrdSW9MmmQLfZwlXrJrdgtkP3oXxV2k4ogl4iWKMyIhCQKhXhpEha5f7jXuajrg1oqKcvtqJSn8R6i1qUWQ0OhOg/s2048/10.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="2048" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdUVrsDsJPNVAYDwJRrducfQkee7HPV5V66HkR18a7OHpzZqe6I1GrdSW9MmmQLfZwlXrJrdgtkP3oXxV2k4ogl4iWKMyIhCQKhXhpEha5f7jXuajrg1oqKcvtqJSn8R6i1qUWQ0OhOg/w400-h400/10.jpeg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPdUzxh-WQEw_4IWWUU0ANYRtrJ-n6FUQYTawegMrrOIHj7JdAmD7AwaXEGzZa4LxsXBQ0vbgEe8a-7ZOTiCRADMqrlZcmZruNoHAHAmw9hCwxlkpm94bHaLUxNyZj3WaVaTiX-a_eMg/s2000/11.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="2000" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPdUzxh-WQEw_4IWWUU0ANYRtrJ-n6FUQYTawegMrrOIHj7JdAmD7AwaXEGzZa4LxsXBQ0vbgEe8a-7ZOTiCRADMqrlZcmZruNoHAHAmw9hCwxlkpm94bHaLUxNyZj3WaVaTiX-a_eMg/w400-h300/11.webp" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEx4n_4Ztk1uvM5GzPkTqMTrTp3lq4COMSKUKjqlSO3UUhnqaJvRYRjJ3UN5G8gqYONko5ZJZZtgFjYmTidryzkUCKPEutPxOv_rMIlNPcSNCEtzvEjDTKLK2Np52kd4ZCzcrM5SrykQ/s2048/12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1360" data-original-width="2048" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEx4n_4Ztk1uvM5GzPkTqMTrTp3lq4COMSKUKjqlSO3UUhnqaJvRYRjJ3UN5G8gqYONko5ZJZZtgFjYmTidryzkUCKPEutPxOv_rMIlNPcSNCEtzvEjDTKLK2Np52kd4ZCzcrM5SrykQ/w400-h265/12.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg-v02I91uaxrzEaTo3XQX944sRnExntT8ya2_A3iDFhSbddtj9FMuzWgbsEfb687sRHGbxI-QNhlYnfQup0TD-xLu-EfgLkV9tPxrQo2X_XKMKmpKHnvWWJu7oLylPllaI7l4AYpSmA/s2048/13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1360" data-original-width="2048" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg-v02I91uaxrzEaTo3XQX944sRnExntT8ya2_A3iDFhSbddtj9FMuzWgbsEfb687sRHGbxI-QNhlYnfQup0TD-xLu-EfgLkV9tPxrQo2X_XKMKmpKHnvWWJu7oLylPllaI7l4AYpSmA/w400-h265/13.jpg" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0Al Jubayl Arabia Saudita26.9597709 49.5687416-1.3504629361788467 14.412491600000003 55.270004736178848 84.72499160000001tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-87916391851262835962020-08-26T09:34:00.010+02:002020-08-26T13:16:43.680+02:00L'affresco di San Gregorio Taumaturgo nella Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš a Prizen in Kosovo<p><b>L'affresco fu dipinto dal <span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto">maestro Mihajlo Astrapa </span></b><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><b>tra il 1307 e il 1313. </b></span></span></p><p><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><b></b></span></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyY8efPHdKTP15v1obCD64qsWLibWRzhSsJb4OHCSxxdpLWgviPIz9Da9Ayj9dgKJL3GI1L4v-LaShDC-0OEy-uohgoz7nAaxDs1NjZsvPl0q3SEe80el5PXmh985o6xPYJMgQ-t6OMg/s1440/2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1440" data-original-width="893" height="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyY8efPHdKTP15v1obCD64qsWLibWRzhSsJb4OHCSxxdpLWgviPIz9Da9Ayj9dgKJL3GI1L4v-LaShDC-0OEy-uohgoz7nAaxDs1NjZsvPl0q3SEe80el5PXmh985o6xPYJMgQ-t6OMg/w496-h800/2.jpg" width="496" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>San Gregorio Taumaturgo<br />Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš a Prizen (Kosovo).</i><br /></td></tr></tbody></table><p style="text-align: justify;">La <b>Cattedrale di Nostra Signora </b><b>di Ljeviš</b>, appartenente alla <b>Chiesa Ortodossa Serba</b>, fu fondata all'inizio del <b>XIV secolo</b> dal <b>re Stefano Uroš II Milutin Nemanjić</b>, nella città di <b>Prizren</b>, in <b>Kosovo</b>, sul sito di una chiesa risalente al IX-X secolo. Prizen fu per un certo periodo la capitale dello Stato serbo e la città preferita dalla dinastia Nemanjić.
Dopo la proclamazione del Patriarcato serbo, nel 1346, la chiesa fu elevata al rango di Metropolita, ma il 21 giugno 1455 Prizen fu conquistata dai turchi ottomani, che convertirono la chiesa in moschea. I turchi intonacarono e ridipinsero l'interno e l’esterno della chiesa, e per far aderire meglio il nuovo intonaco abbatterono a colpi di martello gran parte dei preziosi affreschi. Quelli scampati alla <span class="st">furia iconoclasta</span> scomparvero per secoli sotto l’intonaco. I turchi modificarono anche la struttura della chiesa, realizzando delle divisioni interne e aggiungendo dei minareti. Quando, nel 1912, Prizen fu liberata dalla dominazione ottomana, Nostra Signora di Ljeviš tornò ad essere un tempio cristiano. Furono rimossi i minareti, si ripristinò per quanto possibile la struttura originaria della chiesa, e gli affreschi furono liberati dall’intonaco che li ricopriva, rimanendo comunque gravemente danneggiati.</p><p style="text-align: justify;"> Dal 1999 al 2002, la chiesa è stata protetta ininterrottamente dai soldati della Kosovo Force (KFOR), una forza militare internazionale guidata dalla NATO. Il 17 marzo 2004, in una delle campagne di violenza contro la minoranza Serba in Kosovo, la chiesa venne di nuovo vandalizzata e data alle fiamme, questa volta ad opera di musulmani albanesi, che tentarono anche di farla saltare in aria con esplosivo. Il 31 luglio 2006, la cattedrale venne inserita nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. </p><p style="text-align: justify;">Gli affreschi più antichi conservati nella chiesa risalgono al XIII secolo, e comprendono le raffigurazioni delle “Nozze di Cana”, della “Guarigione del cieco” e della “Vergine con bambino”, noto come affresco del “bagno di Cristo”, che fu gravemente sfregiato e deturpato nell’attacco del 2004. Gli altri affreschi sono opera del maestro <b>Mihajlo Astrapa</b> e dei suoi assistenti, e furono realizzati tra il 1307 e il 1313. Questi comprendono la rappresentazione della “Passione di Cristo”, di miracoli e parabole, nonché vari ritratti di santi, compreso quello di San Gregorio Taumaturgo, e di personaggi storici serbi (Stefan Nemanja , San Sava, Re Milutin, ecc.).
<b>L’AFFRESCO DI SAN GREGORIO TAUMATURGO</b> è inserito in un <b>ciclo particolarmente prezioso e significativo dipinto attorno all’abside centrale della chiesa</b>. A partire da questa, e proseguendo lungo le pareti laterali dell’altare, sono raffigurati dei <b>Santi vescovi che concelebrano la Divina Liturgia</b>. Tutti indossano omoforio e felonio. Nella parte centrale dell’abside, sono riconoscibili San Basilio Magno e San Giovanni Crisostomo. Nelle pareti laterali dell’altare, troviamo Sant'Atanasio il Grande, a sinistra, e San Gregorio il Teologo, a destra; entrambi sostengono dei rotoli con preghiere. A seguire, nella parete a sinistra dell'abside, rivolta verso la navata, è raffigurato <b>SAN GREGORIO TAUMATURGO</b>, con un incensiere nella mano destra e un libro chiuso nella sinistra; dietro il Santo, un giovane diacono. Sulla parete opposta, in posizione controlaterale, San Cirillo di Alessandria sostiene con entrambi le mani un libro chiuso; anche lui è seguito da un diacono.
<br /><br /><b>SAN GREGORIO TAUMATURGO</b> è il <b>PATRONO DI STALETTÌ</b>, in <b>CALABRIA</b>, che ne custodisce le reliquie nella chiesa di fondazione bizantina dedicata al Santo.</p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtY-vwUgxmRmYYoV0urx8JLCN_76qb1AEm28TuNeha0mm3_GbrOKTT3AwlZbyLhRg9xElNHmMNubcYTF8QSvoOF5pWWVdFIsHsnqEQ-84BOnMaIQbxVbTO27xQg2pvBgzdWJhFEvxdsA/s1075/1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1075" data-original-width="900" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtY-vwUgxmRmYYoV0urx8JLCN_76qb1AEm28TuNeha0mm3_GbrOKTT3AwlZbyLhRg9xElNHmMNubcYTF8QSvoOF5pWWVdFIsHsnqEQ-84BOnMaIQbxVbTO27xQg2pvBgzdWJhFEvxdsA/s640/1.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>San Gregorio Taumaturgo (particolare) <br />Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš a Prizen (Kosovo).</i></td></tr></tbody></table> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVMuf3efgZY76lA2XkR-b9b_xDHqLXfsA6QyrRfPnH_GojtXWEbApwHICJyPKNoSXz6tBT9o5p1yjzC0yGot1mzDtt-uvluOXN4MfVE75tBvqTZkNLPAPlCn96elYrLzf5CXlVbmJjIA/s1440/2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1440" data-original-width="893" height="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVMuf3efgZY76lA2XkR-b9b_xDHqLXfsA6QyrRfPnH_GojtXWEbApwHICJyPKNoSXz6tBT9o5p1yjzC0yGot1mzDtt-uvluOXN4MfVE75tBvqTZkNLPAPlCn96elYrLzf5CXlVbmJjIA/w496-h800/2.jpg" width="496" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>San Gregorio Taumaturgo<br />Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš a Prizen (Kosovo).</i></td></tr></tbody></table><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXjPq_QNllPHN569fSob88AofbDeeZ8ZAGubyUVOzr_by_hqmqDPvvsz-513FNvUUPN2TKRe_qIcBtu2lvO7H8hD6pJNYzIr8fa_9_sOPki_iuVBhYqKcwvUqqmDbQ-d2iMVN-Q6J36A/s1911/3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1911" data-original-width="1463" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXjPq_QNllPHN569fSob88AofbDeeZ8ZAGubyUVOzr_by_hqmqDPvvsz-513FNvUUPN2TKRe_qIcBtu2lvO7H8hD6pJNYzIr8fa_9_sOPki_iuVBhYqKcwvUqqmDbQ-d2iMVN-Q6J36A/s640/3.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto">San
Gregorio Taumaturgo <br />Affresco del XIV sec. nella Cattedrale di Nostra
Signora di Ljeviš, a Prizen, in Kosovo. <br />San Gregorio Taumaturgo è
raffigurato con un incensiere nella mano destra <br />e un libro chiuso in
quella sinistra; dietro di lui, un giovane diacono.</span></i></td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8bhOuRDEkJ5GLIygL56sExirOgeY_gmdaiN_E3gm3NzB215zUPU7TMfSMiwTCpqlhnxGpqSZblYIIZVJn77mE7Y-VqSp2iVU4asZBhRrCQknNRLoWebzZUaZDzQLkN14NXB8j6nSj6g/s1137/7.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="948" data-original-width="1137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8bhOuRDEkJ5GLIygL56sExirOgeY_gmdaiN_E3gm3NzB215zUPU7TMfSMiwTCpqlhnxGpqSZblYIIZVJn77mE7Y-VqSp2iVU4asZBhRrCQknNRLoWebzZUaZDzQLkN14NXB8j6nSj6g/s640/7.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto">Abside
centrale della Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš, attorno alla
quale si sviluppa il ciclo di affreschi dei Santi vescovi che celebrano
la Divina liturgia.</span></i></td></tr></tbody></table></div><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBmH2TFJvM4UDbcwsiwBaEMyyZ_6gCAIMxuzUX2KBrFVuXG-rcayNe11H76URUCATtKB5AxlltN-__KrrxCZAEVm6MIHmE1uzuNv_V-25IQujctzVn9KSeFs6ScE0X_hw6EBS8f6BB5g/s1080/66659122_518761082245600_8038051995774983832_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="810" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBmH2TFJvM4UDbcwsiwBaEMyyZ_6gCAIMxuzUX2KBrFVuXG-rcayNe11H76URUCATtKB5AxlltN-__KrrxCZAEVm6MIHmE1uzuNv_V-25IQujctzVn9KSeFs6ScE0X_hw6EBS8f6BB5g/s640/66659122_518761082245600_8038051995774983832_n.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto">Cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš </span></i><i><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto">a Prizen, in Kosovo.</span></i></td></tr></tbody></table><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz1g8vRBNBiy8PS7W_Na_kFC1bD5FSaT4aa5MxcQI2LPyIEwiZeAdDAB0JlBqOdz1edyqGs-uaX5y2J9GqDQ9FFI7Is3lELVYVSF5cHKqxdJjo0KW6xB5_zyz7IcfMqYiDZT4hsxFq9w/s2048/San_Basilio_e_San_Giovanni_Crisostomo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1368" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz1g8vRBNBiy8PS7W_Na_kFC1bD5FSaT4aa5MxcQI2LPyIEwiZeAdDAB0JlBqOdz1edyqGs-uaX5y2J9GqDQ9FFI7Is3lELVYVSF5cHKqxdJjo0KW6xB5_zyz7IcfMqYiDZT4hsxFq9w/s640/San_Basilio_e_San_Giovanni_Crisostomo.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto"><i>San Basilio Magno e San Giovanni Crisostomo</i></span></td></tr></tbody></table><p></p><p><br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmY9EsTQ5aKd_CuycVX_mmMitl7pzfYoiZkI_UgQnPFztS39FHXuDjArfv2f2Sx-j7kvraPd2SQQmPRH4Q4VoifgzdJz90b0iSi9HxdfBh_3I2M7cmSKl-DxNCok891ZbQnLP6LfzVlQ/s1946/Santo_Atanasio_il_Grande.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1946" data-original-width="1441" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmY9EsTQ5aKd_CuycVX_mmMitl7pzfYoiZkI_UgQnPFztS39FHXuDjArfv2f2Sx-j7kvraPd2SQQmPRH4Q4VoifgzdJz90b0iSi9HxdfBh_3I2M7cmSKl-DxNCok891ZbQnLP6LfzVlQ/s640/Santo_Atanasio_il_Grande.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto"><i>Sant'Atanasio il Grande</i></span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9ZDcYmRd7mUBoHbsoOINHg7sUpzGr_OlDTyxjShfdLXWduTMnR8QNFUWkiYFY8qY5Kv6FehorfAmOwAPEeeqUH7vS_8kDP8g3fyWRj1YIAmscnBCBFp44jUcrK0b-XhiBsp8ihA3EUQ/s1891/San_Gregorio_il_Teologo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1891" data-original-width="1401" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9ZDcYmRd7mUBoHbsoOINHg7sUpzGr_OlDTyxjShfdLXWduTMnR8QNFUWkiYFY8qY5Kv6FehorfAmOwAPEeeqUH7vS_8kDP8g3fyWRj1YIAmscnBCBFp44jUcrK0b-XhiBsp8ihA3EUQ/s640/San_Gregorio_il_Teologo.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto"><i>San Gregorio il Teologo</i></span></td></tr></tbody></table><p></p><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjITZrXoqmisNRkbASTwPi7NrPwvXytJGWvCErNB0sazyrxcNRWKBG6L_W6w09XwAJFAKmDN0s-BWMnXGrmM2shQfeszOScypBA3PjN5wB93qITzxslmF5lXY1Q_ALLJ4P-mESeU5vryQ/s1886/San_Cirillo_di_Alessandria.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1886" data-original-width="1465" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjITZrXoqmisNRkbASTwPi7NrPwvXytJGWvCErNB0sazyrxcNRWKBG6L_W6w09XwAJFAKmDN0s-BWMnXGrmM2shQfeszOScypBA3PjN5wB93qITzxslmF5lXY1Q_ALLJ4P-mESeU5vryQ/s640/San_Cirillo_di_Alessandria.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto"><i>San Cirillo di Alessandria e diacono<br /><br /><br /></i></span></td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRtkp7u5coG5lqouzLgLydjPOj2-PLRKBC-5XYOZG71jCTFd7vYSWkUZ72saJzoeRKyNay3uAu-AOX9S_SI7foZLvuVCE0PWvPn6dWL-uDSGWI35sOgmW5ytgc6ScGigsTXoLfTspvKQ/s1548/Ljeviska007.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1548" data-original-width="906" height="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRtkp7u5coG5lqouzLgLydjPOj2-PLRKBC-5XYOZG71jCTFd7vYSWkUZ72saJzoeRKyNay3uAu-AOX9S_SI7foZLvuVCE0PWvPn6dWL-uDSGWI35sOgmW5ytgc6ScGigsTXoLfTspvKQ/w469-h800/Ljeviska007.jpg" width="469" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="oi732d6d ik7dh3pa d2edcug0 qv66sw1b c1et5uql a8c37x1j muag1w35 ew0dbk1b jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id" dir="auto"><i>“Vergine con bambino” (affresco del “bagno di Cristo”) <br />prima degli atti vandalici del 2004</i>.<br /><br /></span></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm2aut-K-akm5QN_0pHc59Zs2kqOe8hiWD_fxzG9v1FIjIsV2-Fh3TQZE41XPcXJziwdexQJAMWnfhH1attbjHc6zQ1nldCbx9zSJzjfETHLtA1TBmYqrVE3EUhXIVkkMAqm4VyKqIeA/s612/Ljeviska007b.