Bartolomé Cairasco de Figueroa e la celebrazione di San Gregorio Taumaturgo nella poesia del "Siglo de Oro"
Il poema dedicato a San Gregorio Taumaturgo, composto da Bartolomé Cairasco de Figueroa, è una gemma della letteratura sacra ispano-canaria del Siglo de Oro, che riflette il fervore controriformista e l’alta considerazione del Santo nelle terre di lingua spagnola.
Domenico Condito
![]() |
| L'incipit del poema dedicato a San Gregorio Taumaturgo (1614) |
Bartolomé Cairasco de Figueroa (Las Palmas de Gran Canaria, 1538 – 1610) fu figura eminente del Rinascimento canario: poeta, drammaturgo, musicista e sacerdote, nonché priore della Cattedrale di Las Palmas. La sua formazione teologica e umanistica si svolse tra Siviglia, Lisbona e Coimbra, ambienti culturali vivaci che influenzarono profondamente la sua produzione letteraria. Tornato alle Canarie, Cairasco si dedicò alla promozione delle lettere e alla valorizzazione della cultura insulare, fondando di fatto la tradizione letteraria canaria.
La sua opera più celebre, autentico monumento della letteratura sacra ispanica, è il Templo Militante, Flos Sanctorum y Triumpho de sus Virtudes: un’imponente composizione in folio, articolata in quattro parti, pubblicata tra il 1602 e il 1614. Si tratta di un vasto poema epico-religioso che, seguendo il calendario liturgico romano, celebra in versi solenni le festività cristiane e le vite dei santi più venerati. L’opera si distingue per la sua ambizione teologica e poetica, fondendo devozione, erudizione e arte retorica in un corpus che intende edificare spiritualmente il lettore.
All’interno della quarta parte, dedicata ai santi confessori e taumaturghi, trova spazio d’onore San Gregorio Taumaturgo, vescovo del III secolo, celebre per i suoi prodigi e per la strenua difesa della fede cristiana. Il segmento a lui riservato (pp. 129–136) ne esalta le virtù miracolose e la statura spirituale, inserendolo nel pantheon dei modelli di santità proposti alla cristianità post-tridentina.
Il Templo Militante non è solo un’opera poetica, ma anche un manifesto spirituale e culturale, che intende rafforzare la devozione popolare e l’ortodossia cattolica attraverso l’arte della parola. Cairasco impiega una lingua ricca, barocca, con frequenti allusioni bibliche e classiche, e una struttura metrica che richiama i modelli epici italiani e spagnoli. La sua abilità nel fondere musica, teatro e poesia gli valse l’ammirazione di autori come Cervantes e Góngora, che ne riconobbero il talento e l’originalità.
Il culto di San Gregorio Taumaturgo, già diffuso in Oriente, trovò nuova linfa in Occidente grazie alla Controriforma, che ne esaltò la figura come modello di santità, potenza miracolosa e difesa della vera fede. L’inclusione del santo nell’opera di Cairasco testimonia la sua popolarità anche nelle terre spagnole, dove venne celebrato in prediche, processioni e testi agiografici. Il poema di Cairasco, in particolare, contribuisce a radicare la figura del Taumaturgo nel panorama spirituale delle Canarie, rendendolo parte integrante della memoria religiosa locale.
In conclusione, il poema dedicato a San Gregorio Taumaturgo non è solo un tributo letterario, ma una testimonianza viva del fervore religioso e culturale di un’epoca, e dell’impegno di Cairasco nel costruire una letteratura sacra capace di educare, commuovere e ispirare. La sua opera rimane un pilastro della tradizione canaria e un ponte tra la spiritualità mediterranea e quella insulare.



Commenti
Posta un commento