Il conferimento della Badia di San Gregorio Taumaturgo di Stalettì al cardinale Fabrizio Ruffo

Acquisiti nuovi documenti d'archivio inediti.

Domenico Condito 

Il card. Fabrizio Ruffo
 
Sono state acquisite le copie di preziosi documenti d’archivio inediti che gettano nuova luce sul conferimento della Badia di San Gregorio Taumaturgo di Stalettì al Cardinale Fabrizio Ruffo, figura centrale nella storia politico-religiosa del Regno di Napoli e fondatore dell’Esercito della Santa Fede, noto come Esercito Sanfedista. 
 
 
Statua di S. Gregorio Taumaturgo
Chiesa di Stalettì (CZ)
   
Il 23 maggio 1789, il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone, nell’ambito di una delicata controversia giuridica con lo Stato Pontificio, conferì ufficialmente la Badia di San Gregorio Taumaturgo di Stalettì a Mons. Fabrizio Ruffo. L’atto di conferimento, contenuto nei documenti rinvenuti, recita: “Il Re, usando di sua Sovrana Reale Clemenza, ha conferito a Mons. Don Fabrizio Ruffo la Badia di S. Gregorio Taumaturgo di Stallati, che abusivamente nei passati anni fu al medesimo conferita dalla Corte di Roma, ed ora trovasi dichiarata devoluta alla Reale Corona col sequestro delle rendite…” .
Il documento prosegue con disposizioni rivolte al Supremo Consiglio delle Finanze affinché venga rimosso il sequestro delle rendite e il prelato possa riprendere pieno possesso dell’abbazia. 
 
Appartenente alla nobile casata dei Ruffo di Calabria, una delle famiglie più antiche e influenti del Mezzogiorno d’Italia sin dal X secolo, Fabrizio Ruffo ricopriva al momento del conferimento la prestigiosa carica di Tesoriere Generale della Camera Apostolica. Questo ruolo, tra i più elevati dello Stato Pontificio, gli conferiva ampie competenze in ambito economico, giurisdizionale e militare. Ruffo si distinse per capacità amministrative e spirito riformatore, ma la sua azione incontrò forti resistenze da parte dell’aristocrazia romana e di alcuni settori popolari, che ne osteggiarono l’operato. A seguito di tali pressioni, Papa Pio VI fu costretto a rimuoverlo nel 1794, compensandolo con la pubblicazione della nomina cardinalizia, già conferita “in pectore” nel 1791. 
 
    
Mitra e piviale della statuta
di san Gregorio Taumaturgo
Dopo il suo allontanamento dalla Curia romana, Ruffo entrò al servizio del Regno di Napoli, dove assunse incarichi di grande rilievo. La sua fama è legata soprattutto alla fondazione e al comando dell’Esercito della Santa Fede, protagonista della riconquista del Regno contro le truppe francesi e della caduta della Repubblica Napoletana nel 1799. In quel periodo, Ruffo era ancora abate commendatario della Badia di Stalettì, che mantenne come titolo ecclesiastico. 
Figura poliedrica e controversa, il Cardinale Ruffo fu al tempo stesso ecclesiastico, economista, politico e condottiero. La sua azione, seppur discussa, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Mezzogiorno e dell’Italia preunitaria. 
 
Il conferimento della Badia non fu privo di tensioni. Già nel 1788, un anno prima dell’atto ufficiale, Ferdinando IV aveva rilevato l’assenza di fondazione formale e di legittimi eredi per la Badia di San Gregorio Taumaturgo e quella di San Giovanni Terrestri, entrambe situate nella diocesi di Squillace. In mancanza di titoli vescovili di erezione, il sovrano ne ordinò la devoluzione alla Corona. Tuttavia, tali beni ecclesiastici erano riconosciuti “ab antico” come istituzioni religiose di fondazione italogreca. La mancanza di documentazione formale fu strumentalizzata per legittimare atti di esproprio e riaffermare il potere regio su quello ecclesiastico, in un contesto di crescente tensione tra monarchia borbonica e autorità pontificia. 
 
Chiesa di fondazione bizantina dell'antica Badia di San Gregorio Taumaturgo a Stalettì
 
Altare della chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Stalettì



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