Ritrovamento di un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo realizzato in Calabria
Scoperto nel 1908, lo si riteneva ormai perduto. L'ho individuato qualche anno fa nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il manoscritto ispirò la pagina di storia più sorprendente dell'Italia postunitaria: l'incontro tra Papa Pio X e Achille Fazzari, uno dei più valorosi combattenti garibaldini e primo sostenitore della Conciliazione fra le “due Rome”. Nel mio studio, oltre a fornire la prima descrizione del codice, ho ricostruito anche questa pagina inedita della storia italiana.
Domenico Condito
Qualche anno fa, a Roma, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, ho individuato un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo, proveniente dalla Calabria. Si tratta del Tetravangelo donato dal garibaldino Achille Fazzari a Papa Pio X nel 1908. In precedenza, il manoscritto era noto erroneamente come il codice donato dallo stesso Fazzari all’Abbazia di Montecassino, che gli studiosi ritenevano ormai perduto. Alla fine del 2017, ho pubblicato i risultati della “riscoperta” sul Vivarium Scyllacense, la rivista dell'Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria, con sede a Squillace (Catanzaro), che ha sostenuto il progetto di ricerca. La notizia, ripresa in italiano e in inglese dalla testata giornalistica Famedisud.it, è stata subito rilanciata da prestigiose istituzioni scientifiche italiane e internazionali (dalla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano alla Bodleian History Faculty Library di Oxford, dalle Università di Torino, Genova e Salerno al Labex Resmed della Sorbona di Parigi, solo per citarne alcune) che l'hanno condivisa sulle rispettive pagine social.
Domenico Condito
Qualche anno fa, a Roma, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, ho individuato un prezioso evangelario greco-bizantino dell’XI secolo, proveniente dalla Calabria. Si tratta del Tetravangelo donato dal garibaldino Achille Fazzari a Papa Pio X nel 1908. In precedenza, il manoscritto era noto erroneamente come il codice donato dallo stesso Fazzari all’Abbazia di Montecassino, che gli studiosi ritenevano ormai perduto. Alla fine del 2017, ho pubblicato i risultati della “riscoperta” sul Vivarium Scyllacense, la rivista dell'Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria, con sede a Squillace (Catanzaro), che ha sostenuto il progetto di ricerca. La notizia, ripresa in italiano e in inglese dalla testata giornalistica Famedisud.it, è stata subito rilanciata da prestigiose istituzioni scientifiche italiane e internazionali (dalla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano alla Bodleian History Faculty Library di Oxford, dalle Università di Torino, Genova e Salerno al Labex Resmed della Sorbona di Parigi, solo per citarne alcune) che l'hanno condivisa sulle rispettive pagine social.
Secondo le prime ipotesi, il codice fu realizzato in Calabria dai monaci italogreci che fecero rifiorire i monasteri di Cassiodoro, il Vivariense e il Castellense, dopo la fase di declino e abbandono che fece seguito alla sua morte, avvenuta alla fine del VI secolo. Il luogo di provenienza sarebbe quindi la Patria di Cassiodoro, un comprensorio oggi tripartito fra i Comuni di Stalettì, Borgia e Squillace. Il manoscritto, contenente i quattro Vangeli, è ornato con fregi e figure. Davvero pregevoli le raffigurazioni a pagina intera degli evangelisti Marco e Luca con i relativi simboli, il leone e il toro. Ogni evangelista appare seduto davanti a un leggio, nello scriptorium, con in evidenza gli strumenti di lavoro del miniaturista. Il codice, che fa parte del fondo dei manoscritti greci della Biblioteca Apostolica Vaticana, è il Vat. gr. 2330.
Nel 1908, nell’Italia postunitaria ancora divisa dalla questione romana, l'antico evangelario riemerse per la prima volta dall’oblio. A ritrovarlo in Calabria fu proprio Achille Fazzari, noto in Italia per le imprese patriottiche e l’impegno politico, e sostenitore appassionato della Conciliazione fra le due rive del Tevere. Alla notizia del rinvenimento, l’abate Ambrogio Maria Amelli, Priore dell’Abbazia di Montecassino, andò in Calabria ad esaminare il codice, ritenendolo un probabile “avanzo della biblioteca di Cassiodoro”. Sia lui che Fazzari erano impegnati personalmente a negoziare fra il Re e il Papa una riconciliazione fra le due “Rome”, e l’interesse mostrato da Papa Pio X per l’antico Evangelario suggerì loro la più temeraria delle iniziative conciliatoriste. L’Abate cassinese, amico personale e collaboratore del Pontefice, si sarebbe adoperato per procurare all’ex camicia rossa un’udienza privata con Pio X.
E così il 7 luglio 1908, alle ore 18.00, Achille Fazzari, accompagnato da Amelli e dal figlio Spartaco, varcò la soglia dei Palazzi Apostolici e incontrò Pio X, portandogli in dono l’Evangelario. E in quell’incontro, che suscitò vasto clamore nell’opinione pubblica, trattò col Pontefice la questione della Conciliazione.
Nel mio studio, ho ricostruito anche questa pagina dimenticata della storia d’Italia, oltre a fornire la prima descrizione assoluta del codice che, per il ruolo pacificatore avuto nell’Italia postunitaria, ho ribattezzato “Evangelario della Conciliazione”.
S. Marco in una delle miniature dell’Evangelario calabrese, XI sec. © Biblioteca Apostolica Vaticana |
San Luca seduto allo "scriptorium" © Biblioteca Apostolica Vaticana |
Vangelo di Luca, fregio dell‘incipit © Biblioteca Apostolica Vaticana |
Note aggiuntive
Il 28 marzo 2017, all'auditorium del “San Pio X” di Catanzaro, ho comunicato per la prima volta la “riscoperta” dell’Evangelario al convegno su Cassiodoro: tra il periodo tardo-antico e il medioevo, organizzato dall’Istituto Teologico Calabro con la collaborazione dell’Associazione Centro Culturale Cassiodoro e dell’Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria.
Alla fine del 2017, il mio studio sull’Evangelario è stato pubblicato sul Vivarium Scyllacense, la rivista dell'Istituto di Studi su Cassiodoro e il Medioevo in Calabria, con sede a Squillace.
Il 12 maggio 2018, ho presentato l’Evangelario della Conciliazione al Salone Internazionale del Libro di Torino, nello stand istituzionale della Regione Calabria.
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