San Gregorio Taumaturgo a Innsbruck: un’immagine di fede e tradizione bizantina nel cuore del Tirolo
Una litografia ottocentesca di Johann Nepomuk Kravogl, realizzata a Innsbruck, ripropone l’iconografia bizantina di San Gregorio Taumaturgo, con felonio, omoforio e Vangelo. Segno della diffusione del suo culto nei paesi germanofoni, l’immagine riflette al contempo la spiritualità del periodo medio-bizantino e la sensibilità religiosa della Riforma cattolica. Un ponte visivo tra tradizione orientale e devozione alpina, dove arte, liturgia e memoria si incontrano.
Domenico Condito
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| Johann Nepomuk Kravogl, San Gregorio Taumaturgo. Collezione privata. |
San Gregorio Taumaturgo, la cui festa ricorre il 17 novembre, è raffigurato senza mitria, ma con felonio, omoforio e Vangelo, tre elementi liturgici che lo identificano chiaramente come vescovo secondo la tradizione orientale.
• Il felonio (in greco phelonion) è il paramento liturgico esterno, simile alla pianeta latina, indossato dai presbiteri e dai vescovi di rito orientale, simbolo della dignità sacerdotale e della protezione divina.
• L’omoforio (in greco omophórion), una lunga fascia che scende dalle spalle, rappresenta il buon pastore che porta sulle spalle la pecora smarrita: è il segno distintivo dell’episcopato nella liturgia bizantina, ed è usato sia dai vescovi ortodossi che dai vescovi cattolici orientali di rito bizantino. Corrisponde al pallio della Chiesa cattolica
• Il Vangelo tenuto nella mano sinistra, spesso velata, indica l’autorità dottrinale e la missione di predicazione del Santo.
Questa iconografia, sviluppatasi nel periodo medio-bizantino, si diffuse ampiamente nei mosaici e negli affreschi delle chiese orientali, dove i santi vescovi venivano rappresentati con questi paramenti, spesso a mezzo busto o a figura intera, accanto alla Madre di Dio o in cicli liturgici. La scelta di Kravogl di adottare questa tipologia — in un contesto germanico e ottocentesco — è sorprendente e rivela forse una sensibilità "ecumenica" e la volontà di universalizzare la santità di Gregorio, al di là delle barriere confessionali e geografiche.
La composizione è accompagnata da un versetto tratto dalla Lettera ai Filippesi (3,17): Seid meine Nachahmer Brüder, und schauet auf die, welche so wandeln, wie ihr uns zum Vorbilde habt ("Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi"). Questo invito alla sequela dei santi, inscritto sotto il titolo Der Wundertäter (“Il Taumaturgo”), sottolinea il ruolo di San Gregorio come modello di vita cristiana e strumento di diffusione del Regno di Cristo sulla terra.
Johann Nepomuk Kravogl è nato a Nauders il 9 marzo 1803. Si formò artisticamente a Merano sotto Jakob Pirchstaller, e perfezionò la sua tecnica a Vienna presso la bottega di Josef Krafft. Trasferitosi a Innsbruck nel 1826, divenne insegnante di disegno e fondò nel 1834 una litografia, che si affermò come punto di riferimento per la stampa religiosa e musicale. Tra le sue produzioni più note, si ricordano le stampe dei canti sacri del gesuita Franz Xaver Weninger e numerose immagini devozionali in stile neobarocco e neogotico, che coniugavano tradizione e innovazione.
Kravogl fu anche promotore di iniziative religiose, come il tentativo — purtroppo non riuscito — di fondare un monastero di carmelitane a Innsbruck nel 1844. La sua eredità artistica e spirituale proseguì anche dopo la sua morte, avvenuta il 13 novembre 1873, attraverso la Perkmannsche Druckerei, che mantenne viva la sua attività fino al 1909.
L'immagine del "Taumaturgo" qui presentata non è un caso isolato, ma parte di quell'ampio movimento di riscoperta e di promozione del culto dei santi nei territori di lingua tedesca, che fu avviato durante la Controriforma cattolica. Quello stesso processo di rinnovamento che favorì la rinascita della devozione popolare e della produzione di immagini sacre, e il rilancio del tema della "santità" come risposta alle eresie protestanti. In quel singolare contesto, San Gregorio Taumaturgo, noto per i miracoli, la profonda spiritualità, la dottrina e la lotta alle antiche eresie, trovò spazio anche in queste terre, dove la sua figura venne associata alla difesa dell’ortodossia e alla potenza intercessoria.
Questa litografia, oggi rara e preziosa, non è solo un documento artistico, ma una testimonianza viva della devozione europea verso San Gregorio Taumaturgo, ponte tra Oriente e Occidente, tra spiritualità e arte; e ci invita a riscoprire il valore dei santi e delle immagini sacre come strumenti di catechesi, di elevazione spirituale, di bellezza e di memoria condivisa.

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