San Gregorio Taumaturgo e il fulgore del culto bizantino nell’arte: il Trittico di Harbaville

Nel cuore dell’Impero, l’avorio scolpito che custodisce la memoria dei Santi e la luce di Bisanzio.
Domenico Condito

Il pannello anteriore del Trittico di Harbaville (X secolo) - Museo del Louvre, Parigi.

Tra il VI e il XII secolo, San Gregorio Taumaturgo (213–270), vescovo di Neocesarea, fu oggetto di una profonda e duratura venerazione nella capitale dell’Impero bizantino, Costantinopoli. In quel lungo arco temporale, la città imperiale non fu soltanto il cuore politico e spirituale dell’Oriente cristiano, ma anche il principale centro di irradiazione del culto del Santo, la cui fama di taumaturgo e difensore della fede si diffuse in tutto il mondo cristiano.
La devozione verso Gregorio, celebrato per i suoi miracoli e per la sua lotta contro il paganesimo, si tradusse in una ricca produzione artistica e liturgica, che ne immortalò la figura in opere di straordinaria bellezza e raffinatezza. Icone, placche in avorio, croci reliquiarie e manoscritti miniati testimoniano il prestigio del Santo nella cultura bizantina. Tra queste, spiccano tre capolavori assoluti:

•    Il celebre Trittico Harbaville, conservato al Louvre di Parigi.
•    Una splendida icona del XII secolo custodita all’Ermitage di San Pietroburgo.
•    La Croce reliquaria dell’XI secolo esposta al British Museum di Londra.
 

 Il Trittico Harbaville: capolavoro della rinascenza macedone 

Qui si presenta il Trittico Harbaville, realizzato nella seconda metà del X secolo, è una delle più preziose placche in avorio dell’arte bizantina. Proveniente dalle raffinate botteghe imperiali di Costantinopoli, questo trittico è un esempio emblematico della rinascenza macedone, periodo di rinnovato splendore artistico e culturale sotto le dinastie macedoni.
L’opera è scolpita su entrambe le facce e composta da tre pannelli: una parte centrale fissa e due ante mobili, unite da cerniere d’argento. Sul lato anteriore, la composizione è dominata dal tema della Deesis, iconografia profondamente radicata nella tradizione ortodossa. Al centro, Cristo Pantocratore benedice l’umanità, affiancato dalla Vergine Maria e da San Giovanni Battista, che intercedono per la salvezza delle anime. Ai lati, due medaglioni raffigurano busti angelici, probabilmente Michele e Gabriele, custodi celesti della visione divina.
Nel registro inferiore, cinque apostoli sono scolpiti con grande maestria: San Pietro, al centro, regge un libro sacro e poggia su un suppedaneo decorato a rombi, affiancato da Giacomo, Giovanni EvangelistaPaolo e Andrea. Le ante laterali completano la scena con altri santi, raffigurati in atteggiamento di preghiera, creando un coro celeste che circonda il Redentore.

Il lato posteriore del trittico offre una visione simbolica e teologica di grande intensità. Al centro, una Croce latina si staglia in un cielo stellato, sovrastando un giardino stilizzato popolato da animali — leoni, conigli, uccelli — che evocano il Giardino dell’Eden. Due cipressi rappresentano gli alberi del Bene e del Male, mentre la Croce diventa fonte di vita, rivelando la dimensione redentrice del sacrificio cristiano.

Il pannello posteriore del Trittico di Harbaville (X secolo) - Museo del Louvre, Parigi.

Negli scomparti laterali, una processione di santi scolpiti con libri e croci testimonia la continuità della fede. Tra questi, nel pannello sinistro in basso, si distinguono San Giacomo il Persiano e San Gregorio Taumaturgo (a destra), il cui volto sereno e ieratico emerge con forza, simbolo di una spiritualità che ha attraversato i secoli.

In basso, San Giacomo il Persiano e San Gregorio Taumaturgo

Il Trittico Harbaville non è soltanto un oggetto di devozione: è una sinfonia scolpita nella luce dell’avorio, un documento tangibile della profondità teologica e dell’eleganza formale dell’arte bizantina. In esso, la figura di San Gregorio Taumaturgo, insieme agli altri Santi, si eleva come ponte tra cielo e terra, tra miracolo e memoria, tra fede e bellezza. E così, attraverso le vene sottili dell’avorio, la storia sacra si fa arte eterna.

San Gregorio Taumaturgo nel Trittico di Harbaville




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