La Festa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca: un ponte spirituale tra la capitale russa e Stalettì

La riscoperta della reliquia del cranio del Santo, oggi conservata nel Museu de São Roque di Lisbona, illumina il legame tra Mosca e Stalettì. A breve un libro in russo.
Domenico Condito

Oggi, nella splendida Chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca, gemma della Chiesa Ortodossa Russa, che segue il calendario giuliano, si è celebrata con straordinaria solennità la festa del grande vescovo di Neocesarea, che nella Chiesa Cattolica ricorre il 17 novembre. La liturgia odierna è stata preceduta dalla toccante celebrazione della Vigilia, svoltasi ieri, e ha visto la partecipazione di numerosi fedeli e autorità, uniti nel rendere onore a colui che la tradizione chiama Taumaturgo per i prodigi compiuti nella sua vita.
La chiesa moscovita, universalmente riconosciuta come la più bella al mondo dedicata al Santo, è retta da molti anni dal vescovo Girolamo, che nelle omelie di ieri e di oggi ha voluto intrecciare la memoria di San Gregorio con la storia di Stalettì, la Comunità calabrese che lo venera come Patrono. Il vescovo ha ricordato anche la collaborazione tra la chiesa di Mosca e il lavoro di ricerca da me condotto sulla storia del culto del Santo e delle sue reliquie.

Alla fine degli anni '90, il Patriarca Alessio II e il vescovo Girolamo durante la Divina Liturgia celebrata nel giorno della festa di San Gregorio Taumaturgo nella chiesa di Mosca dedicata al Santo.

La Chiesa Ortodossa Russa riconosce la presenza delle reliquie del Santo a Stalettì, un segno tangibile di un legame spirituale che unisce la Calabria alla tradizione bizantina. I fedeli moscoviti, inoltre, hanno mostrato grande interesse per la mia indagine sulla reliquia del cranio di San Gregorio Taumaturgo oggi custodita nel Museu de São Roque di Lisbona, all’interno di un prezioso reliquiario. La reliquia fu venerata a Stalettì fino alla seconda metà del XVI secolo, all’interno dell’antica chiesa di fondazione bizantina che custodisce a tutt’oggi i resti mortali del Santo. Nel 1587, la reliquia fu donata alla Igreja de São Roque di Lisbona da Don Juan de Borja, figlio di San Francisco de Borja e ambasciatore di Filippo II a Praga, con tutta la sua ricca collezione di reliquie e reliquiari. Don Juan era entrato in possesso del cranio del Taumaturgo grazie al legame di parentela con il Principe di Squillace, Don Pietro Borgia, nel cui principato ricadeva appunto Stalettì. Il reliquiario, rimasto chiuso per diversi secoli, fu riaperto nel 2007 grazie alla mia richiesta di ispezione per motivi di studio: un momento storico che, grazie alla collaborazione del Museu de São Roque, permise di recuperare un'importante pagina di storia e di riscoprire una reliquia di eccezionale importanza, ben oltre i pochi frammenti che si credeva contenesse il reliquiario (la vicenda storica del trasferimento della reliquia a Lisbona e della sua riscoperta è riassunta a questo link: Il culto di San Gregorio Taumaturgo a Lisbona nell’età di Filippo II ).

Quest’anno, in occasione della festa, Il vescovo Girolamo ha fatto allestire nella chiesa di Mosca uno spazio speciale, dove sono state esposte alcune immagini inedite della reliquia di Lisbona da me inviate. Le stesse fanno parte di un’ampia documentazione fotografica realizzata al momento della riapertura del reliquiario nel 2007. Un gesto che ha reso visibile ai fedeli russi un patrimonio spirituale e culturale di valore universale. Le immagini del cranio del Santo sono state presentate insieme a una grande riproduzione dell’icona raffigurante il Santo esposta all’Ermitage di San Pietroburgo, e considerata uno degli esempi più rilevanti dell’iconografia bizantina della seconda metà del XII secolo. 

La collaborazione con la chiesa di Mosca risale a diversi anni fa, quando pubblicai in italiano la storia della stessa chiesa (disponibile anche online in formato digitale a questo link: La storia della Chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca). Questo lavoro ha aperto la strada a un dialogo fecondo con l’Ortodossia russa, che culminerà a breve nella pubblicazione di un volume in russo, nel quale sarò presente con un mio contributo.

L’auspicio è che questo percorso, nato da un impegno individuale, possa presto trasformarsi in un cammino comunitario, coinvolgendo la Comunità di Stalettì e quella di Mosca in uno scambio di altissima valenza spirituale e culturale. La festa celebrata oggi non è soltanto un atto liturgico, ma un segno concreto di come la memoria dei Santi possa unire popoli e tradizioni, restituendo alla storia la sua dimensione universale e condivisa.

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