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm2aut-K-akm5QN_0pHc59Zs2kqOe8hiWD_fxzG9v1FIjIsV2-Fh3TQZE41XPcXJziwdexQJAMWnfhH1attbjHc6zQ1nldCbx9zSJzjfETHLtA1TBmYqrVE3EUhXIVkkMAqm4VyKqIeA/s0/Ljeviska007b.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>“Vergine con bambino” (affresco del “bagno di Cristo”) <br />dopo gli atti vandalici del 2004</i>.</td></tr></tbody></table><br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="688" data-original-width="1024" height="344" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSSuXoG0VEuUYtaiMJTQhEZkJnfj8kLtbUDqI1x1M6sF9ewJ188vMphd1Uk5uqdxt5_1yqWqQMNLdR9J1ydbVKOIi_JER9MNoMFrOUoT3NusKqUwOoA1p7jGnZmfw11eXUdD7iYmxPHQ/w512-h344/bogorodica_ljeviska_384366652.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="512" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cattedrale di Nostra Signora di a Prizen (Kosovo).</i></td></tr></tbody></table><br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUyoKPWuU9i34hKBPgAHY4TZyvZh1_XPYzavFI6QMeUmTlAl7M5BIfcBEGMKhrm_siIUsP2gBgIXq3uZ6vwo8HLkW9OorRU_VhgSeNl1aSfiwSx9ZLKp98UOEJ-shD0FCVhwzGzwbyGQ/s1000/114816.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="1000" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUyoKPWuU9i34hKBPgAHY4TZyvZh1_XPYzavFI6QMeUmTlAl7M5BIfcBEGMKhrm_siIUsP2gBgIXq3uZ6vwo8HLkW9OorRU_VhgSeNl1aSfiwSx9ZLKp98UOEJ-shD0FCVhwzGzwbyGQ/w512-h384/114816.jpg" width="512" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cattedrale di Nostra Signora di a Prizen (Kosovo).</i></td></tr></tbody></table><div><br /></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW0uXiVAIHAK40e4mR0GngenwFm3aiYDVnEXYhwLoVVpX5MuLIWzLxyLEZ-pzoyT-1_QWZKE-dAyWtRnP4dFKgf3EyfrcURly4FwOVgQ0AxuuI0i89UU_tmYqMlLCQLh6LRefIM0hKnA/s1024/bogorodica_ljeviska__3__209759801.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="761" data-original-width="1024" height="381" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW0uXiVAIHAK40e4mR0GngenwFm3aiYDVnEXYhwLoVVpX5MuLIWzLxyLEZ-pzoyT-1_QWZKE-dAyWtRnP4dFKgf3EyfrcURly4FwOVgQ0AxuuI0i89UU_tmYqMlLCQLh6LRefIM0hKnA/w512-h381/bogorodica_ljeviska__3__209759801.jpg" width="512" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cattedrale di Nostra Signora di a Prizen (Kosovo).</i></td></tr></tbody></table><div><br /></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx4fSLI_61oRBJD9L_crkNOkJjcM0ijBuBzOxUPN6vnlVDf45_DTdoEO4qQpplPHvidiYHss4a3FWGi8honXNeGgUZFPL3J-pKotmIyc6nLSh7vHfhUdv4c8WN9d47N01TnUDmkeVoDw/s1024/bogorodica_ljeviska__2__991807867.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="786" data-original-width="1024" height="393" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx4fSLI_61oRBJD9L_crkNOkJjcM0ijBuBzOxUPN6vnlVDf45_DTdoEO4qQpplPHvidiYHss4a3FWGi8honXNeGgUZFPL3J-pKotmIyc6nLSh7vHfhUdv4c8WN9d47N01TnUDmkeVoDw/w512-h393/bogorodica_ljeviska__2__991807867.jpg" width="512" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cattedrale di Nostra Signora di a Prizen (Kosovo).</i></td></tr></tbody></table><div><br /></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-88464312225162321412020-08-23T20:08:00.003+02:002020-09-17T22:08:05.654+02:00Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore in una miniatura del XII secolo<p style="text-align: justify;"><b>Si trova in un manoscritto appartenuto all'Abbazia di Sant'Albano, fondata nel 793 nello Hertfordshire, in Inghilterra. Il codice è il Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13.</b><br /></p><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito </i><br /></div><div style="text-align: center;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTMhwR7cHfUE1Eq3yccP6e_zzDAmUxZDf_H0FmSp_1qSd8g8kLufVhzods6nsT7jRhsNeQbvVWEQ8YoiVBVOTMrQ_AfilORWCsnc5IW2eo_v8Kus8Rqijz2p2BE98Ea9ZI4M-CwWo7Pg/s906/01.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="718" data-original-width="906" height="406" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTMhwR7cHfUE1Eq3yccP6e_zzDAmUxZDf_H0FmSp_1qSd8g8kLufVhzods6nsT7jRhsNeQbvVWEQ8YoiVBVOTMrQ_AfilORWCsnc5IW2eo_v8Kus8Rqijz2p2BE98Ea9ZI4M-CwWo7Pg/w512-h406/01.jpg" width="512" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Miniatura raffigurante Cassiodoro in Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. 001r</i><br /></td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: center;"> </div><div style="text-align: justify;">Una raffigurazione di <b>Cassiodoro</b>, intento a scrivere con una penna senza“barbule”, si trova nella lettera d’incipit istoriata ‘C’(um) di un <b>manoscritto del XII secolo</b>, conservato nella biblioteca del Trinity College di Cambridge (<b>Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. 001r</b>). Il manoscritto intitolato <i><b>Cassiodorii Epistolae</b></i> (titolo alternativo: <i><b>Cassiodorus, Variae epistolae)</b></i> contiene una raccolta di lettere estratte dalle <b><i>Variae</i></b>, di cui è un codice incompleto. <br />Il foglio con la miniatura di Cassiodoro riproduce la <i><b>praefatio</b></i> delle <i><b>Variae</b></i>.
Il manoscritto contiene anche la celebre lettera indirizzata dal re Teodorico all’imperatore Anastasio, pubblicata da Cassiodoro all’inizio del “Liber primus” delle “Variae”. Nella lettera d’incipit istoriata dell’epistola ‘O’(portet) è raffigurato il <b>re Teodorico</b> a figura intera, incoronato e seduto, con in mano una spada d’argento (<b>Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. f002v</b>).
<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUr75KnePaOd3TZG_gJC3qrLdhI-yQsSp7BA3k7Ty1GCO2ca9jD1gmUn0wWyybOLXFuuZ2CtSzfU-tlYclQaUWW_TO9XBF3Nryv8sJqo6SgAo1feJ74nsHk-JVErzKFnk4xzQLj7IvPA/s2048/03.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1351" height="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUr75KnePaOd3TZG_gJC3qrLdhI-yQsSp7BA3k7Ty1GCO2ca9jD1gmUn0wWyybOLXFuuZ2CtSzfU-tlYclQaUWW_TO9XBF3Nryv8sJqo6SgAo1feJ74nsHk-JVErzKFnk4xzQLj7IvPA/w528-h800/03.jpg" width="528" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. 001r</i><br /></td></tr></tbody></table><br />
Il manoscritto era appartenuto all’<b>Abbazia di Sant’Albano</b>, fondata nel <b>793</b> da <b>Offa</b>, <b>re della Mercia</b>, nello <b>Hertfordshire</b>, sulla tomba del protomartire d’Inghilterra da cui prende il nome. <b>Sant’Albano</b> fu martirizzato nel 209 a Verulamium, la terza città per grandezza della Britannia romana. Il manoscritto era stato un dono dell’<b>abate Simon</b>, che <b>resse l’abbazia dal 1167-1183</b>. La donazione è chiaramente attestata nel margine superiore del primo foglio del manoscritto, dove viene minacciato di anatema chiunque lo avesse portato via: <b>“Hic est liber sancti Albani ex dono magistri Simonis Abbatis quem qui abstulerit anathema sit”</b>.
Simon riorganizzò lo <i>scriptorium</i> dell’abbazia e lo arricchì di nuovi manoscritti. Fra questi si ricordano un codice illustrato (Cambridge, Trinity Hall, 2, c. 1v), contenente il “Super Leviticum” di Radulphus Flaviacensis (m. ante 1157), quello con le “Homiliae in Ezechielem” di Gregorio Magno (Stonyhurst College, 7), e un manoscritto con i testi del Nuovo Testamento (Cambridge, St John's College, G.15). <br /><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj41PyUTXHeXHqymu_LxGV9DXISP8hyq9ysxD_u38P5B0EmoJjXbn0xzBikKsgNJZEphCMZYvTa-8sLYVbniYf-fC-Ec1Wjb4nIcJsn-Q9FYw2nbXwi9wu9p67gCi5dGqbRn_I5f7wkLA/s2048/02.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1113" data-original-width="2048" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj41PyUTXHeXHqymu_LxGV9DXISP8hyq9ysxD_u38P5B0EmoJjXbn0xzBikKsgNJZEphCMZYvTa-8sLYVbniYf-fC-Ec1Wjb4nIcJsn-Q9FYw2nbXwi9wu9p67gCi5dGqbRn_I5f7wkLA/w512-h278/02.jpg" width="512" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. 001r (particolare)</i><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">La biblioteca del Trinity College di Cambridge ricevette in dono il manoscritto “Cassiodorii Epistolae” dallo studioso, politico e antiquario inglese <b>Roger Gale (1672-1744)</b>. Suo padre era un ecclesiastico e professore di greco a Cambridge. Alla morte di quest’ultimo, Roger ricevette in eredità la sua biblioteca. Nel 1738, donò manoscritti e libri del padre alla sua “Alma mater”, il Trinity College.
<br />Storie d’altri tempi!<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5q0-LJAERSHob8mOxoAIdrMu9SgPA_JmlSP2JD9yrsfwmR3UrrHqZ04moWvI0Lznruf1eBgYShT5HtAPYCy-95wZsEQxu7rwtC7iaDUw8dPaCK2y1pwTrxqhOBNl-wBy2Qthne7ARCg/s1155/4.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="915" data-original-width="1155" height="406" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5q0-LJAERSHob8mOxoAIdrMu9SgPA_JmlSP2JD9yrsfwmR3UrrHqZ04moWvI0Lznruf1eBgYShT5HtAPYCy-95wZsEQxu7rwtC7iaDUw8dPaCK2y1pwTrxqhOBNl-wBy2Qthne7ARCg/w512-h406/4.jpg" width="512" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Miniatura raffigurante il re Teodorico <br />in Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. f002v (particolare)</i><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: center;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhymgztgtd8iKNmlLVCQF2K-0QoTAwHLdtnz4CZRBEz_BxcvRu7A3pYsXcJMyNIF7rELYXP3iAKDoh2hG-41v-9SPXvSPRpyzsyDAoeTtBXBm0nw3A5L3EGJyVQX951zCSEgV0YKYwwFQ/s2048/5.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1404" height="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhymgztgtd8iKNmlLVCQF2K-0QoTAwHLdtnz4CZRBEz_BxcvRu7A3pYsXcJMyNIF7rELYXP3iAKDoh2hG-41v-9SPXvSPRpyzsyDAoeTtBXBm0nw3A5L3EGJyVQX951zCSEgV0YKYwwFQ/w549-h800/5.jpg" width="549" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Cambridge, Trinity College Library, MS O.7.13, f. f002v</i></td></tr></tbody></table><div style="text-align: center;"><br /></div><br /></div>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-83415689340694305572020-08-23T09:01:00.010+02:002020-08-24T13:06:26.813+02:00Erdogan come Maometto II, il Conquistatore<div style="text-align: justify;"><b>Prima la riconquista della Basilica di Santa Sofia, ora tocca alla chiesa di San Salvatore in Chora. Con l'attacco ai luoghi simbolo della cristinità orientale, rinasce la volontà di espansione e di dominio dell'Islam ottomano.</b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito </i><br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2fMMY-HD3eH68pAU1B07PaLSpuUr8uBFJe55kSUSUc_Q2QsutWxeL6sXGkMMVhLSAZO4KOxkpNoekPl2SaV3UPkP36q2Bit_oxhPXBa_5QEc-Y8i4kMw3jY0ZWL-RRV4B64ZT1XgabQ/s1600/Istanbul_Kariye_museum_Naos_Theodokos_june_2019_2378.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2fMMY-HD3eH68pAU1B07PaLSpuUr8uBFJe55kSUSUc_Q2QsutWxeL6sXGkMMVhLSAZO4KOxkpNoekPl2SaV3UPkP36q2Bit_oxhPXBa_5QEc-Y8i4kMw3jY0ZWL-RRV4B64ZT1XgabQ/w410-h274/Istanbul_Kariye_museum_Naos_Theodokos_june_2019_2378.jpg" width="410" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Mosaico bizantino della Madonna col bambino (Theotòkos).<br />Museo di San Salvatore in Chora ad Istanbul</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table>Quando, nel 1453, il Sultano Maometto II conquistò Costantinopoli, distrusse molti edifici sacri e imperiali, e permise che la città venisse saccheggiata per tre giorni, prima di rivendicarne il pieno possesso. La furia devastatrice e iconoclasta si abbatté anche su Santa Sofia. I saccheggiatori raggiunsero la basilica, ne sfondarono le porte, e anche i fedeli che vi si erano rifugiati divennero bottino di guerra. In particolare, le donne furono violentate e fatte schiave. I tesori artistici della chiesa subirono danni gravissimi, e i mosaici vennero ricoperti da intonaco. </div><div style="text-align: justify;">Lo scorso mese di luglio, Erdogan ha annunciato con toni trionfalistici la decisione della Danistay di riconvertire Santa Sofia in moschea, definendola «un diritto sovrano» che «tutti devono rispettare», perché così si è recuperata la «volontà e l’obiettivo» di Maometto II il Conquistatore. Successivamente, nel primo venerdì di preghiera a Santa Sofia, diventata moschea, l'imam Ali Erbas (ministro degli Affari religiosi in Turchia) ha salito le scale del pulpito con una spada ottomana in mano. Un chiaro segno di sfida verso il mondo cristiano, confermato dalle parole dello stesso Iman: la spada ottomana è "una tradizione nelle moschee che sono il simbolo della conquista e Hagia Sophia è un simbolo di conquista". Una mossa, quindi, non casuale. Un'azione altamente simbolica che soddisfa l'aspirazione neo-ottomana di Recep Tayyip Erdogan, la rinata volontà di espansione e di dominio dell’Islam. </div><div style="text-align: justify;">Come non cogliere il carattere minaccioso e provocatorio verso l’Occidente e la cristianità, l’astio religioso e ideologico anticristiano? “Riconquistando” prima Santa Sofia, e ora la chiesa di San Salvatore in Chora, i sostenitori del rinascente Sublime Stato ottomano hanno colpito al cuore milioni di cristiani d’Oriente e d'Occidente, suscitando dolore, rabbia e risentimento, e di questo Erdogan ne è pienamente consapevole. Non è forse una deliberata volontà di scontro con il mondo cristiano? Se fosse solo un attacco alla laicità e non alla cristianità, come sostengono alcuni, perché non accogliere la richiesta del patriarca Bartolomeo di consentire anche agli ortodossi di pregare in Santa Sofia, e di celebrarvi di tanto in tanto la Divina liturgia? Al contrario, ancora una volta, le “tenebre” ricopriranno la “luce” degli splendidi mosaici bizantini, ieri a Santa Sofia e prossimamente nella chiesa di San Salvatore in Chora: una metafora perfetta della funzione anticristica svolta storicamente dall’Islam nei confronti del cristianesimo, e di cui l’Occidente ormai descristianizzato ha perso la memoria. </div><div style="text-align: justify;">Molto presto la storia tornerà a bussare alle nostre porte. E quando ciò accadrà, scrive Giuseppe Palazzo, "alcuni saranno preparati, altri meno, altri ancora, temo la maggior parte, non capiranno nulla di ciò che accadrà e inizieranno ad incolpare tutti fuorché loro stessi per un'ignoranza che confondono con la tolleranza".<br /><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1r1lAnsR2P_gYIyYoIk4xv6BfJDTWifYyZNLb94MvzrVkJINHJ_Y7mavkgbTUe360foJw4yc4XIOBw1rCwVKIQNpn3mLBSoWd3FopG-sn7rJNQ3fFJHPpxfiJKvBxDih9K1DupPJAeQ/s2000/chora-museum-the-attendant-angels.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1077" data-original-width="2000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1r1lAnsR2P_gYIyYoIk4xv6BfJDTWifYyZNLb94MvzrVkJINHJ_Y7mavkgbTUe360foJw4yc4XIOBw1rCwVKIQNpn3mLBSoWd3FopG-sn7rJNQ3fFJHPpxfiJKvBxDih9K1DupPJAeQ/s640/chora-museum-the-attendant-angels.