Le radici storiche della Solennità di tutti i Santi: San Gregorio Taumaturgo e la festa dei martiri

Dalle persecuzioni del III secolo alla gloria celeste: il cammino millenario della festa che celebra tutti i santi, martiri e confessori della fede cristiana.
Domenico Condito

La Solennità di Tutti i Santi, oggi celebrata in tutto il mondo cristiano, ha un'origine che si perde nei primi secoli della Chiesa. Una delle testimonianze più antiche proviene da San Gregorio Taumaturgo, vescovo di Neocesarea nel Ponto (Asia Minore), vissuto nel III secolo. Secondo San Gregorio di Nissa, suo biografo e teologo del IV secolo, il Taumaturgo istituì una festa annuale in onore dei martiri cristiani caduti durante le persecuzioni dell’imperatore Decio (249–251).

Gregorio di Nissa racconta che, dopo la fine della tirannide, Gregorio Taumaturgo tornò tra la sua gente e, percorrendo la regione, organizzò celebrazioni liturgiche e commemorazioni pubbliche per onorare i martiri della fede. I cristiani si riunivano ogni anno per rendere omaggio ai corpi dei martiri, portati in processione e venerati con gioia e gratitudine. Ecco la testimonianza di San Gregorio di Nissa riferita nella “Vita di Gregorio Taumaturgo” scrive:

“Essendo stata ormai abbattuta, con l’aiuto di Dio, quella tirannide, e godendo di nuovo la società umana un periodo di pace, per cui era agevole a tutti dedicarsi liberamente al culto divino, (Gregorio) discese di nuovo nella città e, dopo aver percorso e girato in lungo e in largo la regione, istituì dappertutto presso la popolazione, in aggiunta al culto divino, alcuni festeggiamenti in onore dei martiri che avevano combattuto per la fede. E così i corpi dei martiri erano portati chi in un luogo chi in un altro, e i cristiani, riunendosi ogni anno nel giorno anniversario, trovavano motivo di gioia celebrando la festa in onore dei martiri” (Gregorio di Nissa, Vita di Gregorio Taumaturgo, Città Nuova Editrice, Roma 1988, pp. 90–91).

Una tradizione attribuisce a San Gregorio Taumaturgo un’omelia dedicata a tutti i santi martiri, pronunciata in occasione di questa festa. Il testo, tradotto in latino, fu pubblicato nel 1770 dall’abate Giovanni Luigi Mingarelli, docente di lettere greche all’Università di Bologna. Egli lo rinvenne nel Codice greco XXII della Biblioteca Nani di Venezia, oggi conservato presso la Biblioteca Marciana. Sebbene l’attribuzione dell’omelia sia oggetto di dibattito tra i filologi, la connessione tra il Taumaturgo e la commemorazione dei santi è storicamente riconosciuta.

 

La celebrazione di Tutti i Santi si diffuse nella Chiesa occidentale a partire dal VIII secolo, quando Papa Gregorio III scelse il 1° novembre come data ufficiale, in coincidenza con la consacrazione di una cappella in San Pietro dedicata “ai santi apostoli, martiri, confessori e giusti di tutto il mondo”.  Da allora, la festa è diventata precetto liturgico, un giorno in cui i cristiani sono chiamati a partecipare alla Santa Messa per onorare la comunione dei santi. Tuttavia, questa commemorazione solenne affonda le proprie radici nelle celebrazioni in onore dei Santi istituite dai vescovi cristiani dei primi secoli, e fra questi possiamo certamente annoverare San Gregorio Taumaturgo. 

Il Martirologio Romano ci ricorda che oggi “con la Solennità di tutti i Santi uniti con Cristo nella gloria, in un unico giubilo di festa la Chiesa ancora pellegrina sulla terra venera la memoria di coloro della cui compagnia esulta il cielo, per essere incitata dal loro esempio, allietata dalla loro protezione e coronata dalla loro vittoria davanti alla maestà divina nei secoli eterni”. 

San Gregorio Taumaturgo è venerato come patrono di Stalettì, in Calabria, dove sono custodite le sue reliquie nella chiesa di fondazione bizantina a lui dedicata a lui dedicata. Da questo luogo, la memoria e il culto del Santo, la cui festa si celebra il 17 novembre, illuminano ancora la ricorrenza odierna. Questa solennità è molto più di una commemorazione: è un ponte tra cielo e terra, tra la storia della Chiesa e la speranza eterna. E San Gregorio Taumaturgo, con la sua visione pastorale e il suo coraggio, ne è uno dei pionieri più luminosi.

Statua di San Gregorio Taumaturgo in processione a Stalettì (Catanzaro)


 

Commenti