Petrarca possedeva un codice riccamente illustrato delle "Institutiones" di Cassiodoro

La miniatura della Musica e i ritratti di Cassiodoro e Pitagora
 
Domenico Condito

Miniatura della "Musica" (Par. lat. 8500, f. 39r).
 
Petrarca possedeva uno splendido codice delle Institutiones di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore (485-580), oggi conservato alla Bibliothèque nationale de France (Par. MS latin 8500, ff. 30r-43r).
Il manoscritto contiene miniature di fattura davvero pregevole. In quest'articolo vi propongo la miniatura che rappresenta la Musica, in cui è raffigurato anche Pitagora, e quella in cui è ritratto Cassiodoro. Di quest'ultimo Petrarca possedeva diverse opere, e fra queste una parte delle Institutiones, trascritte all’interno del codice citato, composto nel XIV secolo e considerato fra i più belli sua epoca. Il Par. Lat. 8500, oltre allo scritto di Cassiodoro, contiene un'ampia miscellanea di testi ed estratti di vari autori  (Fulgenzio, Ausonio, Prudenzio, ecc.).

Le Institutiones divinarum et saecularium litterarum, questo il titolo originario dell’opera, erano un manuale d’introduzione allo studio delle Sacre scritture e delle Arti liberali, ispirate dalla tensione di voler conciliare la cultura classica con il messaggio cristiano. L’opera era divisa in due libri. Il primo, di 33 capitoli, era dedicato alle divinae litterae; il secondo, riguardava le saeculares litterae e comprendeva sette sezioni: Grammatica, Retorica, Dialettica, Aritmetica, Musica, Geometria, Astronomia. Petrarca possedeva la seconda parte dell’opera, impreziosita da splendide miniature che aprono i singoli capitoli, rappresentandone l’argomento con le personificazioni femminili delle Arti liberali.

Par. lat. 8500, f. 39r
Nella miniatura della Musica, che introduce il relativo capitolo (Par. lat. 8500, f. 39r), il personaggio raffigurato a sinistra è Pitagora; mentre il ritratto di Cassiodoro è collocato all'inizio della Praefatio in un'altro foglio del manoscritto (Par. lat. 8500, f. 30r). Cassiodoro comincia le sue Istituzioni musicali riferendosi subito a Pitagora: "Un certo Gaudenzio, scrivendo sul tema della musica, afferma che Pitagora ne ha trovato i primi elementi dai colpi dei martelli e dal vibrare sostenuto delle corde". E nella miniatura Pitagora è rappresentato proprio nell'atto di riprodurre dei suoni attraverso l'utilizzo di strumenti "a percussione" che, scrive Cassiodoro, "sono forme di recipienti, in bronzo, argento o altro metallo, che, percossi ad arte con un martelletto, danno suoni vibranti". La figura centrale della miniatura, ovvero la personificazione femminile della Musica, con la mano destra suona uno strumento a percussione; mentre con la sinistra è alle prese con uno degli "strumenti a corda" dell'epoca, che, scrive ancora Cassiodoro, "sono strumenti dotati di fili tesi con giusta misura, che toccati con un apposito plettro blandiscono il senso dell'udito. Vi sono così le diverse specie di cetre". A destra, nella stessa miniatura, è raffigurato un organo, che Cassiodoro classifica fra gli strumenti "a fiato": "sono strumenti che con la forza del soffio si animano a forma di voce. Così sono le trombe, i flauti, gli organi, i corni e arnesi simili". La splendida miniatura riproduce, così, la classificazione degli strumenti musicali proposta da Cassiodoro, e in questo risiede la sua importanza, oltre che nella sua straordinaria bellezza.

La musica è un argomento costantemente presente negli scritti di Cassiodoro, dalle Variae alla Expositio Psalmorum, dal De anima alle Institutiones. L'abate del Vivariense, il monastero da lui fondato a Scyllaceum, in Calabria, nei suoi scritti sulla musica riassume le teorie degli alessandrini e riprende la concezione pitagorico-platonica della musica, che i teorici musicali del medioevo conosceranno proprio grazie a Cassiodoro. D’accordo con Agostino e Boezio, sostiene infatti la base matematica della musica scientia, intesa come scienza dei numeri, le cui leggi rispecchiano quelle della natura, quelle stesse leggi armoniche superiori che regolano tutto l’universo.
La novità di Cassiodoro sta nel voler inserire questi elementi di derivazione pagana nel pensiero cristiano, avviando quel processo di “cristianizzazione della musica” illustrato da Pizzani nel celebre convegno internazionale di studi svoltosi a Squillace nei giorni 25-27 ottobre 1990. «Se noi commettiamo ingiustizia, rimarremmo senza musica», scrive Cassiodoro nelle Institutiones. È il primo autore cristiano a individuare nella musica una qualità etica e teologica. È possibile riconoscere il riferimento biblico di questa intuizione nelle parole del profeta Geremia, secondo il quale «il silenzio “vuoto” è maledizione divina e giudizio» (Gianfranco Ravasi): «Farò cessare nella città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme il canto di gioia, il grido dell'allegria, la voce dello sposo e della sposa» (7,34; 16,9; 25,10; cf. Salmo 137,1-4).
"La disciplina della musica - osserva Cassiodoro - deve trovare posto in ogni atto della nostra esistenza. prima di tutto per osservare i comandamenti di Dio e sottostare di buon grado alla sua volontà. Ogni nostra parola, ogni nostro pur minimo pensiero, così come si comprova dall'esperienza, è accompagnato dalla dote dell'armonia con i suoi ritmi musicali. In altre parole la musica è la scienza della giusta misura. Il buon comportamento è caratterizzato, appunto, dalla compagnia di questa disciplina. È dalla mancanza della musica che si combinano le perversità. 
Perfino il cielo, la terra e quanto dappertutto, per disposizione divina, si squaderna è regolato dalla disciplina della musica. Secondo l'affermazione di Pitagora, questa verità dell'universo creato e governato dalla musica si può provare dall'esperienza.
La stessa fede rivelata ne è tutta pervasa, come si constata dal decacordo del Decalogo, dal suono acuto e chiaro della cetra, dai timpani, dal complesso dell'organo, dal suono dei cembali. Senza dubbio lo stesso Salterio ha preso nome dallo strumento musicale omonimo, poichè nei Salmi è riecheggiata tutta la soavità e grazia degli influssi celesti".
 