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Chiesa di San Salvatore in Chora ad Istanbul</i><br /></td></tr></tbody></table><p><br /></p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAatgSvhXcR3b9yGnnwdY4XoMxY8ISKiF-LEkh2ms8qCOXGJ9FKFeuM5gtXd1WZPTfhcm1wj3qVaRvkC8EiHXuh0-ABH_FkUW7uhzhNod_tpawcitgTXvxy5sTJ8kPlWVyYIJt-o6SUg/s980/istanbul_santa_sofia_4.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="653" data-original-width="980" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAatgSvhXcR3b9yGnnwdY4XoMxY8ISKiF-LEkh2ms8qCOXGJ9FKFeuM5gtXd1WZPTfhcm1wj3qVaRvkC8EiHXuh0-ABH_FkUW7uhzhNod_tpawcitgTXvxy5sTJ8kPlWVyYIJt-o6SUg/s640/istanbul_santa_sofia_4.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Istanbul - La faccia di Erdogan affiancata a quella del sultano Maometto II, il conquistatore</i><br /></td></tr></tbody></table> <p></p>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-84161735821733228492020-08-19T11:13:00.062+02:002024-01-19T14:35:51.134+01:00Petrarca possedeva un codice riccamente illustrato delle "Institutiones" di Cassiodoro <div style="text-align: justify;"><b>La miniatura della Musica e i ritratti di Cassiodoro e Pitagora<br /></b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b></div><div style="text-align: justify;"><b></b></div><div style="text-align: justify;"><b></b></div><div style="text-align: justify;"><b></b></div><div style="text-align: justify;"><i>Domenico Condito</i><b><br /></b><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKF3pSTwupkmfjuPWl1Cm1GPgVgw08_f9amZ9oSI6u5aimkZEDqwbBtXoh2Lu3RBmvcGJXI_2EcyffxB9IKMwbi6AICX5jAURVav-bcrCWJ-xTp9MEJOzpNp9QA3fNnOLgXr8H5Sbv4g/s1800/1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1047" data-original-width="1800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKF3pSTwupkmfjuPWl1Cm1GPgVgw08_f9amZ9oSI6u5aimkZEDqwbBtXoh2Lu3RBmvcGJXI_2EcyffxB9IKMwbi6AICX5jAURVav-bcrCWJ-xTp9MEJOzpNp9QA3fNnOLgXr8H5Sbv4g/s640/1.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Miniatura della "Musica" (Par. lat. 8500, f. 39r).</i><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Petrarca</b> possedeva uno splendido codice delle <i><b>Institutiones</b></i> di <b><span class="st">Flavio Magno Aurelio </span><span class="st">Cassiodoro</span><span class="st"> Senatore </span></b><span class="st">(485-580)</span>, oggi conservato alla <b><span class="st"><i>Bibliothèque nationale de France </i></span></b><span class="st">(</span><span class="st">Par. MS latin 8500, ff. 30r-43r).</span><b><span class="st"><i> </i></span></b><br />Il manoscritto contiene miniature di fattura davvero pregevole. In quest'articolo vi propongo la miniatura che rappresenta la <b>Musica</b>, in cui è raffigurato anche <b>Pitagora,</b> e quella in cui è ritratto <b><span class="st">Cassiodoro</span></b>. Di quest'ultimo Petrarca possedeva diverse opere, e fra queste una parte delle <i>Institutiones</i>, trascritte all’interno del codice citato, composto nel XIV secolo e considerato fra i più belli sua epoca. Il Par. Lat. 8500, oltre allo scritto di Cassiodoro, contiene un'ampia miscellanea di testi ed estratti di vari autori (Fulgenzio, Ausonio, Prudenzio, ecc.).<br /><br />Le<i> <b>Institutiones divinarum et saecularium litterarum</b></i>, questo il titolo originario dell’opera, erano un manuale d’introduzione allo studio delle Sacre scritture e delle Arti liberali, ispirate dalla tensione di voler conciliare la cultura classica con il messaggio cristiano.
L’opera era divisa in due libri. Il primo, di 33 capitoli, era dedicato alle <b><i>divinae litterae</i></b>; il secondo, riguardava le <b><i>saeculares litterae</i></b> e comprendeva sette sezioni: <b>Grammatica</b>, <b>Retorica</b>, <b>Dialettica</b>, <b>Aritmetica</b>, <b>Musica</b>, <b>Geometria</b>, <b>Astronomia</b>. Petrarca possedeva la seconda parte dell’opera, impreziosita da splendide miniature che aprono i singoli capitoli, rappresentandone l’argomento con le personificazioni femminili delle Arti liberali.<br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2rK7PL1y9vNg858NcC8NNFaNKdeomciOWB_gk2Uu9MilSXPUJ2PwrXUSq6sYGBrAzEbgqbnThbMuFZerqmlPXgT8dHw4r9LkKwSUtz0tJEGhkm9pWzO5t0dbytRnabXH-JssCixhwlg/s2000/2.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="1271" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2rK7PL1y9vNg858NcC8NNFaNKdeomciOWB_gk2Uu9MilSXPUJ2PwrXUSq6sYGBrAzEbgqbnThbMuFZerqmlPXgT8dHw4r9LkKwSUtz0tJEGhkm9pWzO5t0dbytRnabXH-JssCixhwlg/s640/2.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Par. lat. 8500, f. 39r</i></td></tr></tbody></table>Nella miniatura della <b>Musica</b>, che introduce il relativo capitolo (Par. lat. 8500, f. 39r), il personaggio raffigurato a sinistra è <b>Pitagora</b>; mentre il ritratto di Cassiodoro è collocato all'inizio della <i>Praefatio </i>in un'altro foglio del manoscritto (Par. lat. 8500, f. 30r)<i>. </i>Cassiodoro comincia le sue Istituzioni musicali riferendosi subito a Pitagora: "Un certo Gaudenzio, scrivendo sul tema della musica, afferma che Pitagora ne ha trovato i primi elementi dai colpi dei martelli e dal vibrare sostenuto delle corde". E nella miniatura Pitagora è rappresentato proprio nell'atto di riprodurre dei suoni attraverso l'utilizzo di strumenti "a percussione" che, scrive Cassiodoro, "sono forme di recipienti, in bronzo, argento o altro metallo, che, percossi ad arte con un martelletto, danno suoni vibranti". La figura centrale della miniatura, ovvero la personificazione femminile della Musica, con la mano destra suona uno strumento a percussione; mentre con la sinistra è alle prese con uno degli "strumenti a corda" dell'epoca, che, scrive ancora Cassiodoro, "sono strumenti dotati di fili tesi con giusta misura, che toccati con un apposito plettro blandiscono il senso dell'udito. Vi sono così le diverse specie di cetre". A destra, nella stessa miniatura, è raffigurato un organo, che Cassiodoro classifica fra gli strumenti "a fiato": "sono strumenti che con la forza del soffio si animano a forma di voce. Così sono le trombe, i flauti, gli organi, i corni e arnesi simili". La splendida miniatura riproduce, così, la classificazione degli strumenti musicali proposta da Cassiodoro, e in questo risiede la sua importanza, oltre che nella sua straordinaria bellezza.</div><div style="text-align: justify;"><br />La musica è un argomento costantemente presente negli scritti di Cassiodoro, dalle <i><b>Variae</b></i> alla <b><i>Expositio Psalmorum</i></b>, dal <i><b>De anima</b></i> alle <b><i>Institutiones</i></b>. L'abate del <i>Vivariense</i>,<i> </i>il monastero da lui fondato<i> </i><span class="st">a <i>Scyllaceum</i>, </span><span class="st">in Calabria, nei suoi scritti sulla musica riassume le teorie degli alessandrini e</span> riprende la concezione pitagorico-platonica della musica, che i teorici musicali del medioevo conosceranno proprio grazie a Cassiodoro. D’accordo con Agostino e Boezio, sostiene infatti la base matematica della <i>musica scientia</i>, intesa come scienza dei numeri, le cui leggi rispecchiano quelle della natura, quelle stesse leggi armoniche superiori che regolano tutto l’universo. <br />La novità di Cassiodoro sta nel voler inserire questi elementi di derivazione pagana nel pensiero cristiano, avviando quel processo di “cristianizzazione della musica” illustrato da Pizzani nel celebre convegno internazionale di studi svoltosi a Squillace nei giorni 25-27 ottobre 1990.
«Se noi commettiamo ingiustizia, rimarremmo senza musica», scrive Cassiodoro nelle <i>Institutiones</i>. È il primo autore cristiano a individuare nella musica una qualità etica e teologica. È possibile riconoscere il riferimento biblico di questa intuizione nelle parole del profeta Geremia, secondo il quale «il silenzio “vuoto” è maledizione divina e giudizio» (Gianfranco Ravasi): «Farò cessare nella città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme il canto di gioia, il grido dell'allegria, la voce dello sposo e della sposa» (7,34; 16,9; 25,10; cf. Salmo 137,1-4). <br />"La disciplina della musica - osserva Cassiodoro - deve trovare posto in ogni atto della nostra esistenza. prima di tutto per osservare i comandamenti di Dio e sottostare di buon grado alla sua volontà. Ogni nostra parola, ogni nostro pur minimo pensiero, così come si comprova dall'esperienza, è accompagnato dalla dote dell'armonia con i suoi ritmi musicali. In altre parole la musica è la scienza della giusta misura. Il buon comportamento è caratterizzato, appunto, dalla compagnia di questa disciplina. È dalla mancanza della musica che si combinano le perversità. </div><div style="text-align: justify;">Perfino il cielo, la terra e quanto dappertutto, per disposizione divina, si squaderna è regolato dalla disciplina della musica. Secondo l'affermazione di Pitagora, questa verità dell'universo creato e governato dalla musica si può provare dall'esperienza.<br />La stessa fede rivelata ne è tutta pervasa, come si constata dal decacordo del Decalogo, dal suono acuto e chiaro della cetra, dai timpani, dal complesso dell'organo, dal suono dei cembali. Senza dubbio lo stesso Salterio ha preso nome dallo strumento musicale omonimo, poichè nei Salmi è riecheggiata tutta la soavità e grazia degli influssi celesti".<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDm6CT0rNMRJZk_eloLlEV7QG-JlywX0IsnEXePzllawM4V92j9zOdDgwGE6zEyTsscTgfgH6_d5oTFGTGOfKhC-cvJwHUjoOYEpkNCgyzWSyTIUQfcOei7MwbEXeAf4IKAckCOnZk_A/s1199/b.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1057" data-original-width="1199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDm6CT0rNMRJZk_eloLlEV7QG-JlywX0IsnEXePzllawM4V92j9zOdDgwGE6zEyTsscTgfgH6_d5oTFGTGOfKhC-cvJwHUjoOYEpkNCgyzWSyTIUQfcOei7MwbEXeAf4IKAckCOnZk_A/s640/b.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Par. lat. 8500, f. 39r</i></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br />Nella <i>Praefatio</i> del codice delle “Institutiones” posseduto da Petrarca, Cassiodoro è raffigurato nella lettera d’incipit istoriata 'S'(up) che introduce l'opera (Par. lat. 8500, f. 30r). È una delle tante miniature raffiguranti Cassiodoro, che ho individuato esplorando i codici medievali delle sue opere sparsi nelle più importanti biblioteche del mondo. Spero un giorno di poterle presentare tutte in una mostra tematica dedicata proprio ai “Volti di Cassiodoro”.<br />Secondo il prof. Fabio Troncarelli la fisionomia di questo ritratto di Cassiodoro riprende i tratti dell’illustre grammatico Donato presente nel “codex archetypus” delle <i>Institutiones</i> (Bamberg Patr. 61, f. 41v). Come illustrato da Troncarelli, l’immagine del grammatico appartiene a un corredo iconografico derivante da Cassiodoro, e il fondatore del Vivarium ha lasciato un compendio del suo nome fra i riccioli della figura di Donato, che in realtà rappresenta lo stesso Cassiodoro. La miniatura del codice Bambergense era stata già “ricalcata”, nel VI secolo, per il volto di uno dei diaconi presenti nel mosaico raffigurante l’imperatore Giustiniano e il suo seguito nella Basilica di San Vitale a Ravenna. In questo diacono lo stesso Troncarelli ha individuato la figura di Cassiodoro (F. Troncarelli, <i>Corpus intellegi sine loco non potest. La biblioteca della memoria di Cassiodoro e la basilica di San Vitale a Ravenna</i>, Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte (RIASA): XLIII, 75, 2020, 183-204; vedi anche <a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2021/03/cassiodoro-nelle-vesti-di-diacono-nel.html" target="_blank">D. Condito,<i> Cassiodoro, nelle vesti di diacono, nel più celebre mosaico della Basilica di San Vitale di Ravenna</i></a>).<br /></div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimnfe-J1CIV09UjMMvO8JlBHP-cxQ6HcPaGnKTZXlzIbVx_KWDOoCqV4pQ0HpJLa_WPlKP5qM7N6RKxEMXpi5jOGiRRc4csdazUENuYLjDB2w1se-x2spY62alrjfL10PjzUOaW43woA/s1070/3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="879" data-original-width="1070" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimnfe-J1CIV09UjMMvO8JlBHP-cxQ6HcPaGnKTZXlzIbVx_KWDOoCqV4pQ0HpJLa_WPlKP5qM7N6RKxEMXpi5jOGiRRc4csdazUENuYLjDB2w1se-x2spY62alrjfL10PjzUOaW43woA/s640/3.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Miniatura raffigurante Cassiodoro (in alto) in Par. lat. 8500, f. 30r.</i></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> </i></td></tr></tbody>
</table><p></p><p><br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijD_ogYiNhG5Ll0D_8S1vBv7XasIiM7J4xq8QZmZu69WUu-f2mBJIVTDayu949QVomPlLUAwRJwdoVSxq2gXQanyCgG0LDWUT9X8g1eebidIUBbVclR4LonSZyGUXbaeNVe2_vEsoXdg/s1131/donato.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="1131" height="309" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijD_ogYiNhG5Ll0D_8S1vBv7XasIiM7J4xq8QZmZu69WUu-f2mBJIVTDayu949QVomPlLUAwRJwdoVSxq2gXQanyCgG0LDWUT9X8g1eebidIUBbVclR4LonSZyGUXbaeNVe2_vEsoXdg/w640-h309/donato.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il grammatico Donato in Bamberg Patr. 61, f. 41v.</i></td></tr></tbody></table><p></p><p><br /></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="711" data-original-width="1047" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN3XN_7ViVrAknTYOyUQ7uy8BeZGoPHcvmsyxNhHwttS1Nqs98u7XST81XX5QAc_HRvohpTZ_1SScQ_qLUUmWUtJdHWvbZlrEbhs2WU4tcXUYgablyLDa77fHocunmQPzTNEJY69C7xQ/s640/4.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Par. lat. 8500, f. 30r (particolare).<br /></i></td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNjm8JfaEphzg04W-5RQb9CwVLMZxjVWsP-wmsE-C_S9Qql2tcClCG5aNXZ78M0H4LGNrOz2pLI6PAQGdlzaZufkOHYEWhKj1bCkBVeWDIw6cRzEJ5S-y9HoVyClnQf9QPfX2kgL8bKQ/s1476/7.JPEG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="945" height="1000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNjm8JfaEphzg04W-5RQb9CwVLMZxjVWsP-wmsE-C_S9Qql2tcClCG5aNXZ78M0H4LGNrOz2pLI6PAQGdlzaZufkOHYEWhKj1bCkBVeWDIw6cRzEJ5S-y9HoVyClnQf9QPfX2kgL8bKQ/w641-h1000/7.JPEG" width="641" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Par. lat. 8500, f. 30r</i></td></tr></tbody></table><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihAHBRAB-0Kw4yYYx0iIEnQaBqnHDv4h_xAR-WhIyOik0P7NjhxnDOfgidQLZTZw7eH77d4YZt7oPRA-MmO2HmU_XGiq_MGDsTTq_hm4iaucWmbNflVZ209zJra2BCFEsPdYJxgcX68w/s1567/5.JPEG"></a></div><p><u>RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI</u><br />Sul codice Par. MS latin 8500:
<br />1) F. Avril, scheda nr. 71 (sul Paris. lat. 8500), in [F. Avril e altri], <i>Dix siècles d’enluminure italienne (VIe-XVIe siècles)</i>.<i> Catalogue de l’exposition</i>, Paris, Bibliothèque Nationale 8 mars-30 mai 1984, Bibliothèque Nationale, Paris 1984, pp. 85-86; <i>Manuscrits enluminés d’origine italienne, II, XIIIe siècle</i>, di F. Avril, M.-Th. Gousset, con la collaboration di C. Rabel, Bibliothèque Nationale, Paris 1984, nr. 133, p. 108 e tav. LXVIII.
