«G» come Gregorius: un’iniziale che apre alla santità - San Gregorio di Neocesarea, detto il Taumaturgo, nel Magnum Legendarium Austriacum
Un ponte tra l’eredità patristica greca e la devozione latina.
Domenico Condito
Nell’immagine in alto (Zwettl, Zisterzienserstift, Cod. 14 Magnum Legendarium Austriacum (TEIL III) — Zwettl, 1.
Viertel 13. Jh. 195r) si distingue con eleganza l'iniziale miniata “G” di Gregorius. Si tratta dell’incipit del prologo dedicato alla vita di San Gregorio di Neocesarea, detto il Taumaturgo, all’interno di un prezioso codice latino del XIII secolo: il Magnum Legendarium Austriacum. Questo monumentale compendio agiografico rappresenta la più vasta e significativa raccolta di vite di santi redatta nel Medioevo germanico, verosimilmente compilata in ambito monastico all’interno dei territori dei ducati di Austria e Stiria. Le più recenti indagini paleografiche e codicologiche suggeriscono una probabile origine cistercense, coerente con lo stile sobrio ma raffinato della decorazione e con la sistematicità della raccolta.
Il prologo della vita di San Gregorio, così come appare nel Legendarium, sembra inizialmente far riferimento alla celebre biografia del santo redatta da Gregorio di Nissa, vescovo e teologo del IV secolo, come si evince dalla formula introduttiva:
Gregorius divina gratia Nisene sedis episcopus omnibus fidelibus in Christi ecclesia commorantibus salutem
(«Gregorio, per grazia divina vescovo della sede di Nissa, porge il suo saluto a tutti i fedeli che dimorano nella Chiesa di Cristo»).
Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che il testo contenuto nel Magnum Legendarium Austriacum non è una traduzione diretta dell’opera del Nisseno, bensì corrisponde alla Vita beati Gregorii Thaumaturgi composta da Pietro Suddiacono, agiografo napoletano attivo nel X secolo. Questo scritto, trasmesso in forma anonima dai monaci di Montecassino e pubblicato nel 1877 all’interno della Bibliotheca Casinensis (vol. III, Florilegium, pp. 168–179), rappresenta una rielaborazione latina della biografia greca, ma con significative libertà stilistiche e contenutistiche, rivelando una tradizione testuale stratificata.
La versione cassinese della Vita, conservata nel manoscritto C dell’XI secolo presso l’Abbazia di Montecassino, costituisce la fonte principale per il testo trascritto nel Legendarium. Tuttavia, il confronto tra i due testimoni rivela alcune discrepanze: il codice austriaco omette le ultime quattro frasi della biografia e non riporta la data della morte del santo, elemento presente nel manoscritto cassinese. Queste varianti testimoniano la fluidità della tradizione agiografica medievale, in cui la trasmissione dei testi era spesso soggetta a interventi redazionali, omissioni e adattamenti locali.
La figura di San Gregorio Taumaturgo, vescovo di Neocesarea nel III secolo e noto per i suoi miracoli e la sua opera di evangelizzazione, occupa un posto di rilievo nel Magnum Legendarium Austriacum. Oltre alla biografia attribuita a Pietro Suddiacono, il codice include ulteriori riferimenti al Santo, segno della sua venerazione diffusa e della sua importanza nella tradizione spirituale dell’Europa medievale. L’iniziale “G”, riccamente decorata, non è solo un elemento grafico: è il portale visivo che introduce alla narrazione di una vita esemplare, ponte tra l’eredità patristica greca e la devozione latina.
Cod. 14 Magnum Legendarium Austriacum (TEIL III),
Zwettl, 1. Viertel 13. Jh. 195r).
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