Un volume prezioso e una scoperta sorprendente: Hans Ernst Fugger, proprietario del libro su San Gregorio Taumaturgo del 1622

Il monumentale volume su San Gregorio Taumaturgo, stampato a Parigi nel 1622 e da me recentemente acquistato da un collezionista negli Stati Uniti, ha finalmente rivelato il nome del suo antico proprietario: si tratta di Hans Ernst Fugger (1590–1639), in latino Ioannes Ernestus Fugger, figura eminente della nobiltà tedesca, Presidente della Corte della Camera Imperiale di Vienna e amico del filosofo calabrese Tommaso Campanella.
Domenico Condito

Hans Ernst Fugger (1590-1639), in latino “Ioannes Ernestus Fugger”.
Bayrische Staatsbibliothek, Dominicus Custos - Fuggerorum et Fuggerarum imagines, 122r.

L’identificazione è stata possibile grazie all’analisi della sontuosa decorazione dorata che impreziosisce entrambi i piatti del volume in-folio. All’interno di un elaborato apparato ornamentale si distingue chiaramente lo stemma araldico della famiglia Fugger, sormontato dalle iniziali “HE”, inequivocabilmente riferite a Hans Ernst. La legatura, in pergamena coeva, è in ottimo stato di conservazione.
 


I Fugger: banchieri di Papi e Imperatori
 
Lo stemma araldico dei Fugger
Hans Ernst Fugger
apparteneva al ramo di Augusta della dinastia Fugger, una delle famiglie più influenti e ricche d’Europa tra Medioevo ed Età moderna. Imprenditori, mecenati e bibliofili, i Fugger furono protagonisti della finanza internazionale, e divennero una potenza capitalistica mondiale. Di profonda fede cattolica, sostennero la Chiesa con contributi decisivi: finanziarono l'istituzione della Guardia Svizzera Pontificia (1506), parteciparono alla costruzione della Basilica di San Pietro e della Cappella Sistina, e appoggiarono attivamente l’azione della Chiesa Cattolica contro la diffusione della Riforma protestante in Europa. Il loro intervento fu determinante anche nell’elezione di Carlo V a Imperatore del Sacro Romano Impero nel 1519. Nato il 24 luglio 1590 nel castello di Stettenfels, Hans Ernst studiò diritto all’Università di Ingolstadt, dove fu nominato Rettore onorario nel 1602. Nel 1607 risulta presente all’Università di Perugia. Nel 1620 ricevette da Ferdinando II il titolo di Conte, confermato nel 1626, e nel 1632 fu nominato Presidente del Consiglio della Corte Imperiale. Morì il 30 dicembre 1639 a Hofkirchen, in Baviera.
 

Fugger e Campanella: un legame intellettuale e spirituale
 
Tommaso Campanella
La famiglia Fugger intrattenne rapporti significativi con Tommaso Campanella
, soprattutto durante la sua prigionia nel Castello dell’Ovo a Napoli. Giorgio Fugger, zio di Hans Ernst, cercò di alleviare le condizioni del filosofo calabrese, proponendosi persino di pubblicarne le opere in tedesco. Insieme al fratello Cristoforo, padre di Hans Ernst, si adoperò per la sua liberazione, immaginando per Campanella un ruolo strategico in Germania nella lotta contro le eresie protestanti, grazie alla vastità della sua dottrina e alle sue straordinarie doti oratorie. Nel dicembre 1609, in una domenica prossima al Natale, Hans Ernst e suo fratello Otto Fugger Heinrich fecero visita a Campanella nel carcere napoletano, approfittando della possibilità concessa al filosofo di uscire dalla cella per partecipare alla Messa di domenica e nelle feste comandate. L’incontro fu reso possibile anche grazie alla complicità del guardiano. Tuttavia, una volta conosciute tutte le accuse ecclesiastiche contro Campanella, i Fugger preferirono non entrare in conflitto con il Papa, rinunciando ai loro progetti. Nonostante ciò, Hans Ernst mantenne viva l’ammirazione per Campanella. Il 19 settembre 1628, mentre il filosofo si trovava a Roma presso il Sant’Uffizio, Fugger scrisse a Giovanni Fabri chiedendogli di visitarlo e di e di assicurarlo della “continuazione della sua buona volontà”.  Inoltre, avendo saputo che Campanella si accingeva a pubblicare i suoi scritti, Hans Ernst scrisse ancora al Fabri manifestando la sua contentezza e pregandolo di procuragli tutte le opere con la firma autografa delll’autore. 