<br />2) G. Billanovich, <i>Quattro libri del Petrarca e la biblioteca della cattedrale di Verona</i>, in Studi Petrarcheschi, n. s. VII, 1990 [ma 1994], pp. 233-262.<br />3) A. Bellieni, <i>Le postille del Petrarca a Cassiodoro, “De anima” (Par. lat. 2201)</i>, in Studi Petrarcheschi, n.s., 23 (2010), pp. 1-43 [anno di pubblicazione: 2012],
<br />Sulle “Istituzioni” di Cassiodoro:
<br />4) Cassiodoro, <i>Le istituzioni</i>, a cura di Antonio Caruso, Roma, Vivere in, 2003; da questo volume sono estratti i brani di Cassiodoro inseriti nell'articolo. <br />5) F. Troncarelli, <i>Corpus intellegi sine loco non potest. La biblioteca della memoria di Cassiodoro e la basilica di San Vitale a Ravenna</i>, Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte (RIASA): XLIII, 75, 2020, 183-204.<br />Su Cassiodoro e la musica:<br />6) A. Condorelli, <i>Nota su Cassiodoro (Inst. 2, 5, 2/3)</i>, in Wiener
Studien<i> </i>118, (2005), pp. 183-192.<br /></p>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-73261914707516010442020-06-10T14:41:00.001+02:002020-06-10T14:41:52.647+02:0010 Giugno: Giorno del Portogallo, di Camões e delle Comunità Portoghesi<div style="text-align: justify;">
<b>Il Portogallo é l’unica nazione al mondo che ha istituito una festa nazionale per commemorare il suo più grande poeta: Luís de Camões. La storia e il significato di una commemorazione che coincide con il Giorno del Portogallo e delle Comunità Portoghesi.</b></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBr9beztRQzlV7Qu6qpAl75CPpnLJiq-tSNn3JI8neaLSz0HaFa8iNLMsOao6SIYd0TlCU4HqgYl7SGTklPOxxHNygRghQ-Pn3eiF4XxUElgpc72ry4qogtmYWeueMyVbjqY7SZCYUdA/s1600/IMG_0134.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBr9beztRQzlV7Qu6qpAl75CPpnLJiq-tSNn3JI8neaLSz0HaFa8iNLMsOao6SIYd0TlCU4HqgYl7SGTklPOxxHNygRghQ-Pn3eiF4XxUElgpc72ry4qogtmYWeueMyVbjqY7SZCYUdA/s400/IMG_0134.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Chiostro del "Monastero dos Jeronimos" - Lisbona</i><br />
<em>Foto di Laura Za ©</em></td></tr>
</tbody></table>
“Solo a Lisbona – scrive Enrique Vila Matas – si può vedere un azzurro di azzurri, un colore che stordisce. Lo vide Pedro Tamen, che lo cantò cosi: «Vi parlo dall’alto, da dove/ aggiungo azzurro di molti colori/ all’altro azzurro che i vostri occhi vedono». È un azzurro che si affaccia sull’Atlantico e vi si confonde: questo balcone sul grande oceano, questa Lisbona luminosa ed enigmatica, Cardoso Pires la vide posata sul Tago come una città che naviga, perché non a caso ci sono onde di mare aperto disegnate sulle sue strade, e ci sono àncore e sirene”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaMF9l2pg8Wpc6gxpiBZvOU7abNHaSTpq48KiLFhJ7OqjRhsX7g4HaBjhPGYKawGQGkMV7qO-7WwQ6MWdPG_jv5-EeHk9jfR0zOE4ssQ5FV2JI3LYgX8uBhCWVJE9HT9CDDoVcTM520g/s1600/IMG_0097.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaMF9l2pg8Wpc6gxpiBZvOU7abNHaSTpq48KiLFhJ7OqjRhsX7g4HaBjhPGYKawGQGkMV7qO-7WwQ6MWdPG_jv5-EeHk9jfR0zOE4ssQ5FV2JI3LYgX8uBhCWVJE9HT9CDDoVcTM520g/s400/IMG_0097.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Monumento "Padrão dos Descobrimentos" - Lisbona</i><br />
<em>Foto di Laura Za ©</em></td></tr>
</tbody></table>
Lisbona, sospesa fra terra e oceano, è un luogo "dove tutto termina e finisce l’Europa", una specie di <i>finis terrae</i> aperta per secoli sull’ignoto. Non solo una città, ma una nave alla fonda pronta a salpare, verso la scoperta di nuovi mondi, l’incontro con altre Genti. Nessuno più di Luís de Camões ne seppe interpretare e cantare il destino, la sua profonda inquietudine spirituale e morale, cogliendone anche la grandezza estetica e lo straordinario carattere epico. Camões è riuscito a trasformare lo spirito, la storia e il destino di questa città nel mito della fondazione di un intero paese. Un mito che egli stesso impersonò con la sua ricca e tumultuosa esperienza, navigando per mari sconfinati, fino a raggiungere l’Oriente, dove visse a lungo vagando fra l’India, la Cina e l’Indocina. In un naufragio alla foce del fiume Mekong (1559) perdette ogni suo avere, ma riuscì a salvare il manoscritto del suo capolavoro, <i>Os Lusíadas</i> (<i>I Lusiadi</i>), che diventerà il poema epico nazionale del Portogallo. Una leggenda nella leggenda che consegna il capolavoro di Camões al cuore stesso della mitologia del suo paese. Il poema narra delle grandi esplorazioni geografiche realizzate tra il XV e XVI secolo, ponendo al centro la scoperta della via marittima per l'India compiuta da Vasco de Gama, ma il tema generale del poema è l’intera storia del Portogallo, il racconto leggendario della nascita di una nazione, dove gli eroi del mare si alternano a divinità e personaggi mitologici. L’ideologia di Camões è senz’altro militaresca e aristocratica, ma l’idea della patria come unità linguistica e culturale è già tutta moderna, così come la vittoria dell’uomo sugli dei assume il significato di una liberazione, sulla rotta che dal Rinascimento conduce all’Illuminismo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwnQybjjL32F6u8FGHJBmx6RT3Q5NnbsuR0JiQw28XRezHF1n2yMDJPVnGaMHLT-8OTvmx38QyWP-GuF3G4qJAPQg7qWsaWGn80AIwlcFKh3ACCfqr0vrSA_YJLdN99EZiP0vLaa1Ccg/s1600/IMG_0096.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwnQybjjL32F6u8FGHJBmx6RT3Q5NnbsuR0JiQw28XRezHF1n2yMDJPVnGaMHLT-8OTvmx38QyWP-GuF3G4qJAPQg7qWsaWGn80AIwlcFKh3ACCfqr0vrSA_YJLdN99EZiP0vLaa1Ccg/s400/IMG_0096.JPG" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i> Luís de Camões rappresentato nel monumento </i><br />
<i>"Padrão dos Descobrimentos" - </i><em>Foto di Laura Za ©</em></td></tr>
</tbody></table>
Non sorprende allora che siano stati i Repubblicani di Lisbona a istituire il Giorno di Camões nel 1910, e che nel tempo tale ricorrenza sia divenuta festa nazionale, arricchendosi di ulteriori significati: oggi il giorno della commemorazione del poeta è accomunata al Giorno del Portogallo e delle Comunità Portoghesi. Ma la storia di questa celebrazione è molto controversa ed è stata determinata dagli avvenimenti, talvolta drammatici, che hanno caratterizzato la storia portoghese del secolo scorso. Tutto cominciò con la proclamazione della Repubblica del Portogallo, avvenuta il 5 ottobre 1910. Pochi giorni dopo, fu emesso un decreto che riformò il calendario delle feste nazionali. Il provvedimento, datato 12 ottobre, abolì alcune festività, soprattutto di carattere religioso, in nome di una maggiore laicità dello Stato. Le ricorrenze fissate da questo decreto furono quella del primo gennaio, Giorno della Fraternità Universale; il 31 gennaio, giorno della rivoluzione di Oporto, consacrato ai Martiri della Repubblica; il primo dicembre, Giorno dell’Indipendenza e della Bandiera; e il 25 dicembre, che nelle intenzioni del legislatore doveva essere considerato il Giorno della Famiglia, nel tentativo di laicizzare anche la festa religiosa del Natale. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4qNR2XAdrv8RUzzWEGAXYKAvkvIuwIK4Zs7i56HdAa6uUbbZyl8jRFUvwcyI-wtrOhUHHuvNIBTsoRb2aMYyq5e_D394jseMdEPookA6ODQOkn3VQj1KthyATKmMiDdDtdoXKMFaMmA/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4qNR2XAdrv8RUzzWEGAXYKAvkvIuwIK4Zs7i56HdAa6uUbbZyl8jRFUvwcyI-wtrOhUHHuvNIBTsoRb2aMYyq5e_D394jseMdEPookA6ODQOkn3VQj1KthyATKmMiDdDtdoXKMFaMmA/s400/1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Monumento funebre di Luís de Camões nel </i><i>"Monastero dos Jeronimos" </i></td></tr>
</tbody></table>
Un decreto successivo, datato 12 giugno, riconosceva alla Amministrazioni locali (<i>municípios e concelhos</i>) la possibilità di scegliere un giorno dell’anno per la celebrazione di una festa o commemorazione locale. Fu in seguito a questo provvedimento, che diede origine alle feste municipali (<i>feriados municipais</i>), che la città di Lisbona dedicò il 10 giugno, giorno della morte di Luís de Camões, alla commemorazione del poeta. Camões rappresenta lo splendore del genio portoghese, la massima gloria letteraria della Patria. Era essenzialmente questo il significato dato dai Repubblicani alla celebrazione del 10 giugno, nonostante, in origine, fosse solo una festa “municipale”. Istituendo questa ricorrenza, i Repubblicani di Lisbona intendevano inoltre rievocare la gloriosa giornata delle commemorazioni camoniane del 1880, una delle prime manifestazioni di massa dei Repubblicani sotto la monarchia. </div>
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<br /></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIAs6cHwOV-Hztl3JAHtVvEgQGcWsTgzRL1EcYn5IrsG4ulOf2ddDznp58YlrVP9vRH5JJRSsjBsaxRhcIDrifh3IkMPsP-apN_cEBSvkun5Iv0sGlpemSvSZ-hvuVSw81VwtPNFirLw/s1600/IMG_0048.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIAs6cHwOV-Hztl3JAHtVvEgQGcWsTgzRL1EcYn5IrsG4ulOf2ddDznp58YlrVP9vRH5JJRSsjBsaxRhcIDrifh3IkMPsP-apN_cEBSvkun5Iv0sGlpemSvSZ-hvuVSw81VwtPNFirLw/s400/IMG_0048.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Torre di Belém, Lisbona - Foto di Laura Za ©</i></td></tr>
</tbody></table>
La ricorrenza del 10 giugno venne particolarmente esaltata dallo Stato Nuovo (<i>Estado Novo</i>), il regime instaurato nel 1933 da António de Oliveira Salazar, che la trasformò in festa nazionale. Il regime diffuse la celebrazione della festa in tutto il Paese attraverso una massiccia azione di propaganda, ma stravolgendone il significato originario. Era tipico del regime di Salazar appropriarsi di alcuni eroi o simboli della Repubblica, riproponendoli in chiave nazionalista. Accadde così che il Giorno di Camões divenne una commemorazione storica collettiva strumentalizzata dalla propaganda di regime. Nel 1944, in occasione dell’inaugurazione dello Stadio Nazionale (<i>Estádio Nacional</i>), Salazar indicò il 10 giugno come Giorno della Razza, quella portoghese, e nel 1963 la consacrò alla Forze Armate per celebrare la guerra e il potere coloniali. Valori molto lontani dallo spirito positivista, libertario e laico dei Repubblicani che avevano istituito la giornata della commemorazione del sommo poeta portoghese.
Dopo la Rivoluzione dei Garofani, avvenuta il 25 aprile 1974, il 10 giugno recuperò il suo valore originario, e oggi il Giorno di Camões è anche il Giorno del Portogallo e delle Comunità Portoghesi, e non più il Giorno della Razza. Le Comunità di Portoghesi presenti nel mondo sono soprattutto il risultato dei massicci flussi emigratori degli anni sessanta e settanta. Un fenomeno epocale mai riconosciuto pubblicamente dal regime di Salazar, e dovuto spesso a ragioni di sopravvivenza, ma non solo. In tanti lasciarono il Portogallo per sfuggire alla repressione del regime e agli orrori della guerra coloniale. </div>
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<br /></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhapiX4JYES8ZPm8frHYS-9RcUjDEiOf9AbYG7DOjwrd8mW2gY9la8aioNSEpfbH9M-KfLDuHFHrqcAr0z94lx9DCHMboZXmzXjrp_fjImv3cuBVv7L5X4L-bu5Qy5jQGqRT7xDYk8PHw/s1600/IMG_0051.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhapiX4JYES8ZPm8frHYS-9RcUjDEiOf9AbYG7DOjwrd8mW2gY9la8aioNSEpfbH9M-KfLDuHFHrqcAr0z94lx9DCHMboZXmzXjrp_fjImv3cuBVv7L5X4L-bu5Qy5jQGqRT7xDYk8PHw/s400/IMG_0051.JPG" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>A Lisbona nel 2007 - </i><i>Foto di Laura Za ©</i></td></tr>
</tbody></table>
Per concludere, possiamo affermare che i Portoghesi hanno un particolare amore per la storia e la letteratura del loro paese, al punto che il Portogallo é forse l’unica nazione al mondo che ha istituito una festa nazionale per commemorare il suo più grande poeta.
L’opera di Luís de Camões illumina il Portogallo di una luce che raggiunge gli estremi confini del globo terracqueo, e ancora oggi il suo nome è sinonimo di avventura, scoperta, libertà e universalità. Un “luogo” da frequentare per scoprire, parafrasando Enrique Vila Matas, “che ci siamo già stati prima di esserci mai andati”. E noi l’amiamo anche per questo.