Par. lat. 8500, f. 39r

Nella Praefatio del codice delle “Institutiones” posseduto da Petrarca, Cassiodoro è raffigurato nella lettera d’incipit istoriata 'S'(up)  che introduce l'opera (Par. lat. 8500, f. 30r). È una delle tante miniature raffiguranti Cassiodoro, che ho individuato esplorando i codici medievali delle sue opere sparsi nelle più importanti biblioteche del mondo. Spero un giorno di poterle presentare tutte in una mostra tematica dedicata proprio ai “Volti di Cassiodoro”.
Secondo il prof. Fabio Troncarelli la fisionomia di questo ritratto di Cassiodoro riprende i tratti dell’illustre grammatico Donato presente nel “codex archetypus” delle Institutiones (Bamberg Patr. 61, f. 41v). Come illustrato da Troncarelli, l’immagine del grammatico appartiene a un corredo iconografico derivante da Cassiodoro, e il fondatore del Vivarium ha lasciato un compendio del suo nome fra i riccioli della figura di Donato, che in realtà rappresenta lo stesso Cassiodoro. La miniatura del codice Bambergense era stata già “ricalcata”, nel VI secolo, per il volto di uno dei diaconi presenti nel mosaico raffigurante l’imperatore Giustiniano e il suo seguito nella Basilica di San Vitale a Ravenna. In questo diacono lo stesso Troncarelli ha individuato la figura di Cassiodoro (F. Troncarelli, Corpus intellegi sine loco non potest. La biblioteca della memoria di Cassiodoro e la basilica di San Vitale a Ravenna, Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte (RIASA): XLIII, 75, 2020, 183-204; vedi anche D. Condito, Cassiodoro, nelle vesti di diacono, nel più celebre mosaico della Basilica di San Vitale di Ravenna).

Miniatura raffigurante Cassiodoro (in alto) in Par. lat. 8500, f. 30r. 


Il grammatico Donato in Bamberg Patr. 61, f. 41v.


Par. lat. 8500, f. 30r (particolare).


Par. lat. 8500, f. 30r

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Sul codice Par. MS latin 8500:
1) F. Avril, scheda nr. 71 (sul Paris. lat. 8500), in [F. Avril e altri], Dix siècles d’enluminure italienne (VIe-XVIe siècles). Catalogue de l’exposition, Paris, Bibliothèque Nationale 8 mars-30 mai 1984, Bibliothèque Nationale, Paris 1984, pp. 85-86; Manuscrits enluminés d’origine italienne, II, XIIIe siècle, di F. Avril, M.-Th. Gousset, con la collaboration di C. Rabel, Bibliothèque Nationale, Paris 1984, nr. 133, p. 108 e tav. LXVIII.
2) G. Billanovich, Quattro libri del Petrarca e la biblioteca della cattedrale di Verona, in Studi Petrarcheschi, n. s. VII, 1990 [ma 1994], pp. 233-262.
3) A. Bellieni, Le postille del Petrarca a Cassiodoro, “De anima” (Par. lat. 2201), in Studi Petrarcheschi, n.s., 23 (2010), pp. 1-43 [anno di pubblicazione: 2012],
Sulle “Istituzioni” di Cassiodoro:
4) Cassiodoro, Le istituzioni, a cura di Antonio Caruso, Roma, Vivere in, 2003; da questo volume sono estratti i brani di Cassiodoro inseriti nell'articolo.
5) F. Troncarelli, Corpus intellegi sine loco non potest. La biblioteca della memoria di Cassiodoro e la basilica di San Vitale a Ravenna, Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte (RIASA): XLIII, 75, 2020, 183-204.
Su Cassiodoro e la musica:
6) A. Condorelli, Nota su Cassiodoro (Inst. 2, 5, 2/3), in Wiener Studien 118, (2005), pp. 183-192.

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