 
Il volume su San Gregorio Taumaturgo
 
Il libro posseduto da Hans Ernst Fugger è intitolato SS. PP. Gregorii Neocaesariensis Episc. cognomento Thaumaturgi, Macarii Aegyptii, et Basilii Seleuciae Isauriae Episcopi, Opera omnia, quae reperiri potuerunt. Si tratta dell’edizione del 1622, ristampa di quella parigina del 1621 curata dagli editori Claude Morel, Michel Sonnius e Sebastien Cramoisy.
Il volume raccoglie le opere di Gregorio Taumaturgo, Basilio di Seleucia e Macario l’Egiziano in versione bilingue greco-latina. Le opere di San Gregorio sono una riedizione più accurata dell’opera omnia pubblicata da Gerardus Vossius Borchlonus a Magonza nel 1604, arricchita da una nota del cardinale Roberto Bellarmino e dal commento di Giovanni Zonara all’Epistola canonica.
L’edizione del 1604 fu commissionata da Papa Gregorio XIII, che affidò il lavoro al fiammingo Vossius sotto la tutela del cardinale Guglielmo Sirleto. Vossius fu accolto nel Collegio Germanico e ricevette dieci scudi d’oro al mese, oltre a un appartamento e servitori, per tutto il tempo che rimase al servizio del Pontefice. Il cardinale Sirleto supervisionò il progetto e fornì manoscritti greci al Vossius, contribuendo in modo decisivo alla realizzazione dell’opera. I manoscritti rigiardavano le oper del Taumturgo e la biografia che ne scrisse Gregorio di Nissa nel IV secolo.
 
 
 
San Gregorio Taumaturgo e la Riforma Cattolica
 
L’interesse di Hans Ernst Fugger per San Gregorio Taumaturgo si inserisce nel contesto della Controriforma, in cui i Fugger furono attivi protagonisti. Il volume fu stampato durante il pontificato di Paolo V, che elevò San Gregorio Taumaturgo a simbolo della Riforma Cattolica. Emblematica in tal senso è la Storia di San Gregorio Taumaturgo, affresco commissionato da Paolo V al Cavalier d’Arpino per la Cappella Paolina. Come ricorda il prof. Sante Guido, la cappella fu edificata da Flaminio Ponzio tra il 1606 e il 1612. L’altare custodisce la celebre icona Salus Populi Romani, incorniciata da angeli in bronzo dorato su lapislazzuli, ametista e diaspri. L’affresco raffigura l’apparizione della Vergine e di San Giovanni Evangelista a San Gregorio, che riceve il Simbolo della Fede. A destra, si vedono fedeli morsi dal serpente dell’eresia e un tempio cristiano affollato di credenti. Il programma iconografico, voluto personalmente da Paolo V, celebra il ruolo trionfale della Vergine nella lotta contro le eresie antiche e moderne, con San Gregorio come figura guida. È il manifesto visivo della Riforma Cattolica del pontificato borghesiano. 
Sotto questo affresco, nella Cappella Borghese,si è recato più volte Papa Francesco per pregare la Madonna, offrendo ogni volta un mazzetto di fiori alla Salus Populi Romani. All'inizio del suo pontificato,anche Papa Leone XIV ha rinnovato la visita, segno di una devozione che attraversa i secoli.
 
L'altare Cappella Borghese con la Salus Populi Romani nella Basilisca di Santa Maria Maggiore a Roma. Nel lunettone, sopra l'altre, Storia di San Gregorio Taumaturgo affrescata dal Cavalier d’Arpino.

 
La Storia di San Gregorio Taumaturgo affrescata dal Cavalier d’Arpino.


Domenico Condito nella biblioteca di famiglia.



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