</div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-90746914972451067952020-03-05T20:36:00.000+01:002020-04-28T11:21:33.938+02:00L'Italia al tempo del Coronavirus<div style="text-align: justify;">
<b>Per superare l'emergenza sanitaria la medicina da sola non basta: serve una riformulazione etica del nostro modello di società.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Domenico Condito </i></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un paese malato d'individualismo, che stenta a riconoscersi come "comunità", è il primo alleato di ogni forma di contagio, soprattutto di quelli che colpiscono il cuore, il senso etico, la civiltà del pensiero e dei comportamenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Negli ultimi decenni abbiamo distrutto ogni senso di appartenenza al "corpo sociale", intossicando l’anima di questo paese. Un patrimonio millenario di memorie, pensieri, affetti e dolori delle generazioni passate - la nostra identità collettiva - sacrificato all’<b>Ego totemico</b> che abbiamo interiorizzato, trasformando ognuno nell’idolo di sé stesso. E nel momento in cui il paese è in pericolo ci scopriamo incapaci di prendercene cura, di riconoscere nella fragilità condivisa il "segno" di un destino comune. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La cronaca di questi giorni rileva che l’emergenza sanitaria in cui siamo precipitati è acuita proprio dal nostro modello di società, dalla mancanza di responsabilità e spirito civico, dallo smarrimento del senso di appartenenza a una comunità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La medicina da sola non basta</b>. Le strutture dell’assistenza sanitaria, come anche l’efficacia dei rimedi e delle misure adottate, sono buone o cattive come la società che vi si impegna e le sostiene. Non è solo questione di anticorpi o sale di rianimazione. Dobbiamo rimettere insieme i cocci di una storia frantumata, d’una identità dispersa, abbiamo bisogno di <b>ritrovare la consistenza di un paese coeso</b>, pur nelle differenze che ci contraddistinguono. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Al contrario, la scelleratezza con cui si cavalca l'emergenza sanitaria del Coronavirus, per farne strumento di propaganda politica, è l’evidente tratto della nostra inadeguatezza davanti al nemico, della mancanza degli <b>anticorpi sociali</b> necessari per contrastare il virus. E poi ci sono i comportamenti individuali, quelli del "si salvi chi può", di coloro che s'illudono di poterla scampare da soli in deroga alla legalità e al buon senso. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La verità è che siamo un paese culturalmente depresso, ormai privo di forti orientamenti valoriali. E la crisi drammatica che stiamo vivendo sollecita una <b>riformulazione etica della nostra società</b>, il superamento dei modelli individualisti che hanno disgregato la nostra Comunità. È l’unica via d’uscita: o ci salviamo insieme, o il paese è perduto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2_CUPZiUjaN8UDT7-JFyZT3Pi9wbZMd6AE5dujQrV5Z40nPOngOaw4lIpZNAUIO9Yt3YyEpUvgCrHDNO_UFh3XheSdTIe5tOWzXscopdbCRiigHQruPLxWj-9cVvksaDvy4Pfp57lcg/s1600/morano-calabro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1011" data-original-width="1600" height="403" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2_CUPZiUjaN8UDT7-JFyZT3Pi9wbZMd6AE5dujQrV5Z40nPOngOaw4lIpZNAUIO9Yt3YyEpUvgCrHDNO_UFh3XheSdTIe5tOWzXscopdbCRiigHQruPLxWj-9cVvksaDvy4Pfp57lcg/s640/morano-calabro.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Morano calabro (Cosenza)</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-72608041035404215542020-02-28T23:45:00.001+01:002020-03-01T08:19:30.036+01:00Il collezionismo di reliquie nell’Europa della Controriforma <div style="text-align: justify;">
<b>Il caso emblematico di Filippo II di Spagna</b></div>
<br />
<i>Domenico Condito</i><br />
<i> </i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9vNMYWUnckvhQ3jPKxQx3XKCQGV5WNzPl91KNGso6lNxmDdOzwNNm1j7-2ji86q_tOTFVQ7-nvQdjidSWC3s1gq-ESUVIm2LV415zb-h80tjyW5z6Sp40ZsfprcEIo2F9WlTxyqViAA/s1600/Fig.-31-bd.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1302" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9vNMYWUnckvhQ3jPKxQx3XKCQGV5WNzPl91KNGso6lNxmDdOzwNNm1j7-2ji86q_tOTFVQ7-nvQdjidSWC3s1gq-ESUVIm2LV415zb-h80tjyW5z6Sp40ZsfprcEIo2F9WlTxyqViAA/s400/Fig.-31-bd.jpg" width="325" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Reliquiario della Santa Croce, dal Tesoro della </i><br />
<i>Cappella delle reliquie in Palazzo Pitti a Firenze.</i></td></tr>
</tbody></table>
Il culto delle reliquie, come la vendita delle indulgenze, è stata una delle questioni più controverse nella storia della Chiesa. In particolare, fra il Medioevo e l’Età moderna la venerazione dei resti mortali dei santi è stata contestata ferocemente sia dai fautori della Riforma protestante, sia da coloro che sostenevano il rinnovamento della Chiesa all’interno del mondo cattolico. Jean Delmeau ricorda che “come le benedizioni, così le reliquie, e con esse il culto dei santi nel suo complesso, furono oggetto delle critiche incrociate dei riformatori protestanti da una parte, e, dall’altra, di Erasmo e di Rabelais”. </div>
<div style="text-align: justify;">
In effetti, la necessità di ristabilire una corretta e “ortodossa” venerazione dei santi e delle loro reliquie, che si era già manifestata in pieno Medioevo, s’impose prepotentemente nel XVI secolo sia con il sarcasmo corrosivo e devastante del riformatore Calvino, quanto con quello del teologo cattolico Erasmo. La risposta della Chiesa a questo attacco violento, e in buona parte giustificato, fu concisa ma vigorosa. La questione venne affrontata dal Concilio di Trento. Durante i lavori della XXV sessione (1563), la nona e ultima sotto il pontificato di Pio IV, fu emanato il decreto <i>De invocatione, veneratione et reliquias sanctorum et de sacris imaginibus</i>, col quale si fissarono le regole per la venerazione delle reliquie e la produzione di immagini sacre, allo scopo di ristabilire l’ortodossia del culto e porre un freno agli abusi deplorevoli.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzd-CoDvwzDAPJs_2krWsdilMoIF6EStpOCtd4lO6yG58Kg2TWRXqti2mVHaF21VJcWRWV1671k1NNyB1ne4RGlOk5YRFj6YOUIY6d45368r_GokX4uVmBanPY65QSKAows_ZmLsUhYg/s1600/concilio-di+trento.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="873" data-original-width="1024" height="544" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzd-CoDvwzDAPJs_2krWsdilMoIF6EStpOCtd4lO6yG58Kg2TWRXqti2mVHaF21VJcWRWV1671k1NNyB1ne4RGlOk5YRFj6YOUIY6d45368r_GokX4uVmBanPY65QSKAows_ZmLsUhYg/s640/concilio-di+trento.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Taddeo e Federico Zuccari, Concilio di Trento, 1560-66, Caprarola (Viterbo), </i><br />
<i>Sala dell'Anticamera del Concilio di Palazzo Farnese.</i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
I Padri conciliari riaffermarono, innanzitutto, la legittimità del culto dei santi e delle reliquie, facendo appello alla tradizione apostolica, agli insegnamenti dei Padri della Chiesa e ai decreti dei sacri concili. Nel decreto ordinarono ai vescovi, e a tutti coloro che hanno il compito della formazione dei fedeli, d’insegnare “che i santi, regnando con Cristo, offrono a Dio le loro orazioni per gli uomini; che è cosa buona ed utile invocarli supplichevolmente e ricorrere alle loro orazioni, alla loro potenza e al loro aiuto, per impetrare da Dio i benefici, per mezzo del suo figlio Gesù Cristo, nostro Signore, che è l’unico redentore e salvatore nostro; e che quelli, i quali affermano che i santi - che godono in cielo l’eterna felicità - non devono invocarsi o che essi non pregano per gli uomini o che l’invocarli, perché preghino anche per ciascuno di noi, debba dirsi idolatria, o che ciò è in disaccordo con la parola di Dio e si oppone all’onore del solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo; o che è sciocco rivolgere le nostre suppliche con la voce o con la mente a quelli che regnano nel cielo, pensano empiamente. Insegnino ancora diligentemente che i santi corpi dei martiri e degli altri che vivono con Cristo - un tempo membra vive di Cristo stesso e tempio dello Spirito Santo -, e che da lui saranno risuscitati per la vita eterna e glorificati, devono essere venerati dai fedeli, quei corpi, cioè, per mezzo dei quali vengono concessi da Dio agli uomini molti benefici. Perciò quelli che affermano che alle reliquie dei santi non si debba alcuna venerazione ed alcun onore; che esse ed altri resti sacri inutilmente vengono onorati dai fedeli; o che invano si frequentano i luoghi della loro” . Il decreto conciliare esigeva ancora che “nella invocazione dei santi, inoltre, nella venerazione delle reliquie e nell’uso sacro delle immagini sia bandita ogni superstizione, sia eliminata ogni turpe ricerca di denaro”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBiA4N54K5F2yZlS-jHQdGeCikjm25CbVvC5eKBvBgoiBJDQfm4AOWP-jYjBc2jZ7o2Cxwd6Mmb5lojJxOYRrIuSAOmYT84lSEwy5Jt6so54DXtvyIHm20exzZ05RlFZONODavgFOEgA/s1600/Fig.-31a.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1302" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBiA4N54K5F2yZlS-jHQdGeCikjm25CbVvC5eKBvBgoiBJDQfm4AOWP-jYjBc2jZ7o2Cxwd6Mmb5lojJxOYRrIuSAOmYT84lSEwy5Jt6so54DXtvyIHm20exzZ05RlFZONODavgFOEgA/s320/Fig.-31a.jpg" width="260" /></a>Furono fissate, al contempo, le norme per una severa regolamentazione dell’uso delle reliquie, al fine di prevenire la circolazione di reliquie false nelle chiese: “questo santo sinodo stabilisce che non è lecito a nessuno porre o far porre un’immagine inconsueta in un luogo o in una chiesa, per quanto esente, se non è stata prima approvata dal vescovo; né ammettere nuovi miracoli, o accogliere nuove reliquie, se non dopo il giudizio e l’approvazione dello stesso vescovo”. </div>
<div style="text-align: justify;">
La nuova normativa conciliare introdusse una novità significativa: l’esposizione alla venerazione dei fedeli di una qualsiasi reliquia doveva essere sottoposta alla valutazione dell’autorità ecclesiastica, che solo dopo averne comprovato l’autenticità sulla base di una documentazione certa, o perlomeno di una lunga tradizione, ne avrebbe autorizzato il culto. Quando i Padri conciliari emisero il decreto citato, era già scoppiato il primo dei conflitti religiosi in Francia, e le notizie della furiosa distruzione di reliquie, immagini sacre e ostie consacrate, ad opera dei protestanti francesi, avevano suscitato un profondo sconcerto nel mondo cattolico. Il Concilio operò in fretta, oppresso e incalzato dagli eventi, nel tentativo di porre un freno ad una insubordinazione ritenuta estremamente grave. Per questi motivi, fu approvato un testo orale del decreto, che risultò estremamente breve e senza riferimenti ad alcuna fonte. Il testo scritto fu ratificato successivamente dal nuovo papa Pio V con la bolla <i>Benedictus Deus</i>. Era il 26 gennaio 1564. </div>
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<br /></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyuDGBebuYaBUz9xTkTYQxdpJoatV2zcLahDJrhFw0bFrEZfo15EVuoRuScpYwA-m6n_5Zy68imZ7uwRsINkA-EGeThmcgP6PznahrtXxRt26c6gsAwT1gPPxm7gvUI8fchfJAEP5Zaw/s1600/La_masacre_de_San_Bartolom%25C3%25A9%252C_por_Fran%25C3%25A7ois_Dubois.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="840" data-original-width="1400" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyuDGBebuYaBUz9xTkTYQxdpJoatV2zcLahDJrhFw0bFrEZfo15EVuoRuScpYwA-m6n_5Zy68imZ7uwRsINkA-EGeThmcgP6PznahrtXxRt26c6gsAwT1gPPxm7gvUI8fchfJAEP5Zaw/s400/La_masacre_de_San_Bartolom%25C3%25A9%252C_por_Fran%25C3%25A7ois_Dubois.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>François Dubois, Il massacro di San Bartolomeo, 1576,</i><br />
<i>Musée cantonal des beaux-arts - Lausanne. </i></td></tr>
</tbody></table>
In questo nuovo scenario europeo, segnato drammaticamente dalle guerre di religione, la distruzione iconoclasta di reliquie e di immagini sacre si diffuse ben presto in tutti i paesi riformati, suscitando grande turbamento nell’universo cattolico. Sull’onda dei Decreti tridentini, furono in tanti ad adoperarsi per la salvaguardia delle reliquie a rischio, promuovendone il trasferimento dai paesi riformati a quelli cattolici come l’Italia, la Spagna e il Portogallo. Ne conseguì un vasto movimento di reliquie che attraversò l’Europa. Fu sostenuto da prelati, ambasciatori, monarchi, cardinali, regine, imperatori, che vedevano nella rinascita del culto dei santi e delle reliquie, sancita dal Concilio di Trento, un modo per riaffermare la centralità della Chiesa di Roma e contrastare i movimenti della Riforma protestante. </div>
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<br /></div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-a8bX_J9oIyM9SpTwIEUL5zNC-oQT8d8n_oYl2Nhvm-zPvw5UKi0xzfzz0okTTM9_XdA0540RlA7iXQLgGmbRJK5pIKqQxbaVbvjdS_MMQpZ0lyhaSI2NklheXvovjxvo97QBeTkjUQ/s1600/Felipe_II%252C_rey_de_Espa%25C3%25B1a_%2528Prado%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1235" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-a8bX_J9oIyM9SpTwIEUL5zNC-oQT8d8n_oYl2Nhvm-zPvw5UKi0xzfzz0okTTM9_XdA0540RlA7iXQLgGmbRJK5pIKqQxbaVbvjdS_MMQpZ0lyhaSI2NklheXvovjxvo97QBeTkjUQ/s640/Felipe_II%252C_rey_de_Espa%25C3%25B1a_%2528Prado%2529.jpg" width="492" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Anonimo, Felipe II, rey de España, XVI secolo,</i><br />
<i>Museo Nacional del Prado - Madrid.</i><br />
<br /></td></tr>
</tbody></table>
Nel clima generato dalla Controriforma, si sviluppò ulteriormente il fenomeno del collezionismo sacro, e in misura preponderante rispetto ai secoli passati. In particolare, la tendenza a collezionare reliquie si diffonderà al punto da connotarsi come uno degli aspetti più singolari del nuovo movimento controriformista.
Il più devoto e appassionato collezionista di reliquie dell’epoca fu Filippo II di Spagna (1527-1598), il Re dei due mondi, che contribuì in modo determinante all’affermazione di questo “nuovo” orientamento, come documentato ampiamente da Juan Manuel del Estal. Figlio dell’imperatore Carlo V e di Isabella del Portogallo, Filippo II fondò nel 1563 il celebre monastero-palazzo-mausoleo di San Lorenzo, El Escorial, per celebrare la vittoria di San Quintino, avvenuta il 10 agosto 1557, giorno della festa del martire spagnolo a cui venne dedicato il complesso monumentale. La grandiosa costruzione, edificata su una pianta a forma di graticola per ricordare il martirio di San Lorenzo, era destinata ad accogliere le salme di tutti i membri della famiglia reale. Il Re vi collocò anche la sua smisurata collezione di reliquie. Questa era composta da sei corpi interi di santi, almeno duecento crani di martiri, vergini e confessori, e migliaia di ossa di un numero imprecisato di eroici paladini della cristianità. La tendenza a collezionare reliquie e reliquari, talvolta preziosissimi, era certamente in linea con lo spirito dei tempi, e nel caso del monarca spagnolo fu favorita da due importanti aspetti della sua personalità: da un alto, la tendenza ossessiva ad accumulare all’Escorial, nella maggiore misura possibile, tesori artistici, letterari e religiosi; dall’altro, la sua profonda e austera religiosità , per quanto questa appaia ricca di contraddizioni agli occhi del nostro tempo, visto il fervore col quale il pio e devoto Re spagnolo sostenne l’attività del tribunale dell’Inquisizione nei confini dei propri Stati. Tuttavia, secondo Juan Manuel del Estal, “Filippo II fu, sì, un collezionista incomparabile di reliquie, ma non per semplice affezione occasionale o puro passatempo, bensì per l’imperativo della sua fede e la forza incontenibile della sua religiosità”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXo1j46Q54ubbWjnyF3Lg_gdIEIE-t7da2v3asVHPE-yG_JMhYzBj6-6SUE4adfXVbfTy-YcZHlV_yJv5cu1cBE-UFdnH4iMXBeQpEuPqE267wSCSyRxsaoxWyhAmd6nyqEQOwI45DvQ/s1600/Monasterio_de_El_Escorial_en_Madrid.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXo1j46Q54ubbWjnyF3Lg_gdIEIE-t7da2v3asVHPE-yG_JMhYzBj6-6SUE4adfXVbfTy-YcZHlV_yJv5cu1cBE-UFdnH4iMXBeQpEuPqE267wSCSyRxsaoxWyhAmd6nyqEQOwI45DvQ/s400/Monasterio_de_El_Escorial_en_Madrid.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Monastero dell'Escorial, anche detto di San Lorenzo del Escorial,</i><br />
<i>San Lorenzo de El Escorial, comunità autonoma di Madrid.</i></td></tr>
</tbody></table>
Per mettere insieme la sua vasta collezione di reliquie, il monarca dispiegò un’attività senza precedenti, coinvolgendo in questa impresa i personaggi più influenti del suo tempo, dentro e fuori i confini del suo regno: “imperatori, re, principi, ambasciatori, vice-re, governatori, conti, duchi, marchesi, ecc.”. Non c’è papa, fra gli otto che si succedettero sul soglio pontificio da Pio IV a Clemente VII, che non figuri, nei documenti dell’archivio agiografico dell’Escorial, come donatore di reliquie a Filippo II, insieme a cardinali, arcivescovi, patriarchi e abati delle sedi più rinomate d’Europa, o residenti a Costantinopoli, Il Cairo, o in altre prestigiose località della cristianità: tutti molto zelanti nell’assecondare la singolare devozione del Re “prudente”, e rendergli omaggio con il dono di qualche reliquia. Fra i personaggi che incrementarono la più singolare collezione del Re di Spagna, e che vengono citati con maggiore frequenza nella vastissima documentazione del citato archivio agiografico Escurialense, figurano San Francisco de Borja, Preposito Generale della Compagnia di Gesù; l’imperatrice Maria d’Austria, sorella di Filippo II; Aloisio Giustiniano, patriarca di Aquileia; San Carlo Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano; Antonio Perrenot de Granvela, cardinale e vice-re di Napoli; il cardinale Marco Sittico, arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano e legato pontificio al Concilio di Trento; Alessandro Farnese, duca di Parma e governatore dei Paesi Bassi; Alessandro Riazio, cardinale e legato pontificio in Portogallo; Otho Truchsess von Waldburg, cardinale e arcivescovo di Augsburg; il Granduca di Firenze, Jacobus, arcivescovo di Tréveris e Principe Elettore Palatino; Eberhard von Bucholtz, Reynhard, abate di Corbie; D. Gaspar de Quiroga, cardinale e arcivescovo di Toledo; frate Matteo da Salerno, commissario di Gerusalemme; il cardinale Nicola Caraffa; Hugo de Loubenk, cardinale e Gran Maestro dell’Ordine di Malta; Daniel, arcivescovo di Magonza, cardinale e Principe Elettore dell’Impero; Sabelio, cardinale e Vicario Generale di Roma; Jorge Radrinil, cardinale e arcivescovo di Cracovia; Massimiliano, conte palatino del Reno e duca di Baviera; Yñigo de Avalos, cardinale d’Aragona; Lorenzo Mazzarachio, abate nel monastero del monte Sinai; frate Juan Regla, priore del monastero di Santa Engracia di Saragozza; D. Fernando Álvarez di Toledo, Granduca d’Alba, capitano generale e governatore dei Paesi Bassi, e tante altre personalità dell’epoca. </div>
<div style="text-align: justify;">
Potrebbe essere stesa una lista ancora più lunga di nomi prestigiosi, per significare quanto il collezionismo di reliquie nell’età di Filippo II non fu un fenomeno occasionale né circoscritto, sollecitato magari dalla devozione ossessiva del monarca spagnolo, ma un tratto caratteristico della società del tempo, profondamente segnata dallo spirito della Controriforma. E ciò avveniva in Spagna, ma anche in Italia, Portogallo, nel Nuovo mondo e in tutti quei paesi che riconoscevano nella Chiesa di Roma la propria guida spirituale e religiosa.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirzhffV8Y7xl_-82wGWJtIDBoTi38pwbB9pGE7exJ-evWte9FTqWxiqzrIqS_CflWKLqnrRLDHWrHEEBj590ZFtvVtrQbmZ2z7qWM2OQxm8LAjf9RDvK_toUKkIHEmWrTm-_TuGtL4IQ/s1600/filippo-ii-il-collezionista-di-reliquie_42f5e9ee_1232x2000.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="986" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirzhffV8Y7xl_-82wGWJtIDBoTi38pwbB9pGE7exJ-evWte9FTqWxiqzrIqS_CflWKLqnrRLDHWrHEEBj590ZFtvVtrQbmZ2z7qWM2OQxm8LAjf9RDvK_toUKkIHEmWrTm-_TuGtL4IQ/s640/filippo-ii-il-collezionista-di-reliquie_42f5e9ee_1232x2000.jpg" width="393" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Basilica del Monastero dell'Escorial, </i><br />
<i>altare di San Girolamo, con reliquie di santi.</i></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<br />
<a href="https://drive.google.com/file/d/1tqtrFpr-moaurCa8b4zrM8PDFDWTnlRX/view" target="_blank">Download edizione PDF con prefazione, note e referenze bibliografiche.</a>Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-58461197299244415662020-02-23T02:04:00.001+01:002020-02-23T10:01:41.671+01:00Evangelario o evangeliario?<div style="text-align: justify;">
<b>Per la mia pubblicazione sull'<a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2020/02/ritrovamento-di-un-prezioso-evangelario.html" target="_blank"><i>Evangelario della Conciliazione</i></a>, nell'incertezza su quale termine scegliere tra i due, ho richiesto una consulenza linguistica all'Accademia della Crusca. La risposta ottenuta ha orientato la mia scelta per la variante più rara.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Domenico Condito</i></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il GRADIT Grande dizionario italiano dell'uso diretto da Tullio De Mauro (UTET, 2007) registra entrambe le forme, ma "evangelario" è fornita come variante di basso uso, ossia molto rara, rispetto a "evangeliario". La stessa distinzione in base all'uso si trova anche nel Vocabolario Treccani online, nel DOP Dizionario di ortografia e di pronunzia, di B. Migliorini, C.Tagliavini e P. Fiorelli, (ERI- Rai, Roma, 1999, http://www.dizionario.rai.it/. Il Grande dizionario Hoepli (http://dizionari.repubblica.it/italiano.php) e il Devoto-Oli 2014, mettono a lemma "evangeliario" con la variante "evangelario" senza specificare differenza nell'uso. La differenza però esiste ed è riscontrabile da un sondaggio in rete che testimonia un rapporto di 4:1 a favore di "evangeliario". Tuttavia, ho preferito la variante più rara “evangelario” rispetto a quella più in uso trovandone la pronuncia senz’altro più agevole. L'Accademia della Crusca mi ha garantito che non si tratta di errore: "sta a lei valutare l'opportunità di scegliere la variante più rara o quella più in uso", ha concluso la consulente che ha preso in carico la mia richiesta. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid1RhrSpp8oGQBJfQJX910XuaKy2RCQjIPazk4wNDK3AlaA9EbrrEXw8mYuHKNNA0Us5E04KR7lYhQbJAWybQZe0zBUNZtru0paGB159Ly8lMBt4qGhIy9MMvImrT2Bc6UTWd3bWTKCw/s1600/cp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1129" data-original-width="900" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid1RhrSpp8oGQBJfQJX910XuaKy2RCQjIPazk4wNDK3AlaA9EbrrEXw8mYuHKNNA0Us5E04KR7lYhQbJAWybQZe0zBUNZtru0paGB159Ly8lMBt4qGhIy9MMvImrT2Bc6UTWd3bWTKCw/s640/cp.jpg" width="508" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>L'evangelista San Marco in una splendida miniature del Codex Purpureus Rossanensis, </i><br />
<i>VI sec. d.C. – Museo Diocesano, Rossano (Cosenza).</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-74329144721204222322020-02-18T15:51:00.000+01:002020-02-20T17:20:58.825+01:00L'Evangelario della Conciliazione sulla pagina della Bodleian History Faculty Library di Oxford<b>È successo il 19 ottobre 2018. Da allora l'Evangelario ha fatto il giro del mondo.</b><i> </i><br />
<i>Domenico Condito</i><b></b><br />
<b><br /></b>
<div align="center">
<iframe allow="encrypted-media" allowtransparency="true" frameborder="0" height="615" scrolling="no" src="https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FHFLOxford%2Fposts%2F2285331481494569&width=500" style="border: none; overflow: hidden;" width="500"></iframe></div>
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH429HQMrK_OVplbAXxvEY3zA4n9GhHF5edQtLJvl3lLxyhoUrnwgR16bRvIi1fkyWk20fNut6fl_4j6FstkRfUT4G21Se3QbpgaQqpENnSI2cNt2c0PaycbiNsepy1hR2_zoob5FSpA/s1600/evangelario2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="546" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH429HQMrK_OVplbAXxvEY3zA4n9GhHF5edQtLJvl3lLxyhoUrnwgR16bRvIi1fkyWk20fNut6fl_4j6FstkRfUT4G21Se3QbpgaQqpENnSI2cNt2c0PaycbiNsepy1hR2_zoob5FSpA/s640/evangelario2.jpg" width="497" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>San Luca in una delle miniature dell’Evangelario della Conciliazione, XI sec. </i><br />
<i>© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-8681202643253843562020-02-17T14:15:00.000+01:002020-02-17T15:18:08.138+01:00Москва - Храм Григория Неокесарийского<div style="text-align: justify;">
Доменико Кондито (Domenico Condito)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2sy61coaECjkfy8_TGEVvd5PCEcYonvSUBq85c0pCevUvQqCWNHy0UAP1lREXS4rLJAw09N_mS_ml6YOHcNDWig7sC1MDnksptaHe8lz3PxdHitZQ6mPdjNagmLi_QC9g5td21zy9mg/s1600/2DSC_0062.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="532" data-original-width="800" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2sy61coaECjkfy8_TGEVvd5PCEcYonvSUBq85c0pCevUvQqCWNHy0UAP1lREXS4rLJAw09N_mS_ml6YOHcNDWig7sC1MDnksptaHe8lz3PxdHitZQ6mPdjNagmLi_QC9g5td21zy9mg/s400/2DSC_0062.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Святейший Патриарх Московский и всея Руси Алексий II<br />
Патриаршее служение в день памяти свт. Григория Неокесарийского
</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Я живу в Италии, в Милане, но родом я из Сталетти, небольшого городка в Калабрии, одного из южных регионов Италии. В моем родном городе хранятся Мощи Святого Григория Неокесарийского. Они были привезены между VI и VIII веками византийскими монахами, мигрировавшими с Востока во время преследований иконоборцев.<br />
<br />
В 1578 году череп Святого из Сталетти был перевезен в Лиссабон, где он хранится по сей день в музее Святого Роха (Museu de São Roque). Португальское телевидение выпустило репортаж о моих исследованиях реликвии.<br />
<br />
Я также являюсь автором видеофильма о празднике святого Григория Неокесарийского, который отмечался в Москве в 2010.<br />
<br />
Мне приятно сообщить Вам, что я опубликовал второе издание истории церкви Св. Григория Неокесарийского в Москве, Вы можете найти его в приложении в формате PDF: <br />
<a href="https://drive.google.com/open?id=1Omt3aJpHg2tr681DRKgu0PaqtmmVYYkJ" target="_blank">https://drive.google.com/open?id=1Omt3aJpHg2tr681DRKgu0PaqtmmVYYkJ </a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center">
<br />
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/iX8Cts5V88o" width="560"></iframe></div>
<br />
<br />
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<div align="center">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/fhBiQVkRSXc" width="560"></iframe></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-64629704220044579232020-02-15T13:00:00.000+01:002020-02-16T17:18:55.361+01:00L’incontro tra Papa Pio X e il garibaldino Achille Fazzari<div style="text-align: justify;">
<b>Una pagina di storia inedita, la più sorprendente dell’Italia postunitaria, ispirata dal ritrovamento in Calabria di un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo. L’incontro fu favorito dall’abate Ambrogio Maria Amelli, Priore dell’Abbazia di Montecassino, nel nome di Cassiodoro e della Conciliazione. Fazzari era originario di Stalettì, un comune della costa ionica calabrese.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i></i><b></b><b></b><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Domenico Condito</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Un estratto dalla mia pubblicazione: <i>L’Evangelario della Conciliazione: ritrovamento e vicende postunitarie del codice greco-bizantino donato da Achille Fazzari a Pio X</i>, Vivarium Scyllacense, XXVII/1-2, 2016, 9-50. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYcXM5BW41b2GqgHpm-7mc9bgxXoDQrO2d0eqbzkMUDiSvY1njjMMkbqNK_AH-2U027SBcAZ3tqJInw95axyZMt7to0y0neGUDxa0-7SpLYl5AvBFdybg0fJ2OBs01FDg29E5_7f5eDw/s1600/3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYcXM5BW41b2GqgHpm-7mc9bgxXoDQrO2d0eqbzkMUDiSvY1njjMMkbqNK_AH-2U027SBcAZ3tqJInw95axyZMt7to0y0neGUDxa0-7SpLYl5AvBFdybg0fJ2OBs01FDg29E5_7f5eDw/s320/3.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Achille Fazzari (in piedi, al centro della foto).</i></td></tr>
</tbody></table>
“Alle prime luci del 1908, nell’Italia postunitaria ancora divisa dalla questione romana, <b>un prezioso Evangelario greco-bizantino, dell’XI secolo,</b> riemerse dall’oblio e conquistò per qualche mese la ribalta nazionale. A ritrovarlo in Calabria, in circostanze non del tutto chiarite, fu l’ex volontario <b>garibaldino Achille Fazzari</b>, già noto al paese per le imprese patriottiche e l’impegno politico. Intimo amico e consigliere di Giuseppe Garibaldi, si era battuto eroicamente contro il potere temporale dei Papi nella campagna dell'Agro romano del 1867, rimanendo ferito a Montelibretti; ma nel lontano 1886 fu il primo a levare la bandiera della riconciliazione fra le due rive del Tevere, avviando l’esplosione conciliatorista che divampò l’anno seguente. Nel maggio di quell’anno si era candidato alla Camera dei Deputati, nel collegio di Catanzaro, con un programma conciliatorista che prevedeva la negoziazione diretta della questione romana fra il Papa e il Re, quasi scavalcando il Parlamento, ma senza alcuna restituzione di territorio alla Santa Sede. Alla candidatura di Fazzari fu opposta quella di <b>Giosuè Carducci</b>. Il candidato calabrese fu eletto con circa 10.000 voti contro i 200 presi dal suo illustre avversario. Il noto civilista Carlo Francesco Gabba definì quell’esito il «grande pronunciamento nazionale» a favore della Conciliazione, e lo scalpore che suscitò nel paese diede vita al movimento fazzarista, che ebbe un certo seguito in Italia, ma anche in Francia e Germania, ed ottenne in quella fase il sostegno dello stesso <b>Leone XIII</b>. Lo storico <b>Arturo Carlo Jemolo</b>, in un celebre articolo sul <b>tentativo di Conciliazione del 1887</b>, <b>definì Fazzari “l’apostolo della Conciliazione”</b>; una missione, quest’ultima, a cui Fazzari rimase tenacemente fedele per tutte la vita, ben oltre la stagione dell’87, pur nelle vicende tempestose e controverse che lo riguardarono; vicende segnate anche dallo scandalo della Banca Romana, cui pure il suo nome è associato, sullo sfondo di quella crisi dell’Italia crispina di cui Fazzari, scriveva <b>Giovanni Spadolini</b>, “è a suo modo un interprete e un simbolo” . </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixqZgF3rPBe1jdUHso4PY7HkWJrtIU7AmmFVEQssCOCmc1-4Xm5vZXlS_eWMsk1C-_PySYmVQdc0axIUq5JeLrcGSYBi3EEqb0Lnqdo0r7_OFiLBPzYMCrw924QTLCk7ylGN8b08OvLg/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixqZgF3rPBe1jdUHso4PY7HkWJrtIU7AmmFVEQssCOCmc1-4Xm5vZXlS_eWMsk1C-_PySYmVQdc0axIUq5JeLrcGSYBi3EEqb0Lnqdo0r7_OFiLBPzYMCrw924QTLCk7ylGN8b08OvLg/s1600/7.jpg" imageanchor="1" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; clear: left; color: #0066cc; font-family: Times New Roman; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; orphans: 2; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1072" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixqZgF3rPBe1jdUHso4PY7HkWJrtIU7AmmFVEQssCOCmc1-4Xm5vZXlS_eWMsk1C-_PySYmVQdc0axIUq5JeLrcGSYBi3EEqb0Lnqdo0r7_OFiLBPzYMCrw924QTLCk7ylGN8b08OvLg/s320/7.jpg" width="214" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>L’abate Ambrogio Maria Amelli, </i><br />
<i>Priore dell’Abbazia di Montecassino.</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
La notizia della scoperta del codice rimbalzò in breve sui maggiori quotidiani, e suscitò l’interesse di studiosi, prelati e dello stesso Pontefice Pio X. <b>L’abate Ambrogio Maria Amelli, Priore dell’Abbazia di Montecassino,</b> si precipitò addirittura nel “fondo della Calabria” per esaminare il codice, ritenendolo un <b>probabile “avanzo della biblioteca di Cassiodoro”</b>. Fazzari lo accolse a Stilo, nella sua residenza della Ferdinandea. Ne nacque un’amicizia profonda, alimentata da uno schietto amor di patria e dalla passione per la Conciliazione. Sentimenti condivisi nel ricordo dei padri cassinesi Quendal, Bernardi e soprattutto Luigi Tosti, che Fazzari aveva conosciuto più da vicino. Era il momento della distensione dell’età giolittiana che aveva avviato una silenziosa e discreta conciliazione tra lo Stato e la Chiesa.
<b>Amelli e Fazzari, impegnati personalmente a negoziare fra il Re e il Papa una riconciliazione fra le due “Rome”,</b> furono senz’altro protagonisti emblematici di questa nuova stagione politica, e l’affare del codice offrì loro un’opportunità straordinaria per perseguire i comuni obiettivi. Amelli, d’accordo con Fazzari, portò con sé il codice a Montecassino per un periodo di studio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf9yBvln4IKZuCDPU1HIq52nkZLqGa1GsnHPfDzoLE9-YMzWtSg-VvWbGPWlb_LdD053VQPR4-eOz8JQxbOjF4miUXy9MaHCbyZh_us-c8u4m0_HpTDsSNY-TdQyD7x1tM2b4G3QSTnA/s1600/8.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; color: #0066cc; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1280" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf9yBvln4IKZuCDPU1HIq52nkZLqGa1GsnHPfDzoLE9-YMzWtSg-VvWbGPWlb_LdD053VQPR4-eOz8JQxbOjF4miUXy9MaHCbyZh_us-c8u4m0_HpTDsSNY-TdQyD7x1tM2b4G3QSTnA/s320/8.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Papa Pio X nel suo studio</i></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel frattempo, <b>l’interesse per l’Evangelario manifestato dal Papa</b> al monaco cassinese ispirò a Fazzari la più temeraria iniziativa dell’epoca conciliatorista. Amelli, amico personale e collaboratore del Pontefice, si sarebbe adoperato per procurare all’ex camicia rossa un’udienza privata con <b>Pio X</b>. E con il pretesto di donare il codice al Papa, Fazzari gli avrebbe parlato della Conciliazione. Era un’impresa ardua, dall’esito rischioso e tutt’altro che scontato. Solo pochi anni prima, don Davide Albertario, direttore dell’Osservatore cattolico, il battagliero sacerdote di Milano che subì la repressione di Rudinì e del generale Pelloux e fu incarcerato, aveva dichiarato che il nome di Garibaldi non poteva essere pronunciato in un’assemblea cattolica senza profanare qualsiasi luogo sacro. Ma l’abate Amelli, che apparteneva a quella razza di monaci che San Benedetto definiva il <i>fortissimus genus</i>, dopo qualche colloquio preparatorio con il Pontefice, riuscì nel suo intento. Il 7 luglio 1908, <b>Achille Fazzari</b>, accompagnato da Amelli e dal figlio Spartaco, <b>varcò la soglia dei Palazzi Apostolici e incontrò Pio X</b>, <b>portandogli in dono l’Evangelario</b>. E in quell’udienza, che suscitò vasto clamore nell’opinione pubblica, <b>trattò col Pontefice la questione della Conciliazione</b>. È indubbio che il fascino esercitato dall’Evangelario, la cui donazione era stata preannunciata al Papa, facilitò la missione dell’abate e del patriota risorgimentale. La Parola antica, fissata da mani oranti su preziosi fogli membranacei, agì da pretesto irresistibile, rendendo possibile ciò che nessuno aveva mai osato sperare: l’incontro conciliatore fra il Papa di Roma e uno dei più valorosi combattenti delle truppe garibaldine.
Il mio studio ha ricostruito questa pagina dimenticata della storia d’Italia, individuando nella Biblioteca Apostolica Vaticana il codice greco donato da Achille Fazzari a Pio X, che diversi studiosi ritenevano ormai “irreperibile”, se non perduto. Si tratta del Vat. gr. 2330, un manoscritto tutt’ora inedito che, per il ruolo pacificatore avuto nell’Italia postunitaria, ho ribattezzato<b> Evangelario della Conciliazione</b><span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">”</span>.<br />
<b></b><b></b><br />
Le <b>vicende relative all'Evangelario </b>dopo il suo ritrovamento, con la prima descrizione del codice, e il <b>resoconto dettagliato dell’udienza concessa da Pio X ad Achille Fazzari</b> sono contenuti nella mia pubblicazione, che potete richiedere nel formato pdf a quest'indirizzo email: <a href="mailto:domenicocondito@gmail.com">domenicocondito@gmail.com</a> .<br />
<br />
Vedi anche: <a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2020/02/ritrovamento-di-un-prezioso-evangelario.html" target="_blank">Ritrovamento di un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo realizzato in Calabria</a>. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i>Alcune immagini dell'Evangelario della Conciliazione</i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i></i><br /></b></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidDss9BX-BYTabLWxpnJ7Fzlbj8GslDjzzWdkFXzCKPz7n_x7asvzmc8-V5-VliuGRybBi5hhw3YfcgOaFhFYT5gpSTfS3WJkblWHprQYGUCrDalplTQISiI_kkJxSxuESEO7zGDyJ_w/s1600/evangelario1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="543" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidDss9BX-BYTabLWxpnJ7Fzlbj8GslDjzzWdkFXzCKPz7n_x7asvzmc8-V5-VliuGRybBi5hhw3YfcgOaFhFYT5gpSTfS3WJkblWHprQYGUCrDalplTQISiI_kkJxSxuESEO7zGDyJ_w/s640/evangelario1.jpg" width="496" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>S. Marco in una delle miniature dell’Evangelario della Conciliazione, XI sec. </i><br />
<i>© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5qUUeKy9uLpK6Zk47F0zBwx1iROVh1W_c7i-0CJWW2KSlgC1PIyEq025oGTsGQi4Lr0HE2mDx47SVxOnsrF0acGbzm5XWBQi5wer5nNKo4Vz22cN6s6hbcnb_4Gs83KnPpsf1MUwa4g/s1600/evangelario2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="546" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5qUUeKy9uLpK6Zk47F0zBwx1iROVh1W_c7i-0CJWW2KSlgC1PIyEq025oGTsGQi4Lr0HE2mDx47SVxOnsrF0acGbzm5XWBQi5wer5nNKo4Vz22cN6s6hbcnb_4Gs83KnPpsf1MUwa4g/s640/evangelario2.jpg" width="498" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>San Luca seduto allo "scriptorium", Evangelario della Conciliazione. </i><br />
<i>© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3BmCFUM1AYhWUWvnzlJJst57lc68saVjEi1_HYBjEfuGMC7fDtbY2lt1KcU-3DFQg9em_AYR_fIv1MPwRuwuBizQ1pJGips_vvYMZzH7V4tV7E0arKBQ_h93DE81U7-roI1xb6yIlsg/s1600/evangelario3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="537" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3BmCFUM1AYhWUWvnzlJJst57lc68saVjEi1_HYBjEfuGMC7fDtbY2lt1KcU-3DFQg9em_AYR_fIv1MPwRuwuBizQ1pJGips_vvYMZzH7V4tV7E0arKBQ_h93DE81U7-roI1xb6yIlsg/s640/evangelario3.jpg" width="490" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Vangelo di Luca, fregio dell‘incipit, Evangelario della Conciliazione. </i><br />
<i>© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNQN6hRt9ZXQ_ZHLk1pOyiU7mFyetoBrrxNtDKJ9TyvRAckZW7o_uaUowYs67kGLbafCCJiaiVnk7M_Gkdcgs-twI_zX5lPNyVunA19lgvPT1M36di-EHQIf-K4Ys_2J2CZGW9oRnE4A/s1600/Copertina2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6y2Sq-aOUTC9X_NjRwIyt45fQiU3WihydLd6OxzN4WbSpF32Etb15cqKbvn8sDPitWrUC4cuE1OykpViQIpc5dSABrYO_mRKtOMSyq_tZXoZ7whHRCzjznRcBfDK2o9sXLsnb3aatlA/s1600/Copertina2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1127" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6y2Sq-aOUTC9X_NjRwIyt45fQiU3WihydLd6OxzN4WbSpF32Etb15cqKbvn8sDPitWrUC4cuE1OykpViQIpc5dSABrYO_mRKtOMSyq_tZXoZ7whHRCzjznRcBfDK2o9sXLsnb3aatlA/s640/Copertina2.jpg" width="450" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><br /></i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
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</div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-14496901962633547242020-02-13T12:20:00.001+01:002020-02-13T12:20:47.525+01:00San Gregorio Taumaturgo - L'icona dell'Ermitage di San Pietroburgo <div style="text-align: justify;">
<i>Domenico Condito</i><br />
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
La storia del culto e dell'iconografia di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gregorio_Taumaturgo" target="_blank"><b>San Gregorio Taumaturgo</b></a> (213-270), tra Oriente e Occidente, rappresenta una delle mie principali aree d'interesse storico e di ricerca.</div>
<div style="text-align: justify;">
Qui vi presento la più conosciuta fra le icone che raffigurano il Santo. L'icona è conservata all’<b><i>Ermitage</i> di San Pietroburgo</b>, ed è considerata uno degli esempi più rilevanti dell’iconografia bizantina della seconda metà del XII secolo. Lo stesso Catalogo ufficiale del museo presenta l’icona come “uno dei maggiori esempi di pittura bizantina presenti nella collezione dell’<i>Ermitage</i>”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta di una tempera su tavola, 81x53 cm, realizzata probabilmente a Costantinopoli nella seconda metà del XII secolo, e riveste per la sua epoca la stessa importanza della Vergine di Vladimir nella prima metà del secolo XIII.
L’aristocraticità e la finezza della fisionomia riflettono lo stile dell’epoca. L’icona è impreziosita dall’impiego della tecnica del <i><b>plav’</b></i>, che conferisce al volto una particolare luminosità attraverso lievissime velature di ocra. Le delicate tonalità di bianco e ocra delle vesti, abbinate al giallo oro dello sfondo, creano inoltre una gamma di colori molto raffinata. San Gregorio Taumaturgo, definito nel Catalogo dell’<i>Ermitage</i> “uno dei santi maggiormente venerati”, viene raffigurato frontalmente, in uno stato di pace assoluta, mentre il suo volto austero esprime benevolenza e saggezza. “Sebbene siamo ormai in quella che gli studiosi definiscono epoca tardo-comnena, l’icona di San Gregorio è dipinta nella più pura tradizione classica. La fisionomia è molto individuale, concretamente caratterizzata, con sfumature emotive e psicologiche finissime, e orientata a una espressività tutta interiore: assistiamo a un processo di spiritualizzazione della forma, e nel contempo di umanizzazione del canone figurativo dell’icona. In un periodo in cui ormai domina un orientamento caratterizzato da un dinamismo un po’ manierato, impulsivo, inquieto, questa icona sorprende per la sua raffinatezza e armonia classica; le pieghe sono quasi cesellate, modellate e rese in modo cristallino” (Ol’ga Popola, Engelina Smirnova, Paola Cortesi, "Icone", Milano 1995, p. 46). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’icona di San Gregorio Taumaturgo è stata collocata all’<i>Ermitage</i> nel 1935, proveniente dal Museo di Stato Russo. Una riproduzione del volto dell’icona si trova nella chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca, il principale luogo di culto del Santo nel mondo ortodosso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
San Gregorio Taumaturgo è il Patrono di Stalettì, in Calabria, che ne custodisce le reliquie nell'antico monastero di fondazione bizantina. Da qui il culto del Santo si è diffuso in Italia, Europa e America Latina all'epoca della Controriforma cattolica.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFkIGbgg55lCIx3IjaTKbEK2k9rXoDn_u8rqYniwF6NuZgyDO1SYv9GT5gv9LP9MCI3Kw-7rdyINn4N_Ghm7QpLD9zSX1lwSsTP8N0zowxmLcIZKSQtR09MdTsWy_XSBIfFk5mU5n0CA/s1600/WOA_IMAGE_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1147" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFkIGbgg55lCIx3IjaTKbEK2k9rXoDn_u8rqYniwF6NuZgyDO1SYv9GT5gv9LP9MCI3Kw-7rdyINn4N_Ghm7QpLD9zSX1lwSsTP8N0zowxmLcIZKSQtR09MdTsWy_XSBIfFk5mU5n0CA/s640/WOA_IMAGE_1.jpg" width="457" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Image: <b>Icon of St Gregory Thaumaturgus </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Byzantium, 12th century, tempera on panel (81x53 cm). </div>
<div style="text-align: justify;">
Hermitage Museum - Official site:
"St Gregory Thaumaturgus (the Wonderworker) is one of the most revered saints, a Father of the Church who lived in the 3rd century. His name day is celebrated on 17th November. This icon is one of the most important examples of Byzantine painting in the Hermitage collection. It was probably painted in Constantinople, sometime around the 12th century. Gregory is shown frontally, in a state of utter peace, his severe face filled with goodness and wisdom. White and fine ochre tones in the clothes and the gold of the ground combine to create a noble colour range".
</div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-83721781998142066422020-02-10T11:42:00.002+01:002021-03-23T11:11:15.283+01:00Ritrovamento di un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo realizzato in Calabria<div style="text-align: justify;">
<b>Scoperto nel 1908, lo si riteneva ormai perduto. L'ho individuato qualche anno fa nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il manoscritto ispirò la pagina di storia più sorprendente dell'Italia postunitaria: l'incontro tra Papa Pio X e Achille Fazzari, uno dei più valorosi combattenti garibaldini e primo sostenitore della Conciliazione fra le “due Rome”. Nel mio studio, oltre a fornire la prima descrizione del codice, ho ricostruito anche questa pagina inedita della storia italiana.</b><br />
<b></b><br />
<i>Domenico Condito</i><br />
<br />
Qualche anno fa, a Roma, presso la <b>Biblioteca Apostolica Vaticana</b>, ho individuato <b>un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo</b>, <b>proveniente dalla Calabria</b>. Si tratta del <b>Tetravangelo</b> donato dal garibaldino Achille Fazzari a Papa Pio X nel 1908. In precedenza, il manoscritto era noto erroneamente come il codice donato dallo stesso Fazzari all’Abbazia di Montecassino, che gli studiosi ritenevano ormai perduto. Alla fine del 2017, ho pubblicato i risultati della<b> “riscoperta”</b> sul <b><i>Vivarium Scyllacense</i></b>, la rivista dell'Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria, con sede a Squillace (Catanzaro), che ha sostenuto il progetto di ricerca. <b>La notizia, ripresa in italiano e in inglese dalla testata giornalistica Famedisud.it, è stata subito rilanciata da prestigiose istituzioni scientifiche italiane e internazionali </b>(dalla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano alla Bodleian History Faculty Library di Oxford, dalle Università di Torino, Genova e Salerno al Labex Resmed della Sorbona di Parigi, solo per citarne alcune) che l'hanno condivisa sulle rispettive pagine social.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo le prime ipotesi,<b> il codice fu realizzato in Calabria dai monaci italogreci</b> che fecero rifiorire i monasteri di Cassiodoro, il Vivariense e il Castellense, dopo la fase di declino e abbandono che fece seguito alla sua morte, avvenuta alla fine del VI secolo. <b>Il luogo di provenienza sarebbe quindi la Patria di Cassiodoro</b>, un comprensorio oggi tripartito fra i Comuni di <b>Stalettì, Borgia e Squillace</b>. Il manoscritto, contenente i quattro Vangeli, è ornato con fregi e figure. Davvero pregevoli le raffigurazioni a pagina intera degli evangelisti Marco e Luca con i relativi simboli, il leone e il toro. Ogni evangelista appare seduto davanti a un leggio, nello scriptorium, con in evidenza gli strumenti di lavoro del miniaturista. Il codice, che fa parte del fondo dei manoscritti greci della Biblioteca Apostolica Vaticana, è il Vat. gr. 2330.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 1908, nell’Italia postunitaria ancora divisa dalla questione romana, l'antico evangelario riemerse per la prima volta dall’oblio. A ritrovarlo in Calabria fu proprio Achille Fazzari, noto in Italia per le imprese patriottiche e l’impegno politico, e sostenitore appassionato della <b>Conciliazione</b> fra le due rive del Tevere. Alla notizia del rinvenimento, l’abate Ambrogio Maria Amelli, Priore dell’Abbazia di Montecassino, andò in Calabria ad esaminare il codice, ritenendolo <b>un probabile “avanzo della biblioteca di Cassiodoro”</b>. Sia lui che Fazzari erano impegnati personalmente a negoziare fra il Re e il Papa una riconciliazione fra le due “Rome”, e l’interesse mostrato da Papa Pio X per l’antico Evangelario suggerì loro la più temeraria delle iniziative conciliatoriste. L’Abate cassinese, amico personale e collaboratore del Pontefice, si sarebbe adoperato per procurare all’ex camicia rossa un’udienza privata con Pio X.
E così il 7 luglio 1908, alle ore 18.00, <b>Achille Fazzari</b>, accompagnato da Amelli e dal figlio Spartaco, varcò la soglia dei Palazzi Apostolici e incontrò <b>Pio X</b>, portandogli in dono l’Evangelario. E in quell’incontro, che suscitò vasto clamore nell’opinione pubblica, <b>trattò col Pontefice la questione della Conciliazione</b>.
Nel mio studio, ho ricostruito anche <b>questa pagina dimenticata della storia d’Italia</b>, oltre a fornire la <b>prima descrizione assoluta del codice</b> che, per il ruolo pacificatore avuto nell’Italia postunitaria, ho ribattezzato <b>“Evangelario della Conciliazione”</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWItLiVlNs9mT9MpT4cjHhMZltM24m7snXn3L7FORH5OMEqj5yRbHGv26tsgfKBbYm9AlwXghx0ERUNk-BCc5IOez0TCjrjUd0UJ3WcWLcTtwUPhA6SqijRKOyK5yv5_iumChmIGcUuw/s1600/evangelario1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="543" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWItLiVlNs9mT9MpT4cjHhMZltM24m7snXn3L7FORH5OMEqj5yRbHGv26tsgfKBbYm9AlwXghx0ERUNk-BCc5IOez0TCjrjUd0UJ3WcWLcTtwUPhA6SqijRKOyK5yv5_iumChmIGcUuw/s640/evangelario1.jpg" width="496" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>S. Marco in una delle miniature dell’Evangelario calabrese, XI sec.<br />© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<i></i><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6KRoIiOfTp5yaYUYJB-jt5HMfK4uDI-RzH3s223ZC5nvvpmTJq87cLvqaI23-F6VUD7UpeyrwEi8D-vZmLrshuAqc4zZVupwAz1kuiIiwFhLTmyUPDKkQt6klMXpJ4sPoSI05BEJI7A/s1600/evangelario2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="546" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6KRoIiOfTp5yaYUYJB-jt5HMfK4uDI-RzH3s223ZC5nvvpmTJq87cLvqaI23-F6VUD7UpeyrwEi8D-vZmLrshuAqc4zZVupwAz1kuiIiwFhLTmyUPDKkQt6klMXpJ4sPoSI05BEJI7A/s640/evangelario2.jpg" width="498" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>San Luca seduto allo "scriptorium" </i><br />
<i>© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<i></i><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6libCu2Jnx9a7C0P7h9RZdVmQ6YimKurg9XKUH42j3H-NOxMZuWGTFxIOsEo2wtQfZ8nY2ybhRnEDilbQlZBpLFInTpEiRCU1FkCi-7gWtBMf1DpuUFQ9ZWqAl9zhDZTa7LP7L7M-uA/s1600/evangelario3.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="537" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6libCu2Jnx9a7C0P7h9RZdVmQ6YimKurg9XKUH42j3H-NOxMZuWGTFxIOsEo2wtQfZ8nY2ybhRnEDilbQlZBpLFInTpEiRCU1FkCi-7gWtBMf1DpuUFQ9ZWqAl9zhDZTa7LP7L7M-uA/s640/evangelario3.jpg" width="490" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Vangelo di Luca, fregio dell‘incipit<br />© Biblioteca Apostolica Vaticana</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<i></i><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><u>Note aggiuntive</u></b><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il 28 marzo 2017, all'auditorium del “San Pio X” di Catanzaro, ho comunicato per la prima volta la “riscoperta” dell’Evangelario al convegno su <b><i><a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2017/04/domenico-condito-levangelario-della.html" target="_blank">Cassiodoro: tra il periodo tardo-antico e il medioevo</a></i></b>, organizzato dall’Istituto Teologico Calabro con la collaborazione dell’Associazione Centro Culturale Cassiodoro e dell’Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine del 2017, il mio studio sull’Evangelario è stato pubblicato sul <b><i>Vivarium Scyllacense</i></b>, la rivista dell'<b>Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria</b>, con sede a Squillace. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il 12 maggio 2018, ho presentato l’Evangelario della Conciliazione al <a href="https://domenicocondito.blogspot.com/2018/05/levangelario-della-conciliazione-al_10.html" target="_blank"><b><i>Salone Internazionale del Libro di Torino</i></b></a>, nello stand istituzionale della Regione Calabria.<br />
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: Times New Roman; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">
<a href="https://drive.google.com/file/d/1Z4N-YDmFhisSEpbrDYZJ42h8chU3amuf/view?usp=sharing" target="_blank"><b>DOWNLOAD DELLA PUBBLICAZIONE</b></a><br />
<br />
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><b></b><br /></div>
</div>
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: Times New Roman; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; margin: 0px;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnW7IURfiXfUr483rFomYoV67vUhPdXXJEdHqRG-k1jivvIXMUOzqLgV0jUvn-zMU0GovF90AlwDVFxFb2dZUHdzbvsQXNEno2DsgHvRt8Xcr4JVRgmon3C8xoBaFBeqX1NwSabe-K-w/s1600/ConvegnoITC+2017_locandina.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1417" data-original-width="992" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnW7IURfiXfUr483rFomYoV67vUhPdXXJEdHqRG-k1jivvIXMUOzqLgV0jUvn-zMU0GovF90AlwDVFxFb2dZUHdzbvsQXNEno2DsgHvRt8Xcr4JVRgmon3C8xoBaFBeqX1NwSabe-K-w/s640/ConvegnoITC+2017_locandina.jpg" width="448" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu41MReSVkayT_f3Itb1gV1TNkmlbywNRH5IBZFqXTSr-fZno63XPdtM85LIoRI6HyNxUy9ikd1yymKsZ14q4oX8dMJ1pYn2pVswYfIREvlOUaRUbhcrKQrHkvtL6hgfu30ugaZkGdQg/s1600/Copertina2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1127" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu41MReSVkayT_f3Itb1gV1TNkmlbywNRH5IBZFqXTSr-fZno63XPdtM85LIoRI6HyNxUy9ikd1yymKsZ14q4oX8dMJ1pYn2pVswYfIREvlOUaRUbhcrKQrHkvtL6hgfu30ugaZkGdQg/s640/Copertina2.jpg" width="450" /></a></div>
<br />
<br /></div>
</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br /></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-7273558338266426602020-02-03T14:36:00.004+01:002021-09-11T19:04:54.749+02:00Il Mons Moscius, l'antico monte sacro di Stalettì<div style="text-align: justify;">
<b>Dalla prefazione del libro che sto scrivendo su Stalettì, il borgo ionico calabrese situato al centro del Golfo di Squillace.</b><br />
<b><br /></b>
<i>Domenico Condito</i><br />
<b><i></i><br /></b></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipZ6zhkodpScI0nY65r4UQGpRpRx-gK5M1EPsjMvKvGDK4U1DRkZzTsaWyqqrd1BLCt4oyXCph41Dd7B7oDy423eIVhTa95PBQIlABFIINPuX_-13DQbuLf1GEqQ6tufAsssNkOwa5aw/s1600/grotta3.jpg" style="clear: left; color: #0066cc; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="686" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipZ6zhkodpScI0nY65r4UQGpRpRx-gK5M1EPsjMvKvGDK4U1DRkZzTsaWyqqrd1BLCt4oyXCph41Dd7B7oDy423eIVhTa95PBQIlABFIINPuX_-13DQbuLf1GEqQ6tufAsssNkOwa5aw/s400/grotta3.jpg" width="285" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Grotta di San Gregorio - Caminia di Stalettì</i><br />
<i>Foto di Giuseppe Palazzo</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
“Ciò che l'immaginazione coglie come bellezza deve essere verità, che esistesse prima o no”. Il poeta romantico John Keats ha espresso questo pensiero in una delle sue “Lettere sulla Poesia”. Non si riferiva alla Bellezza fisica, ma al contatto con l’invisibile. “C’è qualcosa al di là del visibile. C’è una bellezza che è anche verità”, commenta Tommaso Orsini. Alla poesia, o al pensiero mitico e simbolico, spetta il compito di guidare l’uomo verso questa verità, che non può essere conosciuta attraverso i percorsi conoscitivi abituali, perché questi assimilano, eguagliano, limitano. Non si tratta di un approccio propriamente scientifico, ma può ispirare sorprendenti percorsi esplorativi, anche quando ci si avventura nella lettura storica e archeologica di un territorio “antico” come quello di Stalettì. </div><div style="text-align: justify;">La frantumazione del pensiero accademico contemporaneo, espressione forse di più gravi frantumazioni, impedisce di leggere la “bellezza”, l’anima di un territorio, e le diverse anime che l’hanno vissuto e rimodellato nel corso dei secoli; di cogliere quel momento magico in cui la spiritualità e l’immaginazione degli uomini hanno trasformato, per esempio, la materia “necessaria” di un elemento naturale, l’acqua, nella materia “libera” del sogno e della creazione spirituale, oltre che materiale, di un territorio. Acqua, dunque, tanto viva e concreta quanto le immagini dell’inconscio che ha alimentato, o le visioni simboliche e sacre che ha prodotto. Scoprire e raccontare davvero un territorio “antico” non è solo una questione storica e archeologica. È necessario recuperare queste immagini, cogliere e rappresentare la loro forza e vitalità, metterle in relazione le une alle altre e con la cultura e la storia delle persone che le hanno concepite e tramandate. </div><div style="text-align: justify;">L’acqua è l’elemento fondamentale del Moscius, l’antico monte sacro su cui svetta il borgo di Stalettì. L’acqua delle sorgenti è il sangue del monte, è la sua vita. Dall’alto lo penetra, lo scava, l’attraversa e lo coinvolge nel suo destino verso il mare. Un complesso e articolato sistema di cunicoli attraversa il territorio alle spalle del “Castrum bizantino” di Santa Maria del Mare, fino a raggiungere il sito dell’antico insediamento, per poi convogliare il ventre del monte nelle acque dello Ionio. Esplorati all’inizio degli anni ’90 da un gruppo di studio (Domenico Condito, Antonio Froio, Sergio Piane), sembrano risalire all’epoca classica, e probabilmente furono riutilizzati, ampliati e riadattati al tempo di Cassiodoro e durante la fase bizantina. Cunicoli e grotticelle si trovano anche nella parte alta del monte, in località Chillino, dove nel 1991 lo stesso gruppo di studio segnalò l’esistenza di un ninfeo greco-romano, successivamente riconosciuto anche dall’archeologia ufficiale.
Lo stesso monte Moscius sorge dalle acque dello Ionio, sul quale si erge e sta come una nave alla fonda pronta a salpare. La grande Grotta, che si apre su quel mare di luce, è il “cuore” del monte, il suo centro spirituale. Lo fu per gli antichi greci, i romani, come per i cristiani di rito greco o latino che abitarono il Moscius. Qui, scriverebbe Paul Claudel, “tutto quanto il cuore desidera può sempre ricondursi all’immagine dell’acqua”. Acqua profonda e silente, notte oscura che attende nel grembo del monte la rinascita, il tempo della purificazione. Basterà una leggera brezza della sera perché quell’acqua torni a parlarci; un raggio di luna perché l’anima antica torni a camminare sulle sue onde.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
© DOMENICO CONDITO - TUTTI I DIRITTI RISERVATI</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipY3duuedoNyWVx_XsadY9K0rl1K8DDoQ4wzoaudKpj2qBr-kpIFUzb9EvoR1SnfK0ztGrwLdlbJdwV4pToHlRmTaHkKD6O-gxICgo7Nsucga9-bP3zabEHyVMqz87Co1_SdU8ltY7Uw/s1600/moscius1.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="679" data-original-width="1600" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipY3duuedoNyWVx_XsadY9K0rl1K8DDoQ4wzoaudKpj2qBr-kpIFUzb9EvoR1SnfK0ztGrwLdlbJdwV4pToHlRmTaHkKD6O-gxICgo7Nsucga9-bP3zabEHyVMqz87Co1_SdU8ltY7Uw/s400/moscius1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Il Mons Moscius</i></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<i></i><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-405491635439863728.post-38430248168537280982020-02-02T09:11:00.000+01:002020-02-03T10:03:31.347+01:00Miniatura raffigurante Cassiodoro in un codice delle "Institutiones" <div style="text-align: justify;">
<b>Il manoscritto del XII secolo è conservato alla Newberry Library di Chicago.</b></div>
<b><span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; letter-spacing: normal; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></b>
<i>Domenico Condito</i><br />
<i></i><br />
<div style="text-align: justify;">
Oggi vi presento una nuova miniatura raffigurante <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Cassiodoro" target="_blank">Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore </a>(485 – 580). Si trova in un manoscritto realizzato in Austria fra il 1150 e il 1199. Il codice, la cui scrittura è stata classificata come Protogotica o Gotica antica, raccoglie opere di Cassiodoro, Sant’Agostino, San Girolamo e San Geraldo d'Aurillac.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 1936, il manoscritto è stato acquisito dalla <i><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Newberry_Library" target="_blank">Newberry Library</a></i> di Chicago, dov’è conservato al quarto piano in “Special Collections” con la segnatura “Case MS 8”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cassiodoro è rappresentato all'interno dell'iniziale istoriata “C” dell’<i>incipit</i> delle <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Istituzioni_(Cassiodoro)" target="_blank">“Institutiones”</a>, l’opera di introduzione allo studio delle Sacre scritture e delle arti liberali, che il fondatore del Vivarium compose per i suoi monaci.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho acquistato una riproduzione fotografica a colori, ad alta risoluzione, del foglio con la miniatura che raffigura Cassiodoro. La qualità dell'immagine in mio possesso è diversa da quella presentata qui, per formato, risoluzione e prospettiva della foto. La conservo nella mia raccolta personale di miniature <span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">“</span>cassiodoree<span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">”</span>, coltivando il sogno di poterle presentare tutte insieme in una mostra tematica dedicata al mio illustre conterraneo.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtjeC4gF7EfqLYj8KX2ozOWbMxRJo8kzWXcGT5rRb55McJJSpoIpbcCQ2no7WuR9OrEkt_vkefNsD4WN_qin6c_IMGUmCIfIFRowqH2a9JbtkS_t68_-KgUQotwochmPh1TXgg5tlZhQ/s1600/DpOwL60XcAIHAtW.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtjeC4gF7EfqLYj8KX2ozOWbMxRJo8kzWXcGT5rRb55McJJSpoIpbcCQ2no7WuR9OrEkt_vkefNsD4WN_qin6c_IMGUmCIfIFRowqH2a9JbtkS_t68_-KgUQotwochmPh1TXgg5tlZhQ/s400/DpOwL60XcAIHAtW.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Newberry Library, Case MS 8, f. 66r</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1L5ux8JZlFATkvJptgVs734QaVYnmudz-hQbtHvLoa_y_FY3Iy08zV_ZBSwJqkbQsAf5id_hgcgY9zxQNaRmJ_2_mb1y1k8o_6EZI-JaGb15gELdbK7GZOg4ANg3kvNwxtJIkmy8Hyg/s1600/DpOwLH3XgAAOlY2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1L5ux8JZlFATkvJptgVs734QaVYnmudz-hQbtHvLoa_y_FY3Iy08zV_ZBSwJqkbQsAf5id_hgcgY9zxQNaRmJ_2_mb1y1k8o_6EZI-JaGb15gELdbK7GZOg4ANg3kvNwxtJIkmy8Hyg/s400/DpOwLH3XgAAOlY2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Newberry Library, Case MS 8</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWBKQUcK9ZSPuqa13BiEl6GaJ1kSC1kX0EZM-2lODbXuzSOMSkM6BRxxkyy2Camf5FBKIQVcnJx4Gjcs0eVckgcg_jMUxT6t5v03bFtR-jEkO4Tp99BTXwsLHDdl-a_ml32bhcnbvQsA/s1600/Washington_Square_Park_%2526_Newberry_Library.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWBKQUcK9ZSPuqa13BiEl6GaJ1kSC1kX0EZM-2lODbXuzSOMSkM6BRxxkyy2Camf5FBKIQVcnJx4Gjcs0eVckgcg_jMUxT6t5v03bFtR-jEkO4Tp99BTXwsLHDdl-a_ml32bhcnbvQsA/s400/Washington_Square_Park_%2526_Newberry_Library.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>La Newberry Library di Chicago (Illinois)</i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i></i><br /></div>
Domenico Cònditohttp://www.blogger.com/profile/18254536272677636749noreply@blogger